• Quattro mesi prima •
I lunghi capelli insaponati di Zulema gocciolavano dentro una ciotola bianca piena d'acqua, mentre le dita delicate della bionda massaggiavano con cura le sue ciocche.
Era appoggiata su una sedia a sdraio, forse leggermente inaffidabile essendo stata raccolta e lavata da un mucchio di bidoni mesi prima.
Alle sue spalle era seduta Macarena.«Non so se sia una leggenda» prese parola la mora, «ma lo sai che da morti i capelli crescono ancora?»
Macarena rimase ad ascoltare con vaga attenzione il discorso insolito che aveva introdotto Zulema.
«Le cellule sulla testa continuano a lavorare»
«Sì...» rispose la bionda, «e vuoi andare all'obitorio con i capelli morbidi?»
«No» rispose Zulema, «voglio solo parlare senza doverti guardare».
Macarena rimase perplessa, sospendendo per qualche istante il movimento delle sue dita.
Cosa voleva dire quella frase?«Tutta la vita a scappare» riprese parola la mora, «sempre a scappare».
«Da mia madre...» proseguì, «dal maiale con il quale mi ha fatta sposare... in prigione sognavo di scappare».La bionda mantenne un religioso silenzio per qualche decina di secondo, appresso alla mora.
Era ormai a conoscenza del contenuto di quel triste discorso nella sua interezza, e lo ascoltava con rispetto ed empatia.
«Zulema» prese finalmente parola, «cosa vuoi dirmi?»«È solo che... non devi scappare se hai una casa».
La regina araba pronunciò questa frase molto lentamente, come se lasciarla uscire le fosse sinceramente costato fatica.Macarena si perse per un attimo nei suoi pensieri dopo quelle parole.
Dove voleva arrivare?«Il tempo che abbiamo passato insieme, nella roulotte» riprese parola Zulema, «è la cosa più simile ad una casa che io abbia mai avuto».
Esitò.
«Volevo che tu lo sapessi».Rivolse insicura i suoi grandi occhi neri verso la bionda, che dall'osservarla dall'alto scostò lo sguardo, pervasa da una moltitudine di emozioni differenti.
Non sapeva cosa dire, l'importanza di quelle parole era davvero troppo grande per trovare una risposta adeguata. Era certa che Zulema avesse rimuginato insistentemente su quelle parole prima di condividerle con lei, dunque una qualsiasi risposta non sembrava adeguata.
Ma per non regalarle attimi di disagio ed imbarazzo, decise di darle la prima risposta che le venne in mente, dopo lunghi istanti di silenzio.
«Anche per me è stato molto speciale»
Le scivolò via una lacrima, prima di riprendere parola.
«...Anche se come coinquilina in realtà fai schifo».Per smorzare la tensione, Macarena le avvolse l'asciugamano sul volto.
«E tu dormi a bocca aperta» ribatté scherzosamente Zulema, alzandosi dalla sua postazione.
«Mi guardi mentre dormo?»
Sì.
Erano settimane ormai che Zulema era la seconda a prendere sonno tra le due, e prima di lasciarsi andare alle braccia di Morfeo si concedeva qualche minuto per lasciar scorrere il suo stanco ma attento sguardo sul profilo ben definito del volto della bionda, formulando pensieri di natura decisamente ambigua.
Ormai era inevitabile ammettere che tra le due si fosse accesa una piccola, esile fiamma, che si stava consolidando a vista d'occhio giorno dopo giorno, alimentata dalle premure reciproche sempre crescenti da parte di entrambe le donne.
STAI LEGGENDO
open wounds - zurena
RomantizmSolamente una cosa era in grado di piegare una donna come Zulema Zahir in ginocchio: i sentimenti. Questo racconto tratta due giovani vite che non poterono che sfociare in una sola anima racchiusa in quella maledetta roulotte in mezzo al deserto. Ho...