IL CASO DELLA POLTIGLIA

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Siamo stati chiamati per un'emergenza in una zona residenziale alla periferia della città, un'aggressione dicevano. E' stato chiesto a me e il mio collega di andare in borghese, a quanto pare gli aggressori potevano ancora essere lì. Noi abbiamo obbedito agli ordini e abbiamo preso un'auto di servizio.

La notte era ancora giovane e faceva molto caldo, quando siamo arrivati ci siamo trovati davanti a una strada chiusa da dei grossi blocchi di cemento che avevano reso impossibile procedere se non a piedi. Intorno a noi c'erano parecchie macchine parcheggiate e abbiamo trovato un posto libero parecchio lontano da dove avremmo dovuto andare.

La strada oltre quei blocchi era tutta in salita, il caldo non dava di certo una mano.

"Cazzo poteva dirlo che era una zona pedonale...saremmo arrivati con le moto" Ho detto io al mio collega trattenendo a fatica il fiatone.

"Dai tanto siamo arrivati, vedo una donna da qui" Mi risponde lui col suo tipico ottimismo.

La donna si è accorta di noi e ci ha fatto un cenno con la mano.

"Aiuto! Siamo qui! Venite! Presto!" Aveva urlato lei sbracciandosi.

"Arriviamo Signora!" Abbiamo risposto noi contraccambiando un cenno con la mano.

Arrivati da lei notiamo subito che la donna, alta e snella, con dei capelli lunghi e riccissimi, ha una bambina con se, anche lei riccissima, forse avrà avuto sei o sette anni. Ci aspettavano, mano nella mano, sotto la luce di un lampione.

"Ma quanto ci avete messo?" Ci ha chiesto lei stizzita.

"Ci perdoni signora abbiamo avuto un problema nel trovare parcheggio" Ho risposto io prendendo fiato.

"Ma perché venire in macchina? È una zona pedonale questa. Potevate almeno venire in moto" Risponde lei con aria superba.

"Già...dunque ha chiamato per aggressione e atti vandalici...può dirci di più?" ho detto io facendo cenno al mio collega di prendere appunti.

"Oh Si! Passeggiavamo come ogni giorno qui in zona, sa sono un'abitudinaria, e la piccola,il mio angelo, ha notato qualcosa di disgustoso!" Ha iniziato a raccontare lei mentre il mio collega prendeva appunti.

"Ook...dove si trova questo qualcosa di disgustoso?" Ho chiesto.

"Non le ho creduto all'inizio, anche se è molto educata, spesso mi dice bugie sa? Vero? VERO!?" Ha continuato lei strattonando la bambina, che si lascia tirare come una bambola senza alcuna reazione.

"Ma questa volta no! Era tutto vero...la mia piccola non è una bimba come le altre" Ha detto lei dandole una carezza molto teatrale.

Il mio collega attira la mia attenzione con un colpo di tosse per poi indicare con un dito verso l'oscurità oltre il lampione.

Ho preso la mia torcia e seguito le indicazioni mute del mio collega camminando lentamente verso quello che sembrava un'enorme massa deforme, putrida e oleosa.

Sembrava un' enorme marmellata umana, potevo vedere dei denti lì in mezzo a quella poltiglia, e forse anche un'occhio. Il fetore che emanava era terrificante, tanto che non avrei mai potuto avvicinarmi più di tanto.

"Fai delle foto e tira fuori guanti e mascherine" Ho ordinato al mio collega.

Anche lui si è avvicinato con la sua torcia e ha illuminato un'altra piccola massa putrida.

"Anche quella?" Mi chiede lui.

"Certo...certo anche quella, fotografa tutto quello che ti sembra assurdo o disgustoso" Rispondo io innervosito

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