Capitolo 9

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Luigi pov:
Il corso principale di Lamezia durante le sere d'inizio estate è gremito di gente ed il leggero vento di giugno mi accarezza il viso mentre mi dirigo con il mio amico Antonio verso il nostro bar di sempre.
«Io e Carola ci stiamo provando» gli confesso ad un tratto con lo sguardo fisso sul cocktail che stringo tra le mani.
«Davvero?» mi chiede il mio migliore amico sbarrando gli occhi, prima di osservarmi annuire con la testa.
«Sono troppo contento, Gigi. Credo che meriti davvero tanta felicità e ho notato durante Amici come vi guardate » mi confessa sorridendo.
«Delle volte mi arrabbiavo con te davanti alla tv ed imprecavo ad alta voce pensando tu potessi ascoltarmi» aggiunge.
La mia reazione è una risata che tento di nascondere senza successo.
Antonio è il mio migliore amico da sempre, colui che conosce tutto di me e che mi ha sempre accettato per quel che sono, non cercando neanche per un solo istante di snaturarmi, perché quella non sarebbe amicizia. È una delle mie solide certezze, so che potrei passare anni senza vederlo ma che nulla cambierebbe mai, lui semplicemente ci sarà sempre. Spesso il mio carattere strano ha portato a scontrarci, poi però Antonio ha sempre tentato di comprendermi, certe volte ci è riuscito, altre no. Ma questo non ha mai fatto mutare ciò che ci lega.
«Lo so che sono strano e lo sai anche tu però credo che tu abbia capito che ciò che mi lega a lei è reale» gli confesso dopo un breve silenzio.
« La ami, non è così? » mi chiede il mio amico.
«Sì» dico semplicemente. E questo gli basta, perché lui più di tutti sa quanto per me sia complicato ammetterlo, agli altri e a me stesso. Lui più di tutti sa poi quanto il passato abbia peggiorato le cose, rendendomi sempre più vulnerabile, chiuso nei miei pensieri e incartato in un dolore che non sentivo di meritare ma che mi sono visto piombare addosso come un macigno insostenibile.
Antonio mi sorride e, persi nei nostri discorsi, non ci accorgiamo della presenza che si è avvicinata al nostro tavolino.
Mi basta alzare un secondo gli occhi per capire in che direzione sarebbe andata quella serata.
«Luigi» esclama la ragazza di fronte a me, colei che non molto tempo fa era stata la fonte di ogni dolore. Mi basta guardarla per capire che, in realtà, io sono guarito da tempo, da molto prima di quanto pensassi. La sua presenza non mi fa alcun effetto, e quel macigno insostenibile che sentivo fare pressione sul mio cuore non lo sento più. Ed, improvvisamente, capisco che la mia cura è stata quella dolce farfalla dagli occhi scuri.
Intanto, la ragazza di fronte a me si avvicina, e con uno slancio mi abbraccia. Antonio mi guarda incredulo, non riuscendo a comprendere il perché di quel gesto.
«Non pensavo di vederti qui ormai» mi dice la ragazza di fronte a me.
«Questa resta casa mia » dico io.
«Mi volevo complimentare con te, sei stato davvero bravissimo, sei arrivato così lontano » esclama lei.
« Ma guarda un po', invece c'è chi ci ha sempre creduto » la voce di Antonio è sicura e forte, come il sostegno che ha sempre dimostrato nei miei confronti, prima ancora che la mia musica risuonasse fuori dalle quattro pareti della mia stanzetta. Io gli sorrido, consapevole di essere fortunato ad avere un sostenitore come lui.
« Vabbè, Luigi potremmo tenerci in contatto se tu vuoi. Mi farebbe tanto piacere » afferma lei, cambiando palesemente discorso.
« In che senso?» chiedo io.
«Tentare di recuperare almeno un rapporto. Mi dispiace tanto » cerca di parlare lei, visibilmente in difficoltà.
« Io ti ho perdonata, se è questo quello che vuoi sapere. Perdonarti e
perdonarmi mi ha permesso di raggiungere quella serenità che tanto cercavo e che mi ha consentito di andare avanti » le confesso. Mentre parlo mi rendo conto di quanto, qualche mese fa, non avrei mai avuto il coraggio di dirle queste cose, mi rendo conto di come Carola mi abbia cambiato la vita, di come lei sia stata per me un vero e proprio fulmine a ciel sereno, un uragano pronto a spazzare via ogni mia certezza.
Niente è più come prima da quando con la sua dolcezza, le sue stranezze e il suo amore, ha fatto irruzione nella mia vita.
« Vabbè dai ne riparleremo meglio quando sei da solo » conclude la ragazza ancora di fronte a me e ad Antonio.
«Io non ho nulla da dire, davvero. Non ce l'ho più con te, semplicemente alcune persone sono destinate a perdersi e non serve a nulla sbatterci la testa mille volte, sarebbe come tentare di aprire una serratura con la chiave sbagliata, forzandola » le dico, incalzandola.
« E tu l'hai trovata? » mi chiede lei.
«Che cosa?» le rispondo con sguardo interrogativo.
«La tua chiave giusta » continua lei con curiosità.
«Sì» le dico con coraggio, sostenendo senza timore il suo sguardo di sfida
«Io l'ho trovata».

Incondizionato|| caroligiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora