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MOREAU ADRIEN

Il mondo è pieno di cose ovvie
che nessuno si prende mai la cura di osservare.

Convincere Carl a spostare Jack dal terzo al quarto piano non era stato affatto facile. Il maggiordomo era convinto che, più lavoro venisse sottoposto al giovane servitore, maggiore sarebbe stato il profitto dal punto di vista dell'insegnamento. Adrien era dovuto scendere a patti con il maggiordomo pur di convincerlo e i patti erano: metterlo a lavorare più possibile, che fosse nelle stanze, in giardino o nelle stalle, ovunque, l'importante era che Jack si sporcasse le mani e uscisse da quel castello come il miglior servo di tutti i tempi.

Adrien riteneva particolarmente complicata l'iniziativa di Carl, soprattutto perché, dopo una settimana, Jack ancora si perdeva per il castello e a lui toccava andarlo a ripescare nei meandri più bui e sconosciuti di quel posto. Addirittura, una volta, lo aveva trovato nelle vecchie celle, quelle ormai in disuso, perché non avevano di certo dei prigionieri da tenerci, ma Jack era comunque riuscito ad arrivare lì in uno dei suoi tanti viaggi per i corridoi. A volte, Adrien pensava che lo facesse di proposito, che se ne andasse in giro per il castello per perdere tempo e non lavorare.

Si trovava seduto alla scrivania, scriveva una lettera a un suo amico e, nel frattempo, chiamava a gran voce Jack. Voleva insegnargli a sellare un cavallo, a dargli da mangiare o a strigliare un destriero irascibile. Ma Jack non rispondeva e il biondo sapeva che non poteva trovarsi altrove, lo aveva già incontrato al quarto piano, segno che ci era arrivato, ma non rispondeva comunque.

Si alzò dalla scrivania, premendo i palmi sul legno leggermente rovinato perché aveva il vizio di premere eccessivamente la punta della penna sulla carta, fino a lasciare il segno sul legno sottostante, e si allontanò dalla stanza. Camminava a passo spedito, sbattendo i piedi e stringendo i pugni, doveva mostrare un po' di durezza perché sembrava che il giovane servo si stesse abituando a lui e che stesse perdendo il rispetto che aveva mostrato i primi giorni.

Arrivò alla biblioteca e notò le porte aperte. Sospirò, erano giorni che, quando non rispondeva al suo richiamo, lo trovava in qualche angolo tra gli scaffali a leggere. Si addentrò tra le librerie, ignorò i buchi dei libri mancanti, erano iniziati a sparire il giorno in cui Jack aveva scoperto l'esistenza di quel luogo, ma aveva anche la certezza che li riponesse al loro posto quando finiva di leggere. Lo trovò seduto su uno stretto davanzale di marmo, schiena contro la parete e tempia poggiata alla finestra di fianco. Lasciava che la luce naturale del sole gli illuminasse le pagine e, probabilmente, il calore di quella stessa stella lo stava anche scaldando. Aveva notato che quel ragazzo tendeva a coprirsi con più strati del resto della servitù e, con l'inverno alle porte, si chiedeva come sarebbe sopravvissuto.

«Dorian muore con il pugnale nel petto, lo stesso che ha usato per lacerare il dipinto» disse affacciandosi oltre il libro e facendo notare la propria presenza al minore, che alzò lo sguardo e sfessurò la bocca in un'espressione incredula. In quei giorni aveva mostrato più confidenza anche dal punto di vista espressivo e, quando pensava che Moreau non lo stesse osservando, addirittura imprecava. Quella sarebbe stata decisamente una delle occasioni in cui un'imprecazione sarebbe stata più che adatta e utile.

«Mi ha appena rivelato il finale del libro, signore?» l'unico che si divertiva a leggergli, contro la sua volontà, l'ultima pagina di un libro era Edo, che di norma non apriva un libro perché non amava leggere, ma che, se doveva dare fastidio a lui, era disposto a tutto.

«Sì, ho deciso di punirti ogni volta che non adempi al tuo compito di servitore del quarto piano»

«Signore, credo che questa punizione sia eccessiva. Lei mi ha privato della magnificenza di un intero romanzo» stava ricorrendo a tutto il proprio autocontrollo per non saltare al collo di Moreau per strozzarlo. Oscar Wilde era un autore che stimava e di cui aveva avuto occasione di leggere solo poesie. Quell'unico romanzo, che finalmente aveva trovato e iniziato a leggere, trovando la trama coinvolgente e i personaggi interessanti, non aveva ancora avuto occasione di sfogliarlo e ora, dopo che Moreau gli aveva svelato il finale, non sapeva che fare, se continuare o meno a leggerlo. Certo lo interessava sapere come fosse arrivato a voler pugnalare il suo stesso ritratto, ma non avrebbe vissuto il colpo di scena finale come, invece, aveva programmato Oscar Wilde per i suoi lettori.

Segreti in mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora