Capitolo 4

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« Ho davvero vinto Amici»
È questo il pensiero che mi accompagna durante tutto il viaggio sul treno che da Roma mi porta a Lamezia, a casa. Solo adesso che sto tornando inizio a rendermene conto.
Sono le braccia forti di papà ad accogliermi una volta sceso, insieme poi a quelle di mia madre, accompagnate dalle lacrime di mio fratello.
Mi sento spaesato quando, lungo il tragitto che porta dalla stazione a casa, osservo le strade della mia città. Sono sempre io, sempre lo stesso, eppure mi sento cambiato così tanto.
Quando apro la porta di casa la mia famiglia mi accoglie tra urla, lacrime e abbracci. I sorrisi dei miei zii, dei miei cugini e dei miei nonni sono accompagnati anche da quelli dei miei amici più stretti, avvisati del mio ritorno da mio padre.
«Non abbiamo mai avuto dubbi su di te», mi dice mia zia Chiara con le lacrime agli occhi.
«Ero sicuro di poter contare sul vostro sostegno e vi ringrazio per questo perché mi avete dato tanta forza» rispondo, non riuscendo a nascondere l'emozione che sto provando in questo momento.

La sera stessa del mio arrivo a Lamezia i miei amici mi chiedono di uscire ed io accetto volentieri. Per strada molti si fermano a salutarmi, qualcuno mi chiede una foto o mi guarda con occhi fieri, complimentandosi per il mio percorso e per la mia musica.
« Anche chi non ha mai creduto in te, chi non avrebbe scommesso un euro su di te, si è ricreduto e ora dice di sostenerti» mi dice il mio amico Antonio, quando, seduti al tavolo del nostro bar preferito, mi aggiorna su ciò che era successo durante i miei mesi di assenza.
«Lo so, ma non mi interessa più. Sono contento che qualcuno si sia potuto ricredere ma ho la testa altrove» e per la prima volta ho il coraggio di dirlo ad alta voce.
«E finalmente, direi» dice il mio amico.
« Hai una strana luce negli occhi, Gigi. Ma non è una cosa negativa, non fraintendermi. Credo che tutto questo ti abbia cambiato, ti abbia reso più consapevole di quanto vali come persona e come artista. Non permettere mai più a nessuno di metterti in discussione, in nessun aspetto della vita» aggiunge sorridendo.
« Grazie, sei una delle poche certezze che ho e ti voglio un bene immenso, anche se non te lo dico mai» rispondo io.
« Lo so, te ne voglio tanto anche io. Spero che tu possa imparare prima o poi a dire più spesso queste cose » mi dice il mio amico prima di abbracciarmi.

Quando torno a casa è ormai notte fonda ed io decido di fare una cosa che avevo intenzione di fare dal primo giorno in cui sono uscito da quella casetta.
Le mie dita digitano veloce il nome di Carola sullo schermo del mio cellulare.

Mi manchi.

È questo il messaggio che le lascio nella nostra chat vuota.
Fino a quel momento non avevo avuto la forza di scriverle né di chiederle di incontrarci. Una volta uscito da Amici avevo visto la storia che mi aveva dedicato su Instagram a cui avevo risposto «Grazie per non aver smesso di crederci» decidendo poi di ignorare la sua risposta.
In seguito sono arrivate le interviste, le chiamate dalle radio e le ospitate in tv e non ho avuto il tempo di far fronte a questo sentimento che ogni giorno stava crescendo dentro di me.
«Vorrei dedicarle il giusto tempo» è stata una delle risposte che ho dato quando mi hanno chiesto di lei. Ed è vero, Carola avrebbe bisogno del giusto tempo, così come il mio sentimento.

Eppure sono stato un vigliacco, ancora una volta. Ancora una volta, mi è mancato il coraggio di correre da lei, una volta uscito da quella scuola. È quella l'unica cosa che avrei voluto fare. Avrei voluto dirle che le sensazioni che dicevo di non provare erano tutte dentro di me e che, una volta uscita da quella scuola, le avevo sentite così forti nel mio petto, tanto da impedirmi di respirare.

« Non credo di mancarti, il tuo comportamento dice altro.»

La risposta della ballerina appare sullo schermo del mio cellulare ed io sento immediatamente una fitta allo stomaco.

«Permettimi di parlarne, per favore.»

Digito velocemente, vedendola ancora online.

«Sono stanca di tutto questo, ho già sofferto tanto. Non posso permettermelo più.»

Ed il mio cuore perde un battito. La consapevolezza di averla persa mi rende fragile. Mi sento vulnerabile, come mai avrei pensato di essere e come mai avrei permesso a me stesso di essere. 

«Vorrei parlarti davvero, Carola. Incontriamoci, non può finire così»

« Ora sono stanca e ho bisogno di riposare. Magari ne riparleremo, non lo so. Buonanotte»

Il distacco e la freddezza che traspare dai messaggi di Carola non mi permette di chiudere occhio. L'avrei incontrata, anche solo per guardarla per un'ultima volta negli occhi, di questo ne ero certo.

Nota autrice:
Non mi piace molto questo capitolo, è solo un capitolo di passaggio per arrivare all'incontro caroligi 🤫
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno votato o semplicemente letto la mia storia. Non perdetevi i prossimi capitoli.
Vi abbraccio, con amore💛

Incondizionato|| caroligiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora