Un raggio di sole

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Un raggio di sole

Il profumo della salsedine invadeva le narici dei due amanti sdraiati sulla spiaggia dorata, la quale sotto il bacio del sole bruciava intensamente così come l'amore che in poco tempo aveva unito Domenico e Antonella. Le onde, sinuose, si riversavano a riva coprendola di bianco con la loro spuma e il loro dolce suono riempiva il loro udito assuefatto da tale melodia rilassante. Il capo di Antonella era poggiato sul petto di Domenico ed entrambi tenevano gli occhi chiusi godendo della reciproca compagnia. Nessuno parlava, bastava il battito dei loro cuori a colmare la mancanza di dialogo.

Il tempo era loro nemico, purtroppo la malattia di Domenico progrediva velocemente, tuttavia non ne badavano, poiché preferivano vivere il presente senza timori in modo tale che in futuro non avessero rimpianti. La brezza marina accarezzava i loro visi esposti al sole come se li stesse invitando a farsi abbracciare dal refrigerio dell'acqua. La prima a compiere quel passo fu Antonella che abbandonò il suo nido per gettarsi nell'acqua e lasciarsi andare alla corrente che la trasportava. La sua azione venne ripetuta da Domenico e celere avviluppò il corpo della sua donna. "É impossibile starti lontano". Le loro labbra si unirono in un bacio lento e delicato con le gocce d'acqua salate che rigavano i contorni dei loro volti. "Bagnato sei tremendamente sexy". Sprofondarono ancorati sott'acqua portando lo sguardo sopra la superficie opaca e sinuosa che mostrava come uno specchio il cielo con il suo re. "Vuoi nuotare con me?". Domenico declinò la sua richiesta, poiché era impossibilitato dai dolori dilanianti che attraversavano i suoi muscoli e le sue ossa.

Ritornò sulla spiaggia e iniziò a compiere respiri profondi, finchè una chiamata non interruppe quell'azione. "Signor De Matteo, scusi la disturbo, ma volevo comunicarle che la dottoressa Furci, giorno ventitre giugno, sarà a Bari, pertanto per lei andrebbe bene rinviare di dieci giorni il controllo mensile?". Accettò e la ringraziò. Sarebbe stato molto più comodo e meno stancante. "Sai desideravo proprio staccare la spina dalla routine quotidiana. Fra meno di una settimana inizieranno gli esami e sarà molto stressante, perciò sono felice di essere qua con te". Si sdraiò nuovamente al suo fianco. "Sembri distratto, qualcosa non va?". Le raccontò della chiamata e di come iniziasse a sentirsi stanco. "Siamo stati abbastanza a mare, adesso possiamo tornare a casa e tu potrai anche riposarti". Si incamminarono mano nella mano verso la loro dimora con il profumo di sale e di amore addosso. "Scusa, ma preferisco fare io prima la doccia, devo finire alcune faccende". Domenico accettò e quando lei fu entrata nella doccia si spalmò della crema sui deltoidi per affievolire quel calore insopportabile che li attraversava. Le sue iridi simili a del legno bagnato e del miele si riempirono di lacrime e copiose caddero come la pioggia d'inverno al solo pensiero che sua madre avrebbe nuovamente pianto la morte di un figlio, così come Mattia, il suo unico e adorato nipote, avrebbe osservato inerme a quel macabro spettacolo vestito di nero. I suoi pensieri si spostarono su Antonella, desiderava chiederle di essere la sua sposa, di stare insieme per l'eternità, ma era un sogno destinato a fallire. La sua anima nobile e pura si sarebbe congiunta con quella della sorella sotto la luce di Nostro Signore. L'acredine del fato era ingiustificata dalla vittima, ma oramai si era arreso a quella volontà inafferrabile e irraggiungibile.

La sprizzante gioia dipinta sul volto di Antonella venne eclissata dalle lacrime amare e di dolore del suo amato. "Posso fare qualcosa per te? Non devi chiuderti in te stesso per non farmi soffrire, ma lasciarti curare, così l'aspra medicina non sarà tanto amara. Fidati di me". Quella supplica venne accolta da Domenico anche perché ella soffriva maggiormente. "Semplicemente un massaggio". Si stese sulle bianche lenzuola prono e Antonella a cavalcioni si mise poco al di sotto del suo bacino per eseguire il massaggio. Circa mezzora dopo si addormentò e momentaneamente riuscì a scappare dal ginepraio di sofferenze. Si alzò delicatamente quando suonarono alla porta. "Mattia, prego entra. Come ami qui?". La seguì in cucina e si sedette accanto a lei. "Nonna è preoccupata per zio e siccome non lo vede da ieri sera ha pensato al peggio. Ho provato a tranquillizzarla, ma non ci sono riuscito. Allora le ho detto che sarei venuto qua per maggiore sicurezza, quando si agita poi inizia a sentirsi male con la pressione". Quella dichiarazione le attanagliò il cuore. "Sta dormendo, siamo stati a mare tutta la mattinata e un po il pomeriggio. Dille che è stata colpa mia e che stasera tornerà a casa". Mattia la ringraziò e si scusò ulteriormente per il disturbo, ma prima di andarsene la invitò da loro. "Farebbe piacere a tutti noi stare con lei prof". Antonella sorrise e gli chiese di non chiamarla prof fuori dalla scuola, ma lui rispose che era fico.

Le ombre dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora