Theresa non poteva essere più felice.
Imparare a nuotare era faticoso, ma insegnare e soprattutto vedere qualcuno imparare a nuotare era la cosa più divertente che potesse esserci; soprattutto se si sapeva già nuotare.
Non che fosse diventata una nuotatrice provetta, ma era orgogliosa di poter affermare di non aver bevuto acqua nemmeno una volta; al contrario di suo marito.
Vederlo completamente impacciato e disorientato, mentre lei e Saverio stavano tranquillamente in ammollo in acqua alta, le aveva dato una sensazione di appagamento maggiore di quella che aveva provato anni addietro a Salisburgo.
Ma quella non sarebbe stata l'unica occasione.
Per sua fortuna, nonostante la cittadella fosse molto piccola, Saverio aveva proposto alla coppia abbastanza attività da non lasciarli mai tediati.
Escursioni in bici nei campi vicini, uscite in barca di prima mattina per andare a pescare e godersi il lento sorgere del sole, lavorare come dipendenti nella pescheria; cose che per Saverio erano la norma per Theresa erano l'opposto.
Aveva inoltre conosciuto un nuovo lato di suo marito, che era sicura non sarebbe mai riuscita scoprire in altre circostanze.
Il violinista tedesco sempre organizzato, seppur spaesato, si era impegnato a capire tutte le nuove cose che Saverio gli insegnava, non facendosi problemi a far domande se qualcosa non gli tornava portando a delle discussioni divertenti per gli spettatori che spesso erano Theresa e occasionalmente Rosalba.
Ma se c'era qualcosa che colpiva sempre Theresa positivamente era il fare spontaneo e gentile di Saverio nei confronti dei clienti. Li conosceva tutti e non ci volle molto per i due sposi a imparare i nomi, non di tutti, ma di quelli storici.
La vedova Angela, che nonostante lamentasse sempre come la sua vista ogni giorno la stesse abbandonando un po' di più e il suo udito che costringeva chiunque a urlare, come se fossero a metri di distanza, per permetterle di sentire qualcosa, vedeva e sapeva tutto quello che succedeva in città.
Oltre alle notizie portava ogni volta un manicaretto diverso da offrire. Prima una torta salata, poi una lasagna col pesce comprato il giorno prima, una polenta con scampi e crostate con ogni volta una marmellata diversa."Signori, io vivo da sola, i miei figli sono in giro per il mondo e a mio marito non posso dare questo ben di Dio. Che dovrei fare? Buttarlo via?" rispondeva ogni volta che qualcuno rifiutava il suo cibo.
A salvare la linea di Theresa da tutte quelle cibarie c'era Giotti. Saverio aveva spiegato che quello era il suo soprannome, ma siccome ormai tutti lo chiamavano così nessuno si ricordava il suo vero nome; forse nemmeno lui.
Un ragazzino a cui Theresa non avrebbe dato più di otto anni ma che sapeva già il fatto suo. Si presentava sempre verso l'orario di chiusura, quando Angela era già passata e del pescato del giorno rimanevano solo i rimasugli che sarebbero andati buttati.
"Io vi faccio un favore. So che dopo voi lo butteresti."
"Buttereste. Non butteresti Giotti. Ma segui le lezioni?" lo correggeva Saverio appoggiandosi al bancone col gomito e la guancia sulle nocche della mano.
"Certo che no. Adesso è chiusa."
E senza aggiungere altro prendeva il sacchetto, dove Theresa si assicurava di lasciare una buona porzione delle vivande portate da Angela, e correva via, ogni giorno in una direzione diversa.
Personaggio particolare era Padre Giuseppe, il parroco della chiesa. Un uomo sulla sessantina completamente calvo e col volto ricoperto da rughe; le sopracciglia erano folte e lo facevano apparire con gli occhi perennemente chiusi. Sembrava più un nonno che un prete.
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I tre violini
RandomLa storia d'amore di tre violini, i quali però non sapevano amare. "Cosa stai facendo col mio violino?" Per poco non mollo il violino, rischiando di farlo cadere a terra, quando sento una voce femminile provenire dalla porta d'ingresso. "Sai, mia ma...