Capitolo 1

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Siamo in macchina da ormai sei ore.
Sei lunghissime ore.

Mia madre dorme come un sasso, ma come biasimarla: si è affaticata davvero molto nell'ultima settimana, dovendosi occupare del bar, della casa e del trasloco in generale.

Mio padre invece sta guidando ininterrottamente da quando siamo partiti, nonostante io abbia provato più volte a convincerlo a fare almeno una piccola sosta.

Dovremmo essere quasi arrivati, non vedo l'ora di rivedere mia nonna.

Finalmente potremo passare del tempo insieme. Sono ben tre anni che non la vedo, e in questo lungo periodo di tempo abbiamo parlato al telefono solo in occasione delle varie festività e per farci gli auguri di buon compleanno a vicenda.

«Hai visto quanti grattacieli ci sono qui a Manhattan, Alexandra?» esclama mio padre, indicandone uno con il dito. «Quello di fronte a noi è il maestoso Empire State Building.»

Avevo già visto l'ESB tramite foto e video - un po' come tutti, credo - ma vederlo dal vivo devo dire che fa decisamente un altro effetto.

«Manhattan è di una bellezza disarmante, papà! Proprio come mi avevi detto tu.»

«E non hai ancora visto nulla, tesoro.»

Ancora non ci credo che ci stiamo trasferendo a New York, è tutto così surreale...

È una strana sensazione, mi sembra quasi di essere stata catapultata in un altro mondo.

Io sono nata e cresciuta a Stoneville, un incantevole paesino arroccato sulla roccia.

Lì è decisamente tutto diverso, niente a che vedere con una grande metropoli come questa.

Non vedo l'ora di esplorare a fondo la città, di scoprire tanti posti interessanti e di conoscere nuove persone.

Era da molto tempo che non mi sentivo così tanto emozianata, nella mia testa in questo momento stanno frullando contemporaneamente una quantità incalcolabile di pensieri.

Sono contenta di trasferirmi a casa dei miei nonni - sebbene le circostanze non siano le migliori - ma è anche vero che trasferirsi in un'altra città comporta una serie di cambiamenti importanti.

Non sempre è semplice, e non sempre è piacevole.

«Papà, quanto tempo manca per arrivare a casa dei nonni?»

«Venti minuti al massimo. Prima che arriviamo a casa potresti svegliare la mamma, per darle il tempo di riprendersi.» mi rivolge uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti.

Annuisco e volgo lo sguardo verso mia madre.

Quasi mi dispiace doverla svegliare, sta dormendo come un angioletto.

Mi avvicino a lei e le accarezzo il viso con delicatezza.

«Svegliati mamma, siamo quasi arrivati.»

Mia madre ha il sonno molto leggero, infatti al mio tocco si sveglia quasi all'istante.

È bellissima.

Ha due grandi occhi azzurri, di una magnifica tonalità che vira quasi al blu. Il suo viso è dolce, e i suoi lineamenti sono molto delicati.

Noi due ci somigliamo molto, infatti oltre ad avere i suoi stessi identici occhi ho preso da lei anche i capelli corvini. A differenza sua però, che ha i capelli corti, quasi a caschetto, io li ho molto lunghi.

Da mio padre invece ho preso la carnagione molto chiara, le labbra rosse e carnose e alcuni tratti del viso.

Ricordo che una volta, quando ero molto piccola, in occasione di una festa in maschera i miei genitori decisero di vestirmi da biancaneve poiché ero praticamente identica a lei. Ora invece non vedo più tutta questa somiglianza tra noi due, ma devo ammettere che piacerebbe anche a me avere sette piccoli amici con i quali passare il tempo e un principe cavalleresco che mi risveglia da un terribile incantesimo con il bacio del vero amore.

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