-"Ora, da cosa possiamo iniziare? Telecamere non ne abbiamo, passanti che hanno notato qualcosa neanche"
-"Certo che è stato proprio un colpo da maestro"
-"O da maestra, Di Vetta"
-"Perché lei dice che può essere femmina?"
-"Io dico che per ora in mano non abbiamo nulla e quindi nulla si può escludere"
-"Ha ragione, ha ragione"
-"La conferma l'avremo solo dopo l'autopsia, ma dobbiamo cominciare a cercare qualcosa"Qualcosa che nemmeno lui ha idea di che cosa sia, questa è la verità.
Seduto nel suo studio da almeno due ore prova e riprova a trovare anche solo un piccolo percorso da poter seguire, sarebbe già un passo in più. Invece si ritrova a fissare una penna che compulsivamente gira e rigira tra le dita delle mani.Il rumore di nocche che sbattono sulla porta lo fa tornare presente alla realtà
-"Avanti!"
sulla soia della porta compare Simone, due brioche in mano e un sorriso stanco.
Quello di Manuel, invece, alla sola vista di questa scena si allarga e fa brillare persino i suoi occhi. Non se lo aspettava.Di Vetta li guarda con occhi innamorati del loro amore, è da quando conosce Manuel che un po' il loro rapporto lo invidia e lo cerca.
Si alza, saluta entrambi e se ne va chiudendo la porta.I passi che compie Manuel per raggiungere Simone sono svelti ed impazienti, quando arriva ad un passo dal suo viso gli sorride.
Si guardano e il resto attorno è solo un contorno sfocato.
I nasi si strofinano l'un l'altro dolcemente
-"Ciao" pronuncia il maggiore con la voce che riserva solo a lui: la più dolce che può mai avere
-"Hei" risponde il più piccolo.
Le labbra iniziano a cercarsi ma non sono impazienti di trovarsi, anzi è lento il percorso che fanno ad un millimetro di distanza le une dalle altre, creano una danza. È solo quando si trasforma in tortura che Manuel cede, con le mani sui fianchi di Simone, arriva a prendersi quella bocca e la mischia con la propria.
Non si riesce più a definire dove inizia una e dove finisce l'altra.
Del resto come nella vita non sanno dove inizia uno e finisce l'altro.
Si fondono, semplicemente e completamente.Cerca accesso con la lingua e Simone non ci impiega neppure un secondo per farla entrare e scontrare con la sua.
Si aggrovigliano, si cercano, si rincorrono.
A Manuel gira la testa.
La presa sui fianchi del minore si fa più salda.
Quest'ultimo le mani le ha appoggiate sulle spalle del maggiore, per non cadere e restare in piedi.
E non solo ora, ma sempre, in qualsiasi istante della sua vita: è la sua colonna portante.Solo quando Manuel con il fondoschiena tocca la scrivania, decide a malincuore di staccarsi.
Il fiato corto e i brividi sulla pelle.
Sono fronte contro fronte.
-"In effetti solo il mio studio ci manca di profanare"
ride di una risata piena di amore, ma Simone rimane ancora con gli occhi chiusi e non emette suono.
Sembrano secondi interminabili, a Manuel, quelli che passano prima che riesca a vedere gli occhi grandi del suo ragazzo aprirsi e fissarlo.
Da questa vicinanza lo nota subito, il panico in cui stanno affogando anche se cerca di coprirlo
-"Amore tutto bene?"
annuisce ma non lo convince
-"Tra poco stacco e ci prendiamo tutte le ore del mondo per noi, hm?"
un sospiro fuoriesce dalle labbra dell'altro
-"Non posso amore, devo lavorare"
-"E allora questa sera, ti vengo a prendere a lavoro e andiamo dove vuoi stare tu"
-"Sul tuo petto è un bellissimo posto dove stare".Manuel sorride e gli lascia un bacio leggero sulle labbra.
Non voglio altro in questa vita che essere per sempre il tuo posto preferito.
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Aggiornamento autrice:
qualcuno direbbe "we we indovina chi è turnat".
Ciao tesori, tra un lavoro estivo e il primo anno di università non ho avuto tempo per la scrittura.
Ma eccomi qui, grazie per chi non è andato via.
Vi abbraccio.
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Sangue.
FanfictionDi Manuel poliziotto. Un omicidio. E Simone psichiatria in una comunità.