Capitolo 10

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Tyler cammina sfrontato verso me e Ethan, seguito da sua sorella e il suo migliore amico.

Man mano che si avvicina riesco a vederlo sempre più nitidamente. Indossa un jeans bianco e una t-shirt aderente dello stesso colore, che mette in risalto il suo fisico statutario e le sue spalle larghe e possenti.

Si passa una mano tra i capelli folti portando all'indietro il ciuffo color cioccolato, mentre i suoi occhi continuano a brillare incessantemente come due piccoli diamanti, spiccando fra tutte le persone presenti.

Le luci al LED sospese sul soffito proiettano riflessi di ogni colore nella stanza, creando un intrigante gioco di luci e ombre che si diverte a sua volta a giocare con le linee perfette del viso di Tyler.

Mi passa accanto quasi sfiorandomi, lasciando dietro di sé una forte scia di profumo che mi inebria le narici.

Mentre James e Madison si fermano a salutarmi per poi fare gli auguri al festeggiato dietro di me, il burbero e maleducato ragazzo della libreria mi ignora e mi sorprassa senza prestarmi la minima attenzione, rivolgendosi direttamente a Ethan.

Non che mi aspettassi un comportamento diverso, da parte sua.

Anche se lo vedo tutti i giorni a scuola, ho parlato con lui soltanto poche volte e di sfuggita, e in quelle occasioni ho imparato a conoscerlo almeno un minimo.

Inizio a sentirmi soffocare tra tutta questa gente, quindi decido di uscire fuori a prendere una boccata di aria fresca.

Mi dirigo a fatica verso la seconda uscita nell'altro salotto, poiché la prima è troppo affollata per poterci passare senza rischiare di restare schiacciata dalla folla di persone presenti, e cerco di rifiutare tutti ragazzi che ci provano con me nel tragitto senza sembrare troppo antipatica e scontrosa.

Stavo quasi per riuscire nell'impresa, ma proprio quando stavo per uscire dalla porta scorrevole che dà sul giardino, un gruppo di ragazzi si è piazzato improvvisamente davanti all'uscita impedendomi di passare.

«Hai bisogno di compagnia, bellezza?» esordisce il più alto del gruppo, seguito poi da uno dei suoi amici. «Sei single, baby? Sei proprio uno schianto, lasciatelo dire.»

Quelli dietro iniziano a ridere e ad applaudire come un branco di scimmie in calore, incitando i loro compagni a proseguire con "l'approccio" - sempre se così si può definire - nei miei confronti.

«Non avreste una minima chance con me nemmeno se voi foste gli ultimi uomini sulla faccia della terra ed io fossi cieca e disperata.»

Rimangono tutti immobili rivolti verso di me a guardarmi con la bocca spalancata, come se fossero rimasti pietrificati.

Sopratutto il biondino, quello più alto, che sembra essere il leader del gruppo.
Sembra quasi che abbia appena visto un fantasma.

«E adesso sparite dalla mia vista.» concludo con un tono di voce estremamente tagliente e spietato.

Voglio soltanto uscire da qui, e se questi trogloditi non mi lasciano passare con le buone maniere non mi farò nessun problema a prenderli a calci nel sedere.

Il gruppo di ragazzi diventa tutto a un tratto silenzioso e docile, lasciandomi passare senza fiatare.

Non faccio più arti marziali da diversi anni ormai, ma sono ancora in grado di mettere al tappeto chiunque mi intralci la strada o mi arrechi fastidio.

Ricordo come se fosse ieri quanto ero emozionata e allo stesso tempo fiera ed orgogliosa di me stessa quando Chris, il mio maestro, mi conferì la cintura marrone.

Quel giorno fu uno dei più belli della mia vita.

Per festeggiare il mio traguardo, sapendo quanto ci tenessi e quanto fosse importante per me, i miei genitori mi organizzarono una piccola festa a sorpresa ed invitarono anche i miei nonni che per la prima nonché unica volta restarono a dormire da noi quella notte.

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