L'isolamento e l'autismo

23 1 0
                                    

La chiusura o isolamento autistico, che è quello che dà il nome a questa patologia, si attua prevalentemente nei confronti del mondo esterno, nei casi più gravi questa estrema difesa può essere attuata anche nei confronti di una parte degli stimoli che provengono dalla propria mente o dal proprio corpo. Questa chiusura, che nasce dal bisogno di proteggersi da stimoli ambientali troppo dolorosi per poterli gestire e sopportare, può essere più o meno grave e quindi può escludere dal proprio mondo in modo parziale o totale gli altri esseri umani ma anche gli animali e nei casi più gravi anche gli oggetti.

I soggetti affetti da sintomi di autismo descrivono questa chiusura usando vari simbolismi: Pier Carlo Morello la descrive come chiudersi dentro una cupola di vetro, posta sopra una laguna ghiacciata; Temple Grandin usa invece la similitudine delle porte o dei pannelli di vetro dentro i quali si sentiva intrappolata; Donna Williams descrive la chiusura autistica come la ricerca di uno stato mentale pieno di luce, colore e incanto, allo scopo di fuggire dalla penosa realtà nella quale viveva, così da trovare un indispensabile, necessario conforto.

Questo allontanarsi ed estraniarsi dalla realtà che circonda il bambino e perdersi in un incantato mondo interiore, può avvenire in modo involontario e istintivo ma può anche essere ricercato, mediante vari stratagemmi. Donna Williams, ad esempio, utilizzava i puntini colorati presenti nell'aria, i disegni della carta da parati, la ripetizione di alcuni rumori. Gian Polo Morello, invece, per escludere il mondo esterno, si chiudeva nella sua stanza e utilizzava la fantasia e la musica.

Per Bettelheim il chiudersi in sé stessi a un'età molto precoce blocca e altera lo sviluppo psichico del bambino lasciandolo insicuro, fragile e immaturo, con conseguente impossibilità di gestire e controllare i pensieri, le emozioni e i propri comportamenti, così da poter sviluppare tutte le sue potenzialità intellettive, sociali e relazionali.

Le persone che stanno accanto a bambini o adulti con sintomi di autismo spesso cercano di riportarli alla realtà utilizzando modi non adeguati come i rimproveri e i richiami, mentre sarebbe molto più utile riuscire a creare una relazione efficace, adoperando la massima dolcezza e delicatezza ad esempio, giocando con loro, senza costrizioni o condizionamenti (gioco libero autogestito).

L'autismoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora