Volume XII • L'importanza della famiglia (flashback)

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• 4 mesi prima •

«Qué pasa, Rubia?» domandò Zulema, riponendo l'ultimo piatto gocciolante nel porta stoviglie, dopo aver analizzato quel silenzio prolungato.

«Oggi sarebbe stato il compleanno di mio padre»
rispose debolmente Macarena, sdraiata sul loro letto con le mani appoggiate sotto la testa.
Aveva lo sguardo fisso sul soffitto del van, perdendosi nelle piccole lampadine delle lucine spente con cui avevano allestito quella piccola stanza in occasione delle feste natalizie.

Zulema cercò di occultare con tutte le sue forze l'aver percepito istantaneamente una pugnalata di sensi di colpa dopo aver udito quella frase pronunciata con la voce velatamente spezzata per via di un pianto che sapeva la bionda volesse trattenere.
Perché erano passate settimane da quando avevano iniziato a costruire le basi di un sincero legame affettivo, ma entrambe sentivano ancora la necessità di celare i loro sentimenti intimi con tutte le forze, per non mostrarsi troppo deboli e vulnerabili agli occhi dell'altra.
Avevano tradito la loro fiducia a vicenda troppe volte in passato.

Ma il suo orgoglio le impediva di confortarla come avrebbe voluto essere in grado di fare, consapevole del fatto che se la vita di Leopoldo fosse finita in quel modo tragico e inaspettato era anche per colpa sua.
Sapeva che Macarena fosse estremamente legata alla sua famiglia, poiché al contrario suo possedeva una varietà infinita di dolci ricordi che spesso la rendevano nostalgica.

Zulema si chiese molte volte cosa si provasse a possedere memorie caratterizzate da sensazioni così gradevoli da non riuscire a non sentirne la mancanza, di tanto in tanto.
Sì, è vero, aveva amato con tutta la sua anima Hanbal, ma era un amore tossico, malato, che aveva solamente alimentato i suoi problemi, fino alla fine.
E alla sua morte si rese conto, dopo anni e anni che rivisitava analiticamente quel ricordo, di non aver sofferto quanto credeva avrebbe effettivamente sofferto a causa di un suo ipotetico decesso, quando lui era ancora in vita.
Ovviamente quel ragazzo era il suo unico metro di paragone, avendolo considerato la persona a cui più era stata legata in tutta la sua vita.

Ormai era chiaro che tranciare il cordone ombelicale con la sua famiglia era stata la cosa migliore che potesse fare per salvaguardarsi.
Non che questo fosse stato facile da accettare; in certi momenti, quelle rare volte in cui Macarena riportava a galla vecchi ricordi inerenti la sua famiglia in sua presenza, a Zulema capitava di provare un certo sentimento di quella che sembrava essere invidia.
Non avrebbe desiderato poter provare le stesse cose verso la sua famiglia, non nutrendo alcuna stima di nessuno di loro.
Ma avrebbe tanto desiderato essere stata cresciuta con tutto l'amore che aveva caratterizzato la gioventù della bionda, e questo pensiero talvolta la logorava.

In alcune occasioni era anche arrivata a pensare che la sua vita sarebbe potuta andare molto diversamente, in base a questo.
Forse sarebbe diventata una donna meno problematica, pienamente realizzata sia a livello personale che a livello professionale, una persona meno rancorosa, vendicativa o prepotente. Avrebbe avuto forse la possibilità di condurre una vita normale e serena.
Mentre i traumi causatele dalle terribili esperienze che aveva vissuto fin da quando era una bambina l'avevano resa una donna tormentata e in costante ricerca di un equilibrio che sembrava non riuscire a raggiungere mai.

Dunque non era nemmeno in grado di poter far sentire Macarena compresa nel suo dolore, per cui disse l'unica frase che racchiudeva sinteticamente quello che provava in quel momento.
«Lo siento, Maca»

Si asciugò le mani con uno strofinaccio, prima di riporlo al suo posto, per poi avvicinarsi al letto e sedersi accanto all'altra donna.
Le poggiò la mano ancora umida sul dorso della sua.
«Lo siento mucho»

Macarena si voltò verso di lei.
Istintivamente girò la sua mano, in modo tale che combaciasse con quella della mora.

Zulema fu pervasa da una sensazione di imbarazzo, non era a suo agio con il contatto fisico, ma si rese conto che quel piccolo sacrificio fosse il minimo che potesse fare per lei in quel momento.
E non era nemmeno poi così male, pensandoci meglio. D'altronde il clima freddo non le risparmiava neanche a porte chiuse.

open wounds - zurenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora