A quanto pare le sorprese non erano ancora finite, perché l'ennesima disgrazia si era presentata.
Sfoggiò una smorfia da finto offeso, notando la mia ostilità nei suoi confronti.
«Pensavo che dopo tanto tempo fossi cambiata. Anzi, ad essere sincero speravo di poterti invitare a bere un cocktail.», annunciò sfoggiando la tipica mossa del sistemarsi la giaccia. Dovevo ammettere che dall'ultima volta che l'avevo incrociato, in fatto di stile aveva fatto dei passi da gigante; tuttavia, con me le sue chance erano inesistenti.
Lo squadrai di nuovo da cima a fondo, senza proferire parola.
«Come mai quegli occhi ammiccanti? Ti sono forse mancato?», continuò con quel tono viscido. Iniziò ad avvicinarsi, eliminando ogni centimetro di distanza tra di noi e la cosa iniziava a mettermi a disagio. Rimasi impassibile e sostenni il suo sguardo, perché un singolo cenno di cedimento l'avrebbe indotto a continuare.
«Sempre con il cuore di ghiaccio, Daphne?», sussurrò nell'incavo del mio collo.
«Vattene.», sentenziai duramente.
«So che vuoi fare la difficile, ma è proprio questo che amo di te.»
«Gerard... Al momento sono molto occupata, non ho tempo per le tue avance. Dovresti saperlo bene dopo cinque anni così, no?», sottolineai con una nota di sarcasmo. Si allontanò immediatamente come se avessi pronunciato parole di fuoco, che bruciavano ancora.
«Mi fa piacere che ti faccio ancora questo effetto.», continuai non cedendo a quello sguardo penetrante. Sebbene lui sembrasse abbastanza alterato, dopo il limite che avevo imposto tra noi. Nuovamente.
«Semplifichiamo le cose Gerard, perché sei qui?», alla mia domanda sembrò ricomporsi e assunse una posizione che trasmetteva maggior sicurezza.
«So che ti stai occupando dell'evento a Madrid di cui tutti parlano, inoltre si è sparsa voce di un after party esclusivo. Ovviamente sono invitato ad entrambe dato che sono il caro cugino di Ellen, ma vorrei dei pass extra.»
«Allora non vedo perché ti sei scomodato a venire. Potevi chiedere alla tua cara cugina di procurarteli.», risposi tagliente. Le sue iridi si illuminarono leggermente, mentre cercava di capire sé stessi scherzando oppure se fossi seria.
Uomini, i soliti idioti mi dissi tra me e me.
Mi sforzai di sorridere ed essere leggermente cordiale con lui, visto che non avevo bisogno di altri problemi con Ellen e sperando non fraintendesse per l'ennesima volta.
«Manderò alla tua segretaria i pass, buona serata.», conclusi avviandomi con passo spedito verso il mio ufficio per evitare ulteriori complicazioni. Tutto ciò era esasperante! Inspirai a fondo, per scollarmi di dosso quell'incontro raccapricciante.
Tuttavia, improvvisamente mi ritrovai scaraventata contro un muro. I suoi occhi trasmettevano un'ira tetra, che mi scombussolò più di quanto volessi ammettere. Per quanto mi sforzassi di pensare lucidamente a come divincolarmi da quella situazione, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare per calmarmi era Oliver. Lui era quel frammento di sicurezza, che riusciva a non farmi cadere nel baratro.
«Si può sapere cosa fai? Lasciami!», gli urlai liberandomi dalla sua presa e raddrizzando la mia figura per dimostrargli la mia posizione.
«Sei impazzito per caso?», continuai spintonandolo per ottenere una distanza di sicurezza.
«Sei tu che mi fai impazzire! Sai quante donne potrei avere? Eppure, tu... tu... Se solo mi avessi dato un'altra chance, ti avrei dimostrato che sono migliore di molti stronzi in giro.», il suo tono era così ferito che mi sembrò surreale che stesse capitando proprio a me.
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𝐓𝐖𝐈𝐒𝐓 𝐎𝐅 𝐅𝐀𝐓𝐄
RomanceDaphne è una ragazza tosta, con un carattere forte, addirittura a tratti inflessibile. La carriera per lei è tutta la sua vita, fin da piccola ha lavorato sodo per guadagnarsi una posizione di prestigio. Tuttavia, fortunata in lavoro, sfortunata...