La morte e l'amore.

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Per arrivare nel luogo del delitto ci impiega poco più di mezz'ora, 30 minuti in cui non ha smesso un solo secondo di domandarsi dove Simone possa essere, a quell'ora della notte.
30 minuti passati ad avere l'udito pronto a qualsiasi rumore di notifica provocata per la risposta al suo messaggio.
30 minuti in cui tutto è rimasto sospeso.

Le scarpe da ginnastica toccano terra, prima la sinistra e poi la destra, infine la mano chiude con un rumore secco lo sportello dell'auto e schiaccia con il dito il tasto di chiusura presente sulla chiave.
Si guarda attorno, cerca di comprendere se in quella strada ci sia mai stato e osserva nei minimi dettagli tutto, perché qualsiasi cosa, anche se all'apparenza insignificante, potrebbe aiutare a risolvere il caso.
È una cosa che ha imparato da Simone, questa.

Lui non si è mai soffermato più di tanto sulle cose, sulla vita. Mai, prima di lui.

La prima volta che osservò davvero si perse a guardare il viso di Simone.

Gli sembrò di vedere per la prima volta, nel vero senso della parola.

Gli sembrò di non aver mai davvero visto niente in vita sua, prima di quegli occhi grandi e quelle labbra disegnate. Prima dei suoi sorrisi, ai loro primi appuntamenti, che mostravano la fossetta ogni singola volta.
E che ogni singola volta lo facevano innamorare un po' di più.

Simone gli insegnò a vedere.
Gli insegnò a riconoscere i contorni,
il modo di camminare dei passati,
i mille colori del cielo,
le sfumature leggere dell'erba
e la posizione delle cose nel mondo.
Prese i suoi occhi e li fece propri,
che così vivere era più bello
e aveva più senso.

Ed è con questi occhi che studia la posizione dei piccoli sassi, le panchine ai lati della strada, i lampioni e il sole, che ancora molto timidamente sta avvertendo gli esseri umani del suo risveglio.

Sarebbe anche un bel posto, peccato per l'ultima cosa che si ritrova ad osservare: il corpo di un uomo, privo di vita, si trova sdraiato su una panchina, le mani poggiate sul ventre, gli occhi chiusi e le gambe distese.

Oserebbe dire che è morto in maniera poco violenta, se non fosse per quel buco che riesce a vedergli sul petto e da cui ha smesso di fuoriuscire del sangue, lasciando i vestiti imbrattati di quello vecchio.

Si avvicina e ne osserva il viso, la domanda su chi ha mai potuto decidere di sostituire sopra quest'uomo la parola "vita" con la parola "morte" raggiunge subito la sua mente.
Sembra quasi lo stia chiedendo direttamente al volto inerme.

Osserva come il colorito non sia ancora completamente bianco, simbolo del fatto che la morte sia avvenuta da poco.
L'odore che emana il corpo morto avvalora la sua tesi in quanto non produce una puzza troppo forte.

-"Buonasera Ferro, scusi la chiamata"
Gira il volto e solo in quel momento sembra accorgersi che non è da solo: il suo collega, che ha poco prima sentito al telefono, era già presente sul luogo.
-"Buonasera Di Vetta, non c'è problema. Hai informazioni?"
il poliziotto Di Vetta fa spallucce
-"Poco e niente. L'unica cosa che so è il nome e l'età: 40...giovanissimo mamma mia"
Di Vetta scuote il capo da una parte all'altra, come se non si capacitasse di una morte così prematura
-"Bene, allora dobbiamo metterci a lavoro. Quando arrivano a scattare le foto?"
Lo sguardo del commissario Di Vetta si posa sull'orologio che ha indosso al polso
-"A momenti...ah ecco, guardi sono già quì!"
Manuel segue con il capo la stessa direzione di quella del collega.
Una squadra di persone con fotocamere in mano si fanno strada verso la loro direzione.

Sono ormai le 7 di mattina quando finiscono il sopralluogo, con le pompe funebri che portano via il corpo.
É proprio mentre Manuel ha lo sguardo rivolto verso uomini vestiti di nero portanti un corpo privo di vita, che il cellulare emette un suono corto.
Impiega meno di un secondo per raggiungere con la mano il telefono e leggere.

"Amore sono a casa, scusami volevo andare a correre e non ti volevo svegliare"

Sorride.

È nuovamente l'amore che arriva nello stesso momento della morte e la batte a mani basse.
Vince, ricopre quello scenario che si sta svolgendo davanti a se.

Manuel ora vede e sente solo amore.

Ed il cuore pesa meno, è più leggero perché privo della preoccupazione che da questa notte lo ha attanagliato sino alla mattina.

Il cielo ora ospita tutti i colori del mondo, rimane poco del suo chiaro azzurro.
Perché il sole è diventato alba, un po' come lui che al pensiero di Simone salvo é sorto vita.

E non vede l'ora di tornare a casa.

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