ACQUE DI PALUDE

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Ora, dottore, mi sento pronto a parlare di mio padre. Non credo mi faccia bene tenere dentro di me questa brutta storia, mi fido di lei, ma lei deve fidarsi di me e deve essere pronto a credere a ciò che sto per raccontarle.

Mio padre ha sempre avuto una passione per la pesca e la caccia, trovava fossero stimolanti e amava portare i suoi trofei a casa per renderli cena. In particolare amava pescare di notte, diceva che di notte si trovano le cose migliori, e spesso andava in un laghetto in una palude a qualche chilometro da casa nostra. La notte in cui è cominciato tutto era andato proprio in quella palude, era con due suoi amici fidati, Lorenzo e Alex, erano partiti intorno alle otto di sera e a differenza delle altre notti non erano rincasati verso mezzanotte.

Ricordo bene che mia madre si stava preoccupando e i suoi timori erano aumentati dopo averlo chiamato al telefono senza successo per più volte. Io sono crollato dalla stanchezza verso le due, ma penso che lei sia rimasta sveglia tutta la notte.

Abbiamo rivisto mio padre all'alba, era zuppo d'acqua fino a sopra la testa e aveva un'espressione stanca e vuota sul volto. Ricordo che non ha avuto alcuna reazione nel vederci preoccupati o alle parole di mia madre. Ha semplicemente risposto, dopo una lunga pausa, "Mi è scappato" per poi ignorarci e salire le scale fino alla sua camera da letto.

Non avevo mai visto mia madre tanto preoccupata, aveva gli occhi lucidi e le tremava la bocca.

"Chiama i ragazzi" mi ha detto mamma in lacrime. Ma prima che potessi anche solo digitare un numero sul telefono di mia madre, arriva una chiamata da parte di Michi,la moglie di Alex.

"Avete visto Alex? Non è ancora tornato e ho saputo della rissa" ha detto lei piangendo.

"No...quale rissa? Papà è tornato poco fa ma sembra strano" ho risposto.

"Si sono picchiati, Lorenzo è tornato sporco di sangue, me lo ha detto sua moglie"

Dopo queste parole ci siamo salutati sperando per il meglio sul ritorno di Alex e ho raggiunto mia madre nella loro stanza, restando dietro la porta socchiusa per origliare.

Sentivo mia madre piangere "Ti prego guardami...che cosa è successo? Guardami!"

Potevo spiarli dal piccolo spazio della porta socchiusa, mia madre era seduta sul letto, in lacrime, mentre mio padre era in piedi davanti allo specchio. Si guardava, sempre con espressione vuota, toccandosi la faccia con la punta delle dita.

Mia madre ha continuato a chiedere spiegazioni singhiozzando, non mi sentivo di dirle ciò che ero venuto a sapere quindi ho inventato una scusa entrando in camera loro.

"Vado a casa di Lorenzo, non rispondono al telefono e farei molto prima in questo modo"

Mia madre mi ha creduto, forse il dolore l'ha accecata abbastanza da non insospettirsi.

Ho preso la bicicletta e ho pedalato di corsa verso la casa di Rosa e Lorenzo, era una villetta come la nostra, non molto grande e divisa in due piani. A differenza nostra però, loro non curavano per niente il giardino né ridipingevano l'esterno della villa, dando così un aspetto sporco e vecchio.

Avevo sempre paura di ferirmi o pungermi con qualcosa nel loro giardino.

Ho bussato senza però avere alcuna risposta, di nuovo, due, tre, quattro volte senza successo, eppure riuscivo a vederli dalle loro finestre senza tende, stavano litigando, ma non riuscivo a capire cosa dicessero. Lei si muoveva avanti e indietro per la stanza e lui era in piedi, immobile, ed emetteva un rumore simile a un lungo lamento, che rendeva impossibile capire le parole di lei. Era sporco dalla testa ai piedi, come se si fosse fatto una doccia di sangue. Sentivo lei alzare la voce e lui spalancava sempre più la bocca trasformando il suo lamento in un urlo monotono e primordiale. Ero come stregato da quella scena così assurda, tanto da dimenticarmi di nascondermi per bene, e lui, ha improvvisamente girato la testa verso di me con uno scatto, senza smettere di urlare, rendendomi visibile anche a Rosa che, prontamente, si è avvicinata alla finestra mentre io scappavo via in maniera goffa.

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