Capitolo5

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Michael's pov

"Jennette..." inizio grattandomi il retro della nuca in segno di nervosismo, era la prima volta che ero così nervoso parlando con una ragazza... perché? "volevo dirti emmh si volevo chiederti scusa" faccio un pausa di qualche secondo "si volevo scusarmi per sia per il parco quando ti ho mandato a quel paese non facendomi gli affari miei, sia per quello che ti ho detto all'intervallo qualche giorno fa a scuola e in qualche modo anche per quello successo a scuola ieri con Ariana visto la tua reazione".
Ma perché mi sto scusando per aver baciato la mia fidanzata? Patetico.

Jennette's pov

Mi ha chiesto scusa. È venuto a posta a casa mia per chiedermi scusa. Non so cosa dire ma devo rispondergli.
"Scusa tu, per averti risposto male al parco quando volevi solo aiutarmi e per aver avuto quella reazione ieri, veramente, non so cosa mi sia preso... scusa" dico velocemente. Sorride.
"Non so se scusarti..." dice con aria provocatoria.
Mi sta prendendo per il culo?
"Avresti dovuto vedere la tua faccia quando l'ho detto" dice tenendosi la pancia dal ridere. Mi fa salire gli istinti omicidi sto ragazzo. Calma Jennette... respira... non buttarlo fuori a calci.
"Ah ah ah divertente" dico senza emozioni.
"Dai stavo scherzando... allora ci lasciamo alle spalle tutto quello che è successo e proviamo ad andare d'accordo o preferisci continuare come prima?" mi chiede ironico.
"Ma non saprei...mi sarebbe piaciuto mandarti a quel paese ogni volta che ti avrei visto" dico ridendo. Ride anche lui.
"Sei irrecuperabile" dice.
"Cosaa?! Io?! Ma senti chi parla!" dico mettendo il broncio.
"Ti posso fare una domanda?" mi chiede.
Cazzo. Perché quando qualcuno mi fa questa domanda mi sale l'ansia? Mamma mia...
"S-si" dico incerta.
Ti prego fai che non mi chieda niente di quello che è successo in questi giorni o qualunque altra cosa imbarazzante, penso incrociando le dita.
"Sai visto che dobbiamo ripartire con il piede giusto volevo che almeno fossimo sinceri l'uno con l'altro,quindi volevo mettere in chiaro e sapere una cosa riguardo ieri". Ma perchééé?! Cos'ho fatto di male?!
"Si, dimmi pure" dico cercando di sembrare il meno agitata possibile.
"Perché quando ho baciato Ariana hai avuto quella reazione?"
Cazzo, cazzo, cazzo. Proprio la domanda che non avrei voluto ricevere... e adesso cosa mi invento? Pensa Jennette, pensa.
"Emm perché la mattina avevo litigato con mia mamma per una questione delicata che riguarda la mia famiglia e in quel momento stavo parlando con Luke di questo e sono scoppiata a piangere, è stata una coincidenza che tu e la tua fidanzatina vi stavate baciando proprio in quel momento" rispondo con la prima cosa che mi viene in mente mostrando un sorriso falso per rendere la cosa credibile.
"Chi è questo Luke?" mi chiede subito dopo. Sembra quasi geloso... no Jennette ma cosa vai a pensare? Lui geloso di te ahahahahahahahaha poi è anche fidanzato, no assolutamente no.
"È il mio migliore amico, perché?" chiedo.
"Semplice curiosità" risponde con fare menefreghista "e comunque non hai risposto alla mia domanda"
"Si che ho risposto ho detto che il motivo era perché quella mattina ho litiga..." mi interrompe.
"Voglio sapere il vero motivo Jenny, la verità".
Scoperta... oops.
"Non chiamarmi Jenny e non lo so nemmeno io perché ho avuto qualla reazione, ok?" lo aggredisco. Mio padre mi chiamava cosi quando era ancora presente nella mia vita e nessun'altro lo può fare.
"Ok Jenny" dice per stuzzicarmi. Basta, ha superato il limite.
"Vattene, esci da quella porta" dico decisa e arrabbiata indicando l'uscita.
"Stronza" dice andando verso la porta.
"Fanculo" dico a bassa voce mentre la potra sbatte violentemente chiudendosi.
Mi fa male la testa, ci mancava solo questo.
Vado in cucina a prendere un'aspirina con un po' d'acqua e mi stendo sul divano chiudendo gli occhi e ripensando a ciò che è appena accaduto con quello stronzetto. Un paio di lacrime scendono sulle guance per poi finire sulla mia maglietta blu e in quell'istante sento delle chiavi girare nella toppa della porta; subito mi asciugo le guance bagnate e mi siedo sul divano.
Mia madre entra e appoggia le borse della spesa sul tavolo, torna in sala e mi osserva per qualche secondo che sembra un'eternità.
Cos'ho di strano? Ho qualcosa in faccia? Boh.
Prima che potessi chiederle il motivo del suo sguardo insistente, mi chiede:
"Cos'è successo Jennette?".
Come fa a sapere che è successo qualcosa?
"Niente, cosa dovrebbe essere successo" rispondo cercando di convincerla.
"Non lo so dimmelo tu, vedendoti cosi assomigli molto a un panda" dice con un sorrido.
Oddio no, mi sono dimenticata di pulire il mascara sotto gli occhi dopo il pianto. Che stupida.
"Jenn io voglio continuare ad essere la mamma che ti aiutava prima che... ecco lo sai" mio padre. "Soprattutto adesso che stiamo vivendo un momento difficile, dobbiamo essere più unite che mai e sostenerci a vicenda. Scusa se qualche volta tiro fuori quell'argomento, ma sto soffrendo anch'io e voglio cercare di recuperare il rapporto che avevamo prima, ci stai?" dice con un timido sorriso.
Sorrido anch'io e corro ad abbracciarla sussurrandole un dolce "ti voglio bene".
Quella sera, durante la cena racconto a mia mamma tutto quello che era successo negli ultimi giorni compreso il confronto con Michael di poco fa.
"Tesoro vedrai che le cose si sistemeranno, vi siete appena conosciuti e non sapete nulla uno dell'altro, datevi tempo per cercare di conoscervi e diventare buoni amici e forse anche qualcosa di più visto che è palese che ti piaccia".
Queste sono state le sue parole e per la prima volta non ho negato né a lei né a me stessa di provare qualcosa.

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