Data l'alta variabilità individuale, non esiste un unico intervento specifico che sia valido per tutti allo stesso modo. Inoltre, raramente è possibile ottenere la remissione totale dei sintomi. Per questo, sono molti e diversi i trattamenti rivolti all'autismo. Le "Linee guida di intervento sull'autismo" pubblicate dal National Research Council affermano:
non esiste un unico intervento che vada bene per tutti i bambini autistici;
non esiste un unico intervento che vada bene per tutte le età;
non esiste un unico intervento che possa rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente o indirettamente legate all'autismo.
Per contro, la continuità e la qualità del percorso terapeutico sono garantite attraverso:
il coinvolgimento dei genitori in tutto il percorso;
la scelta in itinere degli obiettivi intermedi da raggiungere e quindi degli interventi da attivare (prospettiva diacronica);
il coordinamento, in ogni fase dello sviluppo, dei vari interventi individuati per il conseguimento degli obiettivi (prospettiva sincronica);
la verifica delle strategie messe in atto all'interno di ciascun intervento.
Si raccomanda un intervento precoce e intensivo, che tenga conto della necessità di intervenire sul disturbo dell'intenzionalità del bambino. È importante quindi lavorare precocemente non nel senso dell'addestramento comportamentale, ma proprio dello sviluppo dell'intenzionalità motoria e comunicativa autonoma.
Le persone con un importante disturbo della comunicazione, come nel DSA, nei disturbi con gravi difficoltà recettive e anche nella disprassia verbale, possono anche beneficiare, come suggerisce Rapin, di supporti cognitivi quali le tavole di comunicazione, del linguaggio dei segni, dell'apprendimento del linguaggio usando il computer, della lettura di materiale didattico illustrato predisposto e di altri strumenti comunicativi.
Tali supporti devono essere forniti precocemente, al fine di:
aumentare il livello dell'apprendimento del linguaggio;
sfruttare al massimo il periodo utile per l'apprendimento del linguaggio del bambino;
minimizzare le conseguenze comportamentali secondarie a un'inadeguata capacità di comunicazione;
anticipare le difficoltà potenziali successive con l'acquisizione del linguaggio scritto.
L'impiego mirato dei farmaci è volto alla riduzione o all'estinzione di alcuni comportamenti problematici, o di disturbi clinici associati come l'epilessia e i deficit di attenzione, col fine di evitare ulteriori aggravamenti clinici o per migliorare la qualità della vita. In gennaio 2012 è stata presentata dall'Istituto Superiore di Sanità anche la versione della Linea guida n.21 in una sintetica versione destinata al grande pubblico.
Per contrastare e diminuire l'impatto che le emozioni negative hanno sull'animo di questi bambini, il principale obiettivo dovrebbe essere quello di riuscire a migliorare il loro mondo interiore, diminuendo il malessere che lo sconvolge. Compito degli adulti, siano essi genitori, terapeuti o educatori, sarà allora quello di portare serenità al posto dell'ansia, sarà quello di dare quella gioia che possa sconfiggere la tristezza, di offrire sicurezza al posto dell'insicurezza, di far nascere la fiducia al posto della sfiducia.
Per attuare tutto ciò:
È necessario considerare i bambini affetti da autismo non come bambini da educare ma da liberare dalle tante confuse emozioni che sconvolgono il loro animo.
È importante che l'ambiente nel quale il bambino vive giornalmente sia il più sereno, gioioso, caldo e accogliente possibile.
È bene non focalizzare l'attenzione sui sintomi, in quanto questi sono solo degli strumenti di difesa, che saranno abbandonati nel momento in cui il bambino avrà ritrovato la necessaria serenità e un buon equilibrio interiore. Se facciamo ciò ci accorgeremo che "essi amano gli adulti che sanno accogliere tutte le espressioni della loro sofferenza, anche quelle che possono sembrare strane ed inusuali".
È indispensabile mettersi in ascolto del loro animo, in modo tale che i nostri comportamenti siano in sintonia con i bisogni più veri e profondi del bambino e non con i nostri contingenti desideri. Se riusciamo con coerenza ad attuare ciò ci accorgeremo che questi bambini non sono affatto "inaccessibili" alla comunicazione. "Essi si legano facilmente agli adulti che riescono a relazionarsi con loro come "una madre buona". Una madre che sa entrare in empatia con il loro mondo, così da permettere al loro Io difeso, rattrappito e lacerato, di sviluppare tutte le sue potenzialità".
È fondamentale lasciarsi coinvolgere con gioia dai giochi da essi proposti in un dato momento, nella modalità da essi desiderata (Gioco libero autogestito), senza mai imporre le attività che noi consideriamo utili e importanti. Questo nostro comportamento permetterà loro di acquisire maggiore fiducia in noi e nel mondo che noi rappresentiamo.
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L'autismo
AléatoireSo che questa storia non ve la aspettavate, ma molte persone non sanno cosa voglia dire "AUTISMO", quali siano i suoi sintomi e perchè le persone autistiche si comportano in un certo modo. Alcuni capitoli saranno corti, mentre altri più lunghi, sper...