GRAND SPAR

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L'incidente alla piattaforma petrolifera "Grand Spar", nel Mar Glaciale Artico, non è stato del tutto doloso. Doveva accadere. Ma andrò per gradi a spiegare l'accaduto.

Da qualche giorno ci avevano annunciato la chiusura della piattaforma, gas e petrolio avevano iniziato a scarseggiare nelle bolle sotterranee in cui operavamo.

Di conseguenza molti di noi erano stati mandati via in anticipo, noi altri, circa dieci uomini e tre donne, avremmo dovuto aspettare la fine della settimana per assicurarci di chiudere tutto correttamente, senza dover usare il pulsante d'emergenza, che avrebbe disattivato l'intera piattaforma in maniera definitiva, ma molto brusca.

Avevamo passato l'ultimo giorno a pulire quella matassa gigante di tubi e stecche di ferro. Ci sentivamo in dovere di farlo, era come lasciare un Bnb, non puoi farlo trovare sporco o in cattive condizioni.

Normalmente per pulire tutto ci avremmo messo circa due o tre ore, ma quel giorno ci eravamo dilungati fino a sera, in ogni caso le valvole venivano chiuse e il lavoro scarseggiava, quindi era meglio pulire che starsene con le mani in mano.

Quella sera però era diversa dalle altre, non solo perché era l'ultima, si sentiva nell'aria un presagio, come quando dimentichi qualcosa di importante prima di partire.

Io non avevo molta voglia di giocare a carte nella sala comune, quindi ho voluto tenere ancora un po' la divisa da lavoro per fare una passeggiata notturna lungo la piattaforma.

Nonostante avessi passato già due settimane lì, trovavo il rumore delle onde molto calmante, non mi annoiava mai, anzi, mi faceva sentire lontano dal gigante di ferro e cemento in cui ero.

Quella sera sentivo più freddo del solito e vedevo avvicinarsi una fitta nebbia.

Il mare sembrava calmo eppure sentivo come un'aria di tempesta.

La nebbia aveva avvolto completamente la piattaforma nel giro di qualche minuto, e io non potevo che guardare quel muro bianco, illuminato dalle luci della piattaforma.

Sentivo di essere il solo ad essersene accorto.

Il rumore del mare sembrava più vicino, ma sempre costante. Mi sentivo strano, un brivido gelido mi correva lungo la schiena, come se mi fossi accorto involontariamente di qualcosa.

Vedevo nella nebbia, in lontananza, un faro. Ho subito pensato a una nave in avvicinamento, ma la posizione del faro era troppo alta, sarebbe dovuta essere una nave di misure mai viste prima.

Sentivo il rumore del mare solo con l'orecchio destro, credevo fosse un problema d'udito, quindi ho provato a stappare l'orecchio sinistro ma senza successo. Mi sono girato verso destra e ho visto il mare. Era come se la piattaforma si fosse inclinata o come se il mare andasse in verticale.

Confuso e spaventato mi sono girato verso la sala comune, ma nessuno dei miei colleghi aveva notato l'anomalia.

Mi sono girato verso il faro nella nebbia e riuscivo a vedere la sagoma di un enorme nave avvicinarsi rapidamente verso di noi. Ho urlato ai miei colleghi per attirare la loro attenzione e loro sono usciti velocemente. Il mare ora era completamente in verticale, ma le onde fluivano, come se nulla fosse, andando verso l'alto, e la nebbia nascondeva a malapena la minacciosa sagoma in avvicinamento. Ormai tutti potevano vederla ed eravamo certi che qualsiasi cosa fosse, si sarebbe schiantata su di noi da lì a pochi istanti. Uno di noi ha fatto una rapida corsa verso un pulsante e, premendo un grosso pulsante, ha fatto scattare le sirene d'allarme. Speravamo di far virare la grossa nave ma il suo moto era costante e inquietantemente rapido. Ogni secondo sembrava farsi più grande e , come in risposta alle nostre sirene, ha emesso dei suoni con una sirena apparentemente più grande e potente, tanto da sovrastare le nostre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 15, 2022 ⏰

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