Capitolo6

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Michael's pov

Erano passati dieci giorni ormai dall'ultima volta in cui ho parlato con Jennette.
La vedo tutti i giorni a scuola, ci guardiamo ma nessuno dei due ha il coraggio di iniziare una conversazione.
In questa settimana ho incominciato a parlare con il suo migliore amico Luke, in realtà lo sto solo usando per sapere come sta Jenn ma lui non credo lo abbia capito. Sono molto geloso di lui perché puo parlarle, abbracciarla e consolarla in qualsiasi momento mentre io no, di lui si fida, di me no.
Mi ha detto che non è più la Jennette di prima, esce meno spesso di prima e quasi solamente con Selena, preferisce scaldarsi con le coperte piuttosto che con un abbraccio e questo mi preoccupa.
Oggi a scuola non è venuta e ne ho avuto la conferma da Luke.
Al suono dell'ultima campanella, saluto Austin e Harry, i miei due migliori amici e mi dirigo all'uscita; varcato il cancello noto una macchina nera accostata al ciglio della strada, non ci faccio caso e continuo a camminare, mentre sono di fronte a quest'ultima, una donna sulla quarantina tira giù il finestrino.
"Michael" dice.
Mi blocco e la osservo, ha i capelli castani chiari che gli cadono ondulati sulle spalle e gli occhi castani. Mi ricorda qualcuno, forse dai lineamenti del viso, non so.
"Sono Kate, la mamma di Jennette" dice con tono pacato.
Oddio, cosa gli devo dire? Sono in panico.
"Si, salve signora" dico timido.
"Dammi del tu e chiamami Kate sennò mi fai sentire vecchia" dice ridendo.
"Va bene signo... emm volevo dire Kate" dico con un sorriso.
"Ti chiederai perché sono qui e perché ti ho fermato" esattamente "beh volevo parlarti di Jennette". Appena pronuncia quel nome mi si ferma il cuore. Gli sarà successo qualcosa? Se la causa sono io non so cosa farei.
Kate nota il mio nervosismo e mi tranquillizza subito.
"Tranquillo non gli è successo niente fisicamente. Se invece di stare li in piedi vuoi salire fai pure" dice e mi tranquillizzo un poco.
Apro la portiera del passeggero davanti e salgo.
"Bene, Jenn mi ha raccontato tutto quello che è successo tra di voi, sono felice che tu gli abbia chiesto scusa per quello che è successo, so che anche lei ti ha chiesto scusa e so che alla fine non è andato molto bene" inizia "da quando avete litigato è cambiata, ogni volta che viene a casa da scuola se ne va nella sua camera e sta li per ore, alcune volte non esce fino a sera, esce pochissimo e i suoi voti a scuola peggiorano ogni giorno sempre di più e anche se lei non lo sa, la sento piangere quasi ogni giorno. Lo so che dovreste risolvere la cosa voi due e basta ma lei è mia figlia e sono preoccupata, lei non ha il coraggio di parlarti e a quanto vedo nemmeno tu ma per favore ti chiedo solo questo: parlale, risolvere la cosa perché andando avanti così non si risolve nulla e lei sta sempre più male."
"Anch'io sto male per questa situazione, Kate" dico tristemente.
"Lei prova qualcosa per te e anche tu" dice a bassa voce con un sorriso.
Cosa? Lei prova qualcosa per me? Io sono fidanzato, non provo niente per lei.
*ma non dire stronzate*
Eh??
*sono la tua coscienza e potrai negare fino all'infinito di non provare niente per lei ma sappiamo entrambi che non è così*
Zitta, zitta pure tu.
Ora parlo anche da solo. Sono pazzo.
*si pazzo di lei*
Basta.
"Come fai a saperlo che lei prova qualcosa per me?" chiedo precipitosamente. Ride.
"Lei lo nega, ma io lo penso, sai, il sesto senso delle mamme, tu invece?"
"Io? No, no, sono fidanzato" dico.
"Sei proprio come lei, cercate di negare oltre che agli altri anche a voi stessi ma alla fine non ce la farete più" dice quasi ridendo.
"Ti posso fare una domanda?" chiedo.
"Certamente"
"Perché quando l'ho chiamata Jenny è andata su tutte le furie e mi ha sbattuto fuori da casa vostra?"
Il sorriso che ha suo volto scompare e un velo di tristezza scende su di esso.
"È una cosa delicata e penso che se te lo voglia dire, te lo dirà lei quando sarà il momento".
"Ok, grazie per la chiacchierata Kate, mi ha fatto molto piacere parlare con te" dico con un sorriso a 32 denti.
"Grazie a te per avermi ascoltato Michael" dice ricambiando il sorriso.
Apro la portiera e prima di richiuderla le dico:
"Ah Kate, stai tranquilla ci parlerò io"
"Grazie" è l'ultima cosa che mi dice prima di mettere in moto l'automobile e partire.
Cammino velocemente fino al mio appartamento ripensando a ciò che la mamma di Jennette di ha detto.
Lei sta male per me? Sono io a causarle tutto questo dolore? Non posso andare avanti sapendo che si trova in quelle condizioni per colpa mia. Le devo parlare al più presto.
Mentre sto per sedermi sul divano per rilassarmi un po', il mio telefono squilla. Chi sarà mai?! Lo prendo e leggo il nome sullo schermo: Ariana.
Non rispondo e rimetto il cellulare sul tavolo, sicuramente mi avrà chiamato per portarla a fare shopping o per andare in qualche altro cazzo di negozio in cui le donne ci si perdono dentro e questo era l'ultima cosa che volevo fare in questo momento.

Jennette's pov

Dieci giorni che non mi rivolge la parola. Forse sono io che dovrei iniziare ma non ce la faccio, ma d'altronde a lui non importa niente di me e per questo sto malissimo. Io sono qui a piangermi addosso e lui se la spassa con la sua odiosa fidanzata.
*gelosa?*
Vaffanculo.
In questi giorni la mia coscienza non se ne sta zitta un secondo.
Oggi non sono andara a scuola, non riuscivo più a vederlo e sapere che anche oggi mi avrebbe ignorato.
"Jennette io esco per un po', torno presto" mi dice.
"Va bene mamma, a dopo".
Non so dove sia andando a quest'ora, il supermercato a quest'ora è chiuso, Patrick è al lavoro, dove potrebbe essere andata? Glielo chiederò quando torna.
Comunque il rapporto tra noi due in questi giorni è molto, molto migliorato, parliamo spesso di tutto e cerca in tutti i modi di farmi uscire e divertire, se non fosse per lei, Selena e Luke non saprei veramente cosa fare.

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