"Victoria... Victò. Svejate, forza" una mano mi carezza con dolcezza una spalla.
"Mmmhh... papà, fammi dormire, ieri sera ho fatto tardi" mi rigiro nel letto.
"No so' tu padre, ringrazia che non lo sia" ride.
"Senti Michele, sono stanca e in più ancora arrabbiata. Quindi lasciami dormire"
"No so' manco Michele, qui è Icaro che parla" risponde picchiettandomi sulla schiena con un dito.
Alla sua risposta mi giro di nuovo, stropicciandomi gli occhi e intravedendo la figura del ragazzo che se ne sta seduto sul letto accanto a me.
"Ma buongiorno" sorride, alzandosi molto lentamente e dirigendosi verso la porta.
"Appena te la senti vieni di là in cucina, basta che fai 'a strada che hai fatto ieri sera. Io sto lì a farmi un caffè" fa per uscire.
"Come va la testa?" Chiedo, facendolo fermare sul posto.
"Meglio, dai. Poi te spiego, ieri s'è rivelato più complicato der previsto" esce dalla stanza, lasciandomi da sola in quella camera dal soffitto altissimo e sotto le coperte caldissime del suo letto.
Controvoglia mi alzo e lo raggiungo in cucina, notando con piacere che la temperatura non varia di molto nel passaggio fra le stanze.
Ha il riscaldamento a pavimento che trovo stupendo, in più il clima in questa casa così ordinata e illuminata è davvero piacevole.
Quando arrivo in cucina lo trovo di spalle, indaffarato nel preparare il caffè. A differenza di ieri sera ha i capelli sciolti, sono più lunghi di quanto mi aspettassi.
"Ciao" mormoro sedendomi al tavolo dell'open space che affaccia sul salotto ampio.
"Ehi. Vuoi 'n po' di caffè? Così ne faccio di più" quando si volta noto un livido verde e viola sul punto in cui ha preso la botta.
"Oh, sì grazie... ma quindi cos'è successo con la testa? E dov'è Leonardo?" Domando alzandomi per aiutarlo.
"Praticamente nun smetteva più de sanguinà, quinni nel panico Lello m'ha portato al pronto soccorso. Tranquilla, t'avevamo chiusa dentro casa e lasciato 'n mazzo di chiavi di riserva nel caso fosse successo quarcosa" comincia a raccontare nel frattempo che mi indica gli armadietti da aprire per metterci le cose che non gli servono più.
"Poi quanno semo arrivati, su padre -che è medico e c'aveva il turno di notte, che fortuna- mi ha messo dei punti e quanno ha finito il turno ha portato me qui e Lello a casa sua" versa il caffè in una tazzina porgendomela e facendomi cenno di sedermi, poi fa lo stesso con la sua tazza.
"Cavolo, potevi svegliarmi... vi avrei aiutati. Ma come ci siete arrivati al pronto soccorso?" Sorseggio il liquido caldo mentre Icaro si accomoda sulla sedia davanti a me.
"Semo annati a piedi. Nun sta troppo lontano da qui per fortuna. E tu stavi a dormì così bene, sembravi 'n angelo... e poi avevi litigato co' Michele, pensavo avessi bisogno de riposà" mi sorride, amaro come il caffè, ed è in quel momento che noto i punti che gli chiudono la ferita in testa.
"Grazie, davvero. Siete stati tutti e due gentilissimi, e comunque non so cosa sia preso ieri sera a Michi. Non fa mai così" osservo pensierosa.
Lui continua a guardarmi, guarda i miei occhi, la sua maglietta che indosso, i movimenti che faccio per sorseggiare il caffè annacquato che ha preparato.
"Nun me devi ringrazià, è stato 'n piacere. E poi sta casa è sempre vuota, ce passo metà d'a' vita mia e sono sempre solo. Ogni tanto viene Lello, ma nun è la stessa cosa" mi dice sparecchiando e conseguentemente offrendomi dei biscotti.
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La Queen e il Duke // Damoria
FanficVictoria e Damiano. Damiano e Victoria. La Queen con il suo Duke, come piacciono a noi. I commenti sono ben accetti, vi aspetto tutti nella sezione apposita con le vostre opinioni. ⚠️CONTENENTE SCENE DI: -Violenza -Sesso -Alcool -Droga -Linguaggio i...