Capitolo 8

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Carola pov:
Le note di Ne me quitte pas risuonano in quella che è la mia casa: il teatro. Io ballo libera, libera da tutte le mie ansie e le mie fragilità come se in questo momento esistessimo solo noi, io e la danza, mia compagna di vita.

Moi, je t'offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas
Je creuserai la terre
Jusqu'après ma mort
Pour couvrir ton corps
D'or et de lumière
Je ferai un domaine
Où l'amour sera roi
Où l'amour sera loi
Où tu seras reine
Ne me quitte pas

Le parole di Jacques Brel mi arrivano dritte al cuore, le sento entrarmi dentro fino a provocarmi mille brividi per tutta la schiena. Le sento forti, come uno schiaffo in pieno volto.
Non avevo mai permesso a nessuno di insidiarsi così tanto dentro di me fino a prendersi tutto, figuriamoci in quei momenti in cui io concedo tutta me stessa solo alla mia danza. Eppure, mentre ballo sulle note di questa canzone non ci siamo solo io e lei, ma c'è anche Luigi. Di fronte a me appare chiaro il suo volto, le sue mani che mi sfiorano, le sue labbra che baciano ogni centimetro della mia pelle, i nostri corpi uniti e la voglia di sentirlo ancora dentro di me mi spinge a ballare con tutta la grinta del mondo.
Penso al fatto che non posso tornare indietro perché Luigi si è davvero preso ogni cellula del mio corpo, anche se tutte le mie paure e insicurezze mi spingono a pensare a cosa sarebbe di me se lui si pentisse di quello che è successo tra noi. E allora, non posso fare altro che continuare a danzare su questa canzone che sembra parlare per me.

Non lasciarmi.

Quando apro la nostra chat di WhatsApp nulla è cambiato rispetto a stamattina. Il mio ultimo messaggio appare visualizzato ma non c'è una risposta da parte sua.
La mia mente non si ferma e il mio cervello non smette di viaggiare lontano, pensando al fatto che la distanza e gli impegni, a lungo andare, potrebbero rendere impossibile questo rapporto. E se Luigi si fosse già stancato? Se non avesse davvero il tempo per me?
È la vibrazione del mio cellulare, che segnala una videochiamata da parte sua, a riportami alla realtà. 
Quando premo il tasto verde, sdraiata sul mio letto con porky tra le braccia, Luigi mi guarda con un sorriso grande e gli occhi stanchi.
« Amore » mi dice sospirando, come quando, dopo qualche minuto di apnea sott'acqua, si risale a galla per prendere aria.
A questa parola il mio corpo sfugge ad ogni mio controllo, sento un profondo calore raggiungere ogni parte di me ed il mio cuore esplodermi nel petto.
«Come mi hai chiamata?» gli chiedo.
« Non posso chiamarti così?» risponde con una domanda.
« Certo, solo che non me l'aspettavo.
Ciao piccolino» gli dico stringendo porky tra le mie braccia, immaginando lui al posto del mio amato peluche.
«Come vorrei essere lui in questo momento, è fortunato. Comunque ti ho detto che non sono piccolino» mi dice con un tono fintamente scocciato.
« Lo sei. Come stai e dove sei?» gli dico, non riuscendo a decifrare dallo sfondo dietro la sua testa.
« Sono a casa, nella mia stanza. Dopo l'instore sono venuto qui a Lamezia, anche se domani riparto. Sono tanto stanco, chissà se ce la farò a sostenere questo ritmo »
« Dai, è l'inizio. Sono sicura che poi andrà meglio e poi, stando a Roma, riuscirai ad avere una tua quotidianità»
« Tu come stai? » mi chiede.
« Sono stanca anche io. Domani devo ritornare a Roma » 
Improvvisamente ricordo che Luigi si trova a pochi metri dal suo passato, da quei fantasmi che l'hanno sempre rincorso e che mi fanno tanta paura perché potrebbero portarlo lontano da me.
E il mio istinto mi porta a chiedergli:
« Stasera esci? »
« Forse andrò in centro con i miei amici, nulla di che, anche perché sono molto stanco. Però sai, ormai le occasioni di vederli sono più che ridotte »
« Capisco » rispondo, cercando di nascondere il mio fastidio e i miei timori. Tuttavia, il mio volto, probabilmente incupito, spinge Luigi a rispondermi subito.
« Che cosa frulla in quel cervellino?» mi chiede.
« Sappi che quando verrai a Lamezia te li presento tutti» aggiunge.
« Niente, tranquillo » dico io, alludendo alla sua domanda.
« Carola, ti conosco, dimmi»
« Niente, pensavo al fatto che lì c'è la tua vita, lì c'è il tuo passato, quello che ti ha tanto tormentato e non so quale sarebbe la tua reazione se questo passato ritornasse, se per qualche ragione ti si ripresentasse davanti agli occhi» non faccio nomi, ma Luigi capisce subito a chi e a cosa io stia alludendo.
« Semplicemente non mi interessa di questo passato, dovresti averlo già capito»
« Io ho solo paura » rispondo. Subito mi maledico, sembro una bambina capricciosa.
« Carola, è con te che io voglio stare, io voglio solo te. Ti giuro che se non ne fossi stato sicuro avrei continuato a comportarmi come in casetta » mi sussurra Luigi. Ha una luce negli occhi, una luce che lo rende ancora più bello.
« No, è che io ora sono lontana e ho paura, scusami. Non dovevo dirtelo »
« Ci capiterà spesso di stare lontani perché il nostro lavoro è anche questo e lo sappiamo entrambi, però non sarà questo a far cambiare le cose. Non vedo l'ora di portarti qui a Lamezia e farti capire che, per quanto quel passato possa avermi segnato, non c'è più posto per esso nella mia vita. Ci sei solo tu»
« Vorrei tanto fare l'amore con te in questo momento» gli confesso a bassa voce, temendo che i miei genitori possano per caso passare davanti alla porta della mia stanza.
« Non immagini quanto vorrei io» mi dice. Ed io posso scorgere delle fiamme nei suoi occhi.
« Mandami qualche video di oggi, voglio vederti mentre balli» aggiunge.
« Sì, appena stacchiamo te li mando anche se ancora non mi rivedo. Mi ero messa sul letto a pensare e non ho avuto ancora modo di vederli»
« Carola, io ti amo» confessa improvvisamente Luigi. Il suo sguardo non è basso, come tutte le volte in cui parla di sé, come tutte le volte in cui confessa qualcosa che tiene nascosto nei cassetti della sua anima. Mi fissa Luigi e dai suoi occhi posso scorgere tutte quelle emozioni a lungo represse in silenzi e frasi lasciate a metà.
« Non volevo dirtelo così, dietro lo schermo di un cellulare, credimi. Avrei voluto dirtelo mentre facevamo l'amore l'altro giorno e non ci sono riuscito ma ora che ho visto il tuo sguardo ancora così insicuro, non ce l'ho fatta a tenermelo dentro. So che è colpa mia perché per tanti mesi ti ho reso insicura e non avrei mai voluto»
« Ti amo dal primo giorno. Ti amo da quando ti ho vista entrare in quello studio con quel tutù e le punte ai piedi. Non esiste più nessuna per me, credimi» aggiunge.
Sento il mio volto riempirsi di lacrime e ogni parte del mio corpo reagire a queste parole. Ed io sorrido come mai ho fatto nella mia vita.
« Ti amo tanto anche io, amore mio» gli dico tra i singhiozzi. Anche Luigi piange, il suo respiro si fa più pesante, come se da tempo volesse togliersi questo enorme macigno dal cuore.
« Ma tanto tu già lo sapevi che ti amo. Se ne sono accorti tutti che sei il mio punto debole » aggiungo.
« Si ma secondo me i più attenti si saranno accorti che tu sei il mio » mi dice prima di provocare una mia risata.

Nota autrice:
Spero che questo capitolo vi piaccia e colgo l'occasione per ringraziarvi di tutte le stelline, i commenti e le letture. Grazie di tutto 💛 un abbraccio forte.

Incondizionato|| caroligiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora