LE LUCI D'AGOSTO

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Ho cercato in ogni modo di provare la mia innocenza. Ho raccontato cento volte questa storia nella speranza di sentire anche solo una persona capace di testimoniare l'accaduto. Eppure per quanto catastrofico e traumatizzante, nessuno sembra ricordarsene a parte me.

Sto pagando per una colpa che non ho, ma come posso più dimostrarlo?

Racconterò la mia versione un'ultima volta.

Era una notte d'Agosto come altre, io e Laura eravamo in salone, guardavamo un film in silenzio. Lei odiava quei film, ma non c'era davvero nulla in televisione.

Faceva ancora molto caldo e ci rinfrescavamo con dei ventagli e del tè freddo.

A una certa età il caldo non è più piacevole, diventa soffocante e a spogliarsi troppo si rischia di prendere un malanno.

Non c'era vento fuori e vivendo in città regnava il silenzio per tutto il mese.

Come dicevo, era una notte d'Agosto come le altre, e avrei tanto voluto che fosse rimasta tale.

Avete presente quando sentite che qualcosa sta per andare male? Come una premonizione che il corpo cerca di inviarvi con una strana pressione alla testa e un vuoto allo stomaco? Quella sera iniziai a sentirmi così, come se il tempo si fosse rallentato per darmi il tempo di scappare o organizzarmi.

Ma a una certa età potrebbe essere anche solo qualcosa di indigesto dalla cena.

Avrei voluto dare ascolto a quella sensazione.

Ci fu un calo di corrente, le luci facevano le bizze con tenerezza prima di spegnersi definitivamente, emettendo un ronzio elettrico.

Per qualche minuto ci comportammo come se nulla fosse, forse abbiamo sbuffato con la sicurezza che sarebbe tutto tornato come prima a breve. Ma passati quei tre minuti, la pigrizia cedette il posto al fastidio, così mi alzai a controllare la situazione nel vicinato guardando dalla finestra. Abitando in un complesso di ville non è raro che un blackout prenda l'intero quartiere, è una sicurezza in più per me, è come se qualcuno mi dicesse "Vai tranquillo non è un problema tuo, è un problema di tutti".

La luce era andata via in tutto il vicinato, così avvertì mia moglie per tranquillizzarla e anche lei si affacciò a una finestra a lei vicina, come per confermare.

"Ci sono delle luci! Guarda!" disse lei

"Magari sono usciti con delle torce, spero non sia successo nulla di grave" Risposi.

Affacciandomi vidi anche io delle luci in movimento tra una villetta e l'altra, così aprì la finestra e urlai "Che succede?" senza però ottenere alcuna risposta se non una forte eco della mia domanda.

Mi iniziai a preoccupare, che fosse quella la causa del mio timore?

Forse il guasto era peggio di quanto pensassi.

Così presi una torcia anche io per prestare aiuto ma le pile erano scariche.

Vidi avvicinarsi una persona con la torcia e feci dei cenni con le mani per farmi notare.

"Ei! Siamo qui! Che succede?" chiesi io ottenendo sempre lo stesso risultato: una forte eco.

Mi girai verso Laura per cercare uno sguardo di intesa o un qualche supporto da parte sua, ma lei era rimasta come ipnotizzata a guardare dalla finestra.

La chiamai per nome ma lei continuava a fissare quelle luci nell'oscurità.

Il mio timore aumentava sempre più, qualcosa di terribile stava per accadere.

Io lo sapevo già.

Bussarono alla porta. Forse i miei tentativi non erano vani.

Aprì la porta con sicurezza, contento di potermi sentire sicuro, ma sull'uscio mi aspettava ciò che oggi non posso provare: un uomo, vestito come me ma con la testa fatta di pura luce. Era come guardare un faro o il sole.

Tale fu l'intensità della luce da accecarmi, facendomi portare le mani alla faccia.

Urlai dal dolore e dal terrore, e quell'essere urlò con me imitando perfettamente la mia voce. Sentì in lontananza altre grida identiche alle mie, l'unica voce che potei distinguere era quella di Laura. Anche lei urlò a pieni polmoni, terrorizzata e sola.

Cercai di riprendere la vista al meglio strofinandomi gli occhi, ma quella luce rendeva ancora impossibile avere una visione chiara dell'accaduto. Potevo vedere a malapena le loro sagome: Laura era a terra in preda al terrore e l'essere era in piedi davanti a lei con un braccio alzato, come per colpirla.

"Laura! Laura scappa! Laura!" Urlai io disperato, ottenendo solo altre raccapriccianti imitazioni della mia voce e una forte eco.

Lei urlò straziata, non potrò mai scordare quel grido devastante, né il modo assurdo con cui si spezzò in seguito a quello che sembrava un lampo o un'esplosione.

L'essere era scomparso, la corrente era tornata in tutto il quartiere e io ero in piedi davanti a Laura. Il suo corpo era come scoppiato dall'interno, e gli arti e la testa erano recisi quasi di netto.

Come potete ancora pensare che io volessi uccidere mia moglie dopo cinquant'anni di matrimonio.

Con quale forza avrei potuto ridurla in quello stato?

Hanno tutti testimoniato contro di me. Hanno tutti detto di aver visto me fare ciò che è stato fatto.

Ma come posso dimostrare il contrario?

Come possono loro aver dimenticato tutto di quella notte?

Non voglio vivere con questa colpa.

Voi lo capite, vero?

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