Capitolo7

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Jennette's pov

Il giro dopo mia madre mi convince ad andare a scuola, qualcosa non mi convince, ieri pomeriggio appena tornata, alla mia domanda dove fosse stata, mi ha risposto "da Patrick, aveva la giornata libera dal lavoro", non so perché ma qualcosa mi dice che non è la verità perché Patrick non si prenderebbe mai una giornata di riposo. Pomeriggio, per quanto non vorrei farlo, lo chiamerò per chiedergli se è vero.
Il percorso fino alla scuola lo precorro con Luke visto che abita a tre isolati da casa mia.
"Jenn, cosa c'è con Mike?" se ne esce all'improvviso.
"Mike chi?" chiedo facendo la finta tonta.
"Michael Holbrook Penniman Jr. Riccio, occhi castani, alto più o meno come me, di 5^C. Hai presente?!" mi chiede.
Ma ultimamente mi prendono tutti per il culo?
"Si, ho presente, perché mi fai questa domanda?".
Sono curiosissima. Come fa a conoscere Michael?
"Perché nell'ultima settimana siamo diventati "amici" se si può dire, e ogni giorno mi chiede di te, come stavi".
Luke e Mike amici?! Lui chiede di me?!
"Stai sbagliando sicuramente persona" dico sicura.
"Non penso proprio, mia cara, è proprio il ricciolo ed ogni giorno la prima cosa che mi chiede è "come sta oggi Jennette?" talvolta non mi salutava neanche prima".
Non ci posso credere, lui proprio lui, quello che non mi rivolge la parola da undici giorni, che ogni volta che parliamo litighiamo che mi ha detto più "fanculo" e "stronza" delle parole che le persone civili userebbero, chiede a Luke ogni santo giorno come sto?! Io non sto veramente capendo più niente ma questa notizia mi fa spuntare un sorriso a 32 denti e Luke lo nota.
"Vedo che questa cosa ti rende felice, mi devi dire qualcosa McCurdy?" chiese malizioso.
"Ma cosa dici, no" dico a bassa voce mentre sento le mie guance andare a fuoco.
"Non ci posso credere" urla ridendo "A Jenn piace Michael, a Jenn piace Michael".
"Shht, zitto ci stanno guardando tutti e poi non è vero" dico zittendolo.
"Si, convinta" dice ridendo come uno stupido e rido anch'io.
Entriamo in classe e ci sediamo ai nostri posti ma non prima che Luke abbia detto a Selena "A Jennette piace Michael" almeno cento volte come un bambino e Selena si tappava le orecchie esasperata.
Oggi sorprendentemente macava la professoressa di scenze, così il presidente ci ha dato il permesso di uscire un'ora prima da scuola.
Vado verso il cancello in compagnia di Sel e Luke, quando mi arriva un messaggio con un numero che non avevo salvato in rubrica.
Il messaggio dice:
"Ti aspetto di fronte ai distributori di merendine tra 5 minuti".
Chi poteva essere? Non avevo dato il mio numero a nessuno della scuola oltre ai miei due migliori amici.
Subito penso all'unico ragazzo che conosco al di fuori dei miei amici: Mike.
Cosa vorrebbe da me?
Dico ai ragazzi del messaggio e mi incoraggiano ad andare, ripetendomi di chiamarli se ci fosse stato qualche problema.
Li saluto con un abbraccio e rientro nel vecchio edificio, percorro ansiosamente il corridoio che collega l'entrata e uno spiazzetto con quattro tavolini e le macchinette delle merendine e finalmente arrivo.
I tavoli sono pieni e in piedi non ce nessuno, cammino fino all'ultimo e mi siedo nell'unico posto libero.
Dopo un minuto sento dei passi di qualcuno che sta scendendo le scale parallele ai tavoli e mi sale il panico.
Se fosse la persona che devo incontrare?
Rimango a fissare il punto finale delle scale quando improvvisamente lo vedo e il mio cuore perde un battito.
Il riccio da uno sguardo veloce a tutti i tavoli e quando arriva al mio si blocca proprio su di me.
Il suo sguardo brucia sulla mia pelle.
Si avvicina lentamente e finalmente dopo una settimana e mezza si degna di rivolgermi la parola.
"Ciao Jennette, possiamo andare a parlare fuori sulle panchine?" mi chiede.
"Tu dopo undici giorni di silenzio vieni da ma e tranquillamente mi dici:"Ciao Jennette, possiamo andare a parlare fuori sulle panchine?"" rispondo acida imitando la sua voce
"Jennette per favore usciamo e chiariamoci, così va meglio?"
Non gli rispondo nemmeno e mi alzo iniziando a camminare con lui che mi segue a ruota.
Arrivati alle panchine, ci sediamo in quella più lontana dall'edificio e separata dalle altre da due alberi.
Sbuffa. Ma che cazzo sbuffa?!
"Jenn sono stanco di questa situazione..." ah lui è stanco ma vaffanculo va. "...so che sei stata male per colpa mia e non voglio più che tu ti senta mai più così. Lo so sono un coglione ma non voglio buttare via qualcosa che potrebbe diventare un'amicizia per una discussione o forse due o tre... vabbè hai capito".
Non posso fare a meno di sorridere.
"Si sei un coglione" inizio e ride "questi giorni sono stati difficili per me e so che chiedevi di me a Luke tutti i giorni e se scopro che lo hai solo usato per questo ti spezzo le gambine, a parte questo, sono disposta a buttarmi tutto alle spalle a due condizioni: uno, se vorrai sapere qualcosa di delicato sulla mia vita, non mi forzerai a risponderti, lo farò quando mi sentirò di farlo e due, durante le nostre uscite non porterai la tua odiosa fidanzata." dico soddisfatta.
Ride di gusto alla mia ultima affermazione... ho "insultato" la sua ragazza, non la difende e per lo più ride? Molto normale.
"Va bene, va bene, il primo punto vale anche per me però, ok?" dice con un filo di tristezza.
Chissà com'è stato il suo passato, che rapporto ha con i suoi genitori se ha fratelli o sorelle.
Per quanto la curiosità mi stia divorando devo accettare.
"Ok".
Finita la conversazione mi accompagna a casa.
Durante il tragitto ho scoperto che vive da solo in un appartamento nella quarta via parallela alla mia e che ha una sorella maggiore che si chiama Yasmine.
Arrivati a casa mia ci salutiamo con un abbraccio e se ne va.
Appena varco la porta inizio a saltellare dalla felicità quasi delirando.
Mia mamma spunta dalla cucina con un sorriso e vedendomi così felice mi chiede:
"Le cose sono due, o hai preso una sufficienza in matematica o hai chiarito con Michael".
"Ah-ah-ah comunque la seconda, la prima non accadrà mai." dico e ride ormai sconfitta per la mia situazione in questa materia.
"Sono felice per te tesoro, veramente" dice sincera.
"Grazie mamma, grazie".

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