"Che ci fa lui qui!?"
Chiese Theresa a sua madre dopo averla portata distante dai suoi ospiti.
Era stata una giornata abbastanza tranquilla fino a quel momento.
La mattina si era svegliata presto, in modo da andare al mercato e comprare gli ingredienti dello strudel che aveva preparato quella stessa mattina; il pomeriggio era uscita a camminare per le strade imbiancate di Salisburgo, non aveva voglia di suonare il violino; era pure passata per la piazza dove aveva, se così si può definire, discusso con il signor Schulte, e non riuscì a trattenere il sorriso di vittoria che si fece largo sul suo viso.
Per finire il pomeriggio in bellezza aveva pure preso un sacchetto di caldarroste e le aveva mangiate, seduta su di una panchina, aspettando che il sole sparisse dietro i monti.
Tutto era perfetto.
Fino a quando non era rientrata a casa e aveva incrociato quegli occhi castani.
"Credimi cara, la sua presenza mi è sgradita quanto a te, ma non sono stata io ad invitarlo, è stato tuo padre." le rispose la madre mettendole la mano sulla spalla in segno di solidarietà.
Theresa si sentì cadere il mondo addosso. Sapeva bene che, se era stato suo padre ad invitarlo, c'era poco da discutere.
"Vai a prepararti, appena sarai pronta raggiungici in soggiorno."
Per tutto il tempo, anche durante la cena, Theresa non lo degnò di un sorriso o di una parola, solo sguardi di puro odio, che le vennero ricambiati dallo stesso sorriso che aveva dipinto il suo volto quel pomeriggio, e da qualche risposta breve.
"Theresa." la richiamò suo padre.
"Perchè non mostri al nostro ospite il giardino?"
"Il tuo ospite." avrebbe voluto rispondere, ma se lo tenne per se e a malincuore fece segno al signor Schulte di seguirla.
"Avete davvero una splendida casa, e immagino che lo sarà anche il giardino, vostro padre mi ha detto che ve ne occupate voi, anche se mi rammarica il fatto che non potrò vederlo nel suo completo splendore vista la neve."
Theresa si limitò ad ascoltare, con lo sguardo sempre diritto, continuando a camminare.
"Voi e vostro fratello non vi assomigliate affatto, se vi avessi visto per strada non avrei nemmeno ostato pensare a una qualsiasi legame tra voi due."
Ancora silenzio.
"Ho detto qualcosa..."
"Facciamola finita signor Schulte." lo interruppe secca Theresa fermandosi.
"Prego?"
"Non dovevate partire per la Germania? E allora perchè siete qui e come avete conosciuto mio padre? Sia chiaro, non credo nel destino, quindi siate onesto con me e con voi stesso."
"Mi sorprende questo tono così duro e queste parole così dirette. Avete qualche rancore nei miei confronti?"
Theresa non rispose.
"Ordunque, per rispondere alle vostre domande, posso dirvi con tutta sincerità che siete nel vero. Io oggi dovevo partire per la Germania anzi, in questo momento dovevo essere sul treno, ma il nostro ultimo colloquio mi ha spinto a posticipare la mia partenza di qualche ora; infatti partirò domani mattina presto, intorno alle 6. Motivo di tale scelta, come ho già anticipato, è stato il nostro ultimo colloquio. Mi amareggiava saperlo come il nostro ultimo ricordo l'uno dell'altra, quindi volevo potervi scambiare parola una volta ancora. Siccome non conoscevo la collocazione della vostra dimora, ho chiesto alla gente del posto, che è stata più che felice non solo di dirmi la via di casa vostra, ma anche dove poter trovare vostro padre; siete abbastanza conosciuta in città."
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I tre violini
AcakLa storia d'amore di tre violini, i quali però non sapevano amare. "Cosa stai facendo col mio violino?" Per poco non mollo il violino, rischiando di farlo cadere a terra, quando sento una voce femminile provenire dalla porta d'ingresso. "Sai, mia ma...