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MOREAU ADRIEN

La puntualità ruba il tempo.

Tutto aveva ripreso a girare nel verso giusto. Ormai erano passati due mesi da quando avevano fatto arrestare l'ex capofamiglia delle onde infrante e, per loro fortuna, nessuno aveva creduto a quell'uomo quando aveva iniziato a urlare che gli era stato tolto ingiustamente il suo posto nella villa dei Mercier.

Adrien aveva passato una notte all'ospedale accanto al letto di Jack, mentre quello si riprendeva dall'ipotermia da congelamento a causa del tuffo nel fiume, cosa che, invece, non era accaduta a lui perché, a quanto aveva detto il medico, potendosi muovere e nuotare aveva mantenuto viva la circolazione.

Ora si aggirava per il castello, cercando in tutti i modi di evitare gli invitati. L'ennesimo galà organizzato dalla madre, di nuovo una sfilza di invitati e di cibo. Ma questa volta c'era un motivo per cui si era organizzata tale festa: riappacificarsi con le scintille di lava.

Al quarto piano si aggirava Benjamin che, furtivo, fingeva di star lavorando per evitare di dover seguire i vari ordini di Carl. Odiava dover preparare le stanze, Adrien lo sapeva, motivo per cui gli permetteva di camminare avanti e indietro per i corridoi del quarto piano senza dirgli niente.

Mathias, invece, era dalla mattina che stilava una lista di primi piatti e di antipasti che avrebbe potuto proporre a tutti gli invitati quella sera.

Jack, come aveva ripetuto più volte quando era ancora al suo servizio, aveva lasciato il castello poco dopo il piano fallimentare, che con loro grande fortuna li aveva visti, comunque, vincitori.

Adrien non vedeva quel ragazzo da una settimana e non sapeva come avrebbe potuto vivere da quel momento in poi, senza averlo più tra i piedi. Ancora, quando entrava in biblioteca, si aspettava di trovarlo lì, seduto sul davanzale della finestra, a leggere al chiaro di luna. Ma lui aveva svuotato anche il suo comodino nella stanza della servitù. Solo una cosa aveva lasciato, che Adrien aveva trovato nel fondo del cassetto di legno.

«Adri, stasera verrà anche Jeffrey» Benjamin lo sorprese da dietro. Sembrava felice, si muoveva dondolando il peso da un piede all'altro e tenendo le mani nascoste dietra la schiena.

«Ci hai parlato?»

Il minore annuì, allargando il sorriso, ma sembrava non volersene andare, come se si aspettasse qualcosa da Adrien.

«Devi dirmi qualcos'altro, Ben?»

Non avevano parlato molto dell'accaduto al fiume, i ragazzi al castello lo avevano saputo perché il giorno dopo era su tutti i giornali "L'EREDE DEI FIGLI DEI ROVI E L'EREDE DELLE SCINTILLE DI LAVA ARRESTANO CRIMINALE". Benjamin aveva impiegato circa un paio di ore per finire di leggere l'articolo, faceva molta fatica, soprattutto se i caratteri erano così piccoli e ravvicinati, ma non aveva voluto che qualcun altro glielo leggesse, perché gli piaceva sentirsi autonomo.

«Jeffrey mi ha promesso che mi insegnerà anche la matematica del college» aveva riferito entusiasta una volta e Adrien aveva saputo reagire solo scompigliandogli i capelli e sentendosi in colpa perché non aveva compreso quanto quel ragazzo fosse affamato di sapere e quanto poco lui gli avesse offerto effettivamente.

«Tu starai bene, Adri?» divenne serio all'improvviso, il minore. Come se avesse spinto il pulsante consapevolezza e a quel punto fosse diventato uno specchio che rifletteva i pensieri di Adrien.

«Credo di sì»

«Anche in futuro?»

«Credo di sì»

Segreti in mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora