Capitolo 5

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Carola pov:
Il sole caldo di inizio giugno mi dà il buongiorno mentre esco dal mio appartamento di Roma per dirigermi alle prove dello spettacolo di Romeo e Giulietta. Una volta entrata in sala cerco di allontanare il pensiero di Luigi e della breve conversazione avuta due giorni fa. Non faccio che pensare al distacco che mi sono imposta mentre parlavo con lui. In realtà, dentro di me si agitava una tempesta difficile da placare, quella che mi tormenta ogni qualvolta lo vedo o semplicemente sento parlare di lui.
In casetta mi capitava di riuscire a percepire la sua presenza anche quando il suo corpo era lontano dal mio campo visivo. Riuscivo a percepire Luigi, in mezzo a tante persone. E ho sempre saputo che Luigi percepisse me. Non ci siamo mai guardati e basta, io e lui. Spesso mi sono sentita nuda ai suoi occhi, priva di tutti quegli scudi di cui mi sono sempre vestita. Forse, però, questo non è stato abbastanza per lui.

Quando esco dalla sala sono ormai le due ed il mio stomaco brontola, chiedendo un po' di cibo. Mi cambio, indossando dei pantaloncini e un top ma non avendo neanche la forza di sciogliermi i capelli, legati con il mio solito chignon basso.
«Voglio solo tornare a casa e mangiare. A domani, Sere» sussurro sorridendo alla mia compagna, prima di lasciare l'edificio.
Percorro brevemente il tragitto verso casa ma l'immagine che mi si presenta di fronte agli occhi quando arrivo di fronte al portone del palazzo è totalmente inaspettata e non mi permette di avanzare.
«Carola» sussurra Luigi, più a sé stesso che a me.
« Luigi, cosa ci fai qui? » non so da dove riesco a trovare la forza per fargli questa domanda. Riesco a lottare contro la paura che la voce mi si fermi in gola.
«Sono tornato un'ora fa da Lamezia, ho posato i bagagli a casa e sono corso qui per parlarti. Ho davvero bisogno di parlare con te.»
«Di cosa? Non credo di essere nella tua lista di priorità al momento, ma questo un po' me l'aspettavo»
«Carola, ti prego fammi salire oppure diamoci un appuntamento per parlarti. Ho bisogno di spiegarti»
«Va bene, sali.»
E improvvisamente ho dimenticato la fame, i piedi doloranti e la stanchezza. È sempre stato così con Luigi, un suo gesto, un suo sguardo o una sua parola sono sempre stati in grado di annullare ogni tipo di dolore, angoscia o ansia precedente.

Luigi pov:
Ora che sto salendo le scale che portano all'appartamento di Carola capisco che non so da dove iniziare, non so cosa dirle.
« Entra pure » mi dice Carola davanti alla porta quando nota che non riesco ad avanzare di un passo. La guardo e solo ora mi rendo conto di quanto fosse bella anche tutta sudata e stanca.
«Scusa per il disordine, non ho avuto modo di riordinare stamattina» mi dice mentre posa il borsone all'ingresso e si dirige verso la cucina.
«Tranquilla» le dico mentre la seguo.
« Scusa se mi sono presentato a quest'ora, non avevo pensato al fatto che dovessi pranzare e che fossi stanca dalle prove » aggiungo.
« Non preoccuparti. In realtà mi chiedo come tu abbia fatto a sapere i miei orari e dove vivo»
«In realtà ho chiesto a Luca. Non si è fatto pregare perché non vedeva l'ora che ci parlassimo. Come tutti gli altri d'altronde» Carola mi osserva, mentre mette a bollire l'acqua sul gas. Cerca di percepire le mie intenzioni dal mio sguardo. Mi scruta, come spesso fa da quando ci conosciamo. E i suoi occhi in cerca di una risposta parlano molto di più della sua bocca.
«Non so da dove iniziare, Carola» e dalla mia voce si percepisce tutta la mia agitazione.
« Da quando sono uscito mi sembra di trovarmi in una grande confusione. Non sono venuto a parlarti appena uscito perché volevo prendermi del tempo per essere sicuro.»
«Sicuro di che?» mi chiede Carola.
« Che stessi facendo la cosa più giusta per te. Non dei miei sentimenti, di quelli ormai sono più che sicuro » dico in un sussurro.
«Credo di essere innamorato di te da molto prima di quanto pensassi» finalmente trovo la forza di dirlo.
«O meglio, so di esserlo. E non voglio più scappare. Non voglio più scappare da te, Carola. Ti chiedo scusa se ho pensato che questa fosse la cosa giusta per entrambi. Oggi ho capito che non lo è. E sono un cretino, perché ci ho voluto fin troppo tempo per capirlo, e forse tu oggi non vuoi più sentire parlare di me. E faresti anche bene perché lo merito. Riuscire a dirtelo è già abbastanza per me.»
«Io, io non so che dire. Non me l'aspettavo.» mi dice Carola, distogliendo lo sguardo.
«Non mi aspetto più niente da te e capirei se tu mi mandassi a quel paese però sappi che questo sentimento mi ha spinto a fuggire, fino a non sentirmi mai pronto, fino a sentirmi vulnerabile e stupido.»
«Cosa vorresti fare, Gigi? » ed io sorrido perché il mio nome pronunciato da lei non mi è mai sembrato così bello.
« Ora? Baciarti.
Poi dopo vorrei mangiare con te, fare l'amore con te, farti leggere i nuovi pezzi a cui sto lavorando, portarti a Lamezia dalla mia famiglia, vederti in prima fila ad un mio concerto, fare una vacanza con te, andare in Sardegna dai tuoi, vederti ballare, andare a mangiare un gelato in centro, asciugarti i capelli. Se vuoi posso continuare fino all'infinito. »
«Direi che per oggi basta la prima» mi sorride ed io mi chino a baciare quel sorriso. E mi sembra di tornare a respirare.

Nota autrice:
Avevo i due capitoli già quasi pronti, per questo ho deciso di pubblicarli entrambi. Ho pensato spesso a come potesse essere questo incontro e spero davvero che vi piaccia. Spero di essere riuscita a far trasparire la semplicità ma, allo stesso tempo, la profondità del loro rapporto. È proprio così che lo vedo.
A presto💛 e grazie.

Incondizionato|| caroligiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora