Capitolo 13

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Non c'è stato bisogno di dire niente, appena ci siamo staccati dall'abbraccio mi ha presa per mano come qualche ora fa e mi ha condotta in camera.

Sapevo che non aveva intenzione di finire a letto con me subito, me ne ha dato la certezza quando dopo avermi messo in mano una delle sue tute comodissime ha lasciato la stanza.

La sua inesperienza con i rapporti come questi fa sì che ci sia molto rispetto da parte sua, che non voglia correre subito e andare avanti con troppa fretta.

Probabilmente ha paura di sbagliare qualcosa, e lo capisco. Però ho pensato che forse dovrebbe sperimentare un po', alla fine è ancora un bambino su questo fronte.

Perciò ho aperto la porta della sua camera davanti alla quale mi stava aspettando, e si è stupito nel trovarmi ancora con il mio vestito.

È lo stesso che ho messo a Natale; ho pensato che, dopo tutto quello che mi aveva detto, avrebbe gradito rivedere questo tubino che tanto aveva apprezzato.

Ora sono io a prenderlo per mano, mentre è ancora perplesso, e mi giro dandogli le spalle.

Prendo una delle sue mani, la destra, e la posiziono sulla zip del vestito.

"Sei... posso?" Chiede incerto.

"Vai" sussurro.

Appoggia l'altra mano sulla mia spalla sinistra e si fa più vicino, nel frattempo fa scorrere lentamente la lampo.

Sento le punte delle sue dita aprire il vestito, e dopo avermi tirato fuori le braccia lo fa scorrere fin sotto i fianchi lasciandolo cadere sul pavimento.

Le sue mani si intrecciano sul mio ventre, calde, mentre mi lascia un piccolo e tenero bacetto sulla spalla prima di appoggiarci su la fronte.

Mi giro, e dopo avergli slacciato cintura e pantaloni lascio che raggiungano il mio tubino.

Il buio della stanza ci impedisce di vederci a vicenda, ma riesco a intravedere il suo petto alzarsi e abbassarsi più velocemente quando mi metto di nuovo sulle punte prima di baciarlo nuovamente.

Stavolta le sue mani raggiungono i miei fianchi in meno tempo, e comincia ad avanzare facendomi retrocedere verso il letto.

Mi ci fa stendere con delicatezza, accarezzandomi ai lati del busto, e allunga il braccio prendendo in mano la tuta che avevo lasciato sul comodino.

Con delle abili movenze mi infila i pantaloni inspiegabilmente caldi, per poi interrompere per un secondo il bacio in modo da mettermi anche la maglietta.

Poi sfila da sotto la mia schiena il piumino del letto e con esso copre entrambi.

Di nuovo si stacca dal bacio, ma scopro che è per lasciarmi tanti dolci e piccoli baci su tutto il viso mentre si sposta piano al mio fianco.

Una volta arrivati uno davanti all'altra lui, ancora in mutande, infila la testa fra il materasso e il mio collo, e attende.

Mi basta qualche secondo per capire che vuole soltanto essere coccolato.

Appena comincio a carezzargli la schiena e fargli i grattini baciandogli una spalla, mi stringe fortissimo in un abbraccio, mugugnando versi di approvazione.

Continuiamo così per un po', finché non sento che si rilassa e che il suo respiro diventa definitivamente regolare, segno che si è addormentato.

Mi lascio andare anche io fra le braccia di Icaro e fra quelle di Morfeo, con un sorriso stampato in faccia che sarà difficile da togliere.

~

Appena mi sveglio mi accorgo che ho dormito tutta notte in quella posizione, e che Icaro sta ancora ronfando pesantemente con la testa sotto la mia.

Sorrido, ripercorrendo la serata, fino a che non mi accorgo di dover andare in bagno.

Provo a sfilarmi dalla presa del ragazzo, o forse dovrei dire uomo dato che ora ha vent'anni, ma lui mugola tirandomi giù sul letto con lui, mentre mi abbraccia cambiando posizione.

Al secondo tentativo lui si lamenta di nuovo e di più, coprendoci fin sopra la testa con il piumino.

"Ica... Ica, devo andare in bagno" gli dico mentre mi abbraccia cercando riparo nuovamente nell'incavo del mio collo.

"Ce vai dopo, mò poi sta qui 'n po'?" Chiede, la voce roca tipica di chi è appena sveglio.

"Ma mi scappa" protesto.

"Ma io nun vojo che te ne vai" dice lui, con il tono di voce triste.

"E chi ha detto che me ne vado? Dopo che ho finito torno qui"

"Davero? Di solito Ginevra dice che deve annà 'n bagno e poi sgattaiola via"

"Io non sono Ginevra Ica, te lo ricordi?"

"Mmh sì, tu sei Vic... mamma mia quanto me piaci, Vì..." mormora perso nei suoi pensieri.

Ne approfitto per sgusciare via dal suo abbraccio fra le proteste indignate dello splendore che è ancora mezzo addormentato nel suo letto.

Raggiunto il bagno, faccio quello che devo fare e mi tolgo anche il reggiseno che per dormire è scomodo.

Tornata in camera trovo un Icaro seduto a gambe tese sul letto che si stropiccia gli occhi con le mani a pugno, e vado lì accanto a lui.

Appena mi siedo, sentendo il materasso piegarsi sotto il mio peso, Icaro si volta e mi guarda.

"Ma come fai ad essè così bella anche di prima mattina?"

Sorrido imbarazzata, mentre lui si sdraia di nuovo trascinandomi giù.

Decido però di rotolare sopra di lui, fino a trovarmi con le labbra sulle sue.

"Mmmhh..." mugola lui, infilando le mani sotto la mia maglietta.

Probabilmente è ancora convinto che io indossi il reggiseno, e purtroppo è troppo tardi quando mi ricordo di essermelo tolto.

Le sue mani scorrono fino a toccare i miei seni scoperti, e non appena Icaro capisce di star sfiorando uno dei miei capezzoli le ritira subito interrompendo il bacio.

"Scusa! Scusa, io... nun lo sapevo..." prova a scusarsi, senza sapere che non ha bisogno di farlo.

Provo a calmarlo, mentre lui si è alzato dal letto e si sta facendo chissà che film mentali.

"Non pensavo l'avessi tolto! Me dispiace, non volevo mica..."
Dice con un'espressione in viso spaventata, neanche mi avesse tirato uno schiaffo.

"Ehi, ehi. Calmo. Non è successo niente" mi alzo anche io, prendendogli le mani fra le mie.

"Da... davero?"
Chiede con timore, e non penso di averlo visto più indifeso di così.

"Certo. Devi stare tranquillo, non lo sapevi e non è un problema che tu mi abbia toccata. Però devi essere un po' più sciolto, capito?"

"Ok..." si rilassa, sedendosi sul letto ancora scosso.

"Capisco che tu abbia paura di fare qualcosa di sbagliato, di correre troppo, e apprezzo anche tutta la dolcezza che usi quando sei con me. Però devi scioglierti"

Annuisce, gli occhi da cucciolo, mentre mi siedo sulle sue gambe.

"È... è tutto nuovo pe' me, capisci?" Prova a spiegarmi, con l'incertezza di chi non sa se verrà compreso o meno.

"Facciamo così: tu fai quello che ti sembra giusto, se poi ti spingi troppo oltre io ti fermo. D'accordo?"

Sorride e annuisce felice, per poi riprendere a baciarmi.

Ho come la sensazione che non ce ne andremo mai da questo letto.

La Queen e il Duke // DamoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora