Rabbia.
Ecco l'unica emozione che Theresa riusciva a provare.Era andata a quel concerto convinta che avrebbe passato la sera a criticare la musica di quel violinista, e invece nella sua tecnica non c'era nemmeno un errore, nulla che le permettesse di poter dire una qualsiasi cosa negativa alla madre.
Ma non era questo il motivo del suo disappunto. Sarebbe stato alquanto infantile, da parte sua, essere stizzita per questo genere di cose.
Una volta finito il concerto sua madre era riuscita ad incontrare e a scambiare qualche parola con il violinista. E ovviamente aveva menzionato il fatto che anche sua figlia sapesse suonare il violino.
"Per dire la verità non sono affatto sorpreso" aveva commentato Schulte.
"È tipico delle ragazze nobili saper suonare uno strumento, è una tattica che usano nella speranza di attirare i giovani fingendosi più intelligenti di costoro. Riferite pure a vostra figlia il messaggio e che magari, la prossima volta, abbia il coraggio di venirmi a parlare di persona."
Questo aveva ferito Theresa nell'orgoglio, rendendola furiosa.
La semplicità con la quale era stata paragonata alle "altre" senza che l'avesse nemmeno vista e la superbia con la quale aveva ipotizzato che fosse interessata a lui.
La rabbia di Theresa non ci mise troppo a trasformarsi in un desiderio di vendetta, le idee di come avrebbe potuto umiliare quel violinista erano molte; ma Theresa voleva fare una cosa in grande, voleva far vedere a tutta Salisburgo cosa succedeva quando ci si faceva beffa di Theresa Kaufmann.
Era una domenica mattina come le altre, Isaak era appena uscito dalla chiesa vicino all'hotel in cui alloggiava, dove era terminata da poco la messa, quando una melodia giunse alle sue orecchie.
Non gli fu difficile riconoscere l'identità dello strumento che la stava producendo, dopotutto anche lui suonava il violino.
Aveva già sentito altri violinisti suonare, ne aveva uditi così tanti da riuscire a capire senza problemi se avessero imparato da un maestro o era la passione che li guidava.
Il componimento non era affatto complesso, qualsiasi principiante sarebbe stato in grado di suonarlo, eppure il modo in cui erano suonate faceva acquisire alle note un profumo particolare, come quello di un vecchio libro abbandonato su uno scaffale di una libreria.
Sapeva che era stupido da dire, una nota la si può sentire con le orecchie, mica annusare con il naso; eppure non aveva altri modi per descrivere quella melodia. Queste sensazioni furono più che sufficienti per convincere Isaak a seguire e a scoprire l'origine di quell'armonia.
Non dovette camminare a lungo.
Una volta raggiunta una piazza vide una mole di persone intente ad osservare il o la violinista che stava producendo quel motivo.
Era una ragazza, o una donna che sapeva portare molto bene i suoi anni, indossava un cappotto aussee beige e una gonna che arrivava fino a metà coscia del medesimo colore, non aveva il cappello, permettendo ai suoi capelli castani di risplendere completamente sotto la luce del sole; guardò ai suoi piedi, coperti da delle comuni scarpe col tacco, per vedere se il cappello fosse a terra come contenitore dei soldi. Ma a quanto pare non era un'artista di strada, o i soldi glieli davano in mano.
La canzone finì e tutti quelli che la stavano ascoltando, compreso Isaak, la applaudirono.
Solo allora aprì gli occhi, rivelando due cristalli di ghiaccio, che iniziarono a vagare sulla folla mandando cenni di ringraziamento finchè non si focalizzarono sugli occhi castani di Isaak.
Rimasero così per un po', fin quando la violinista non iniziò ad avvicinarsi.
Quando furono a pochi centimetri di distanza la ragazza porse il suo violino e l'archetto a Isaak, il quale dopo un primo momento di esitazione e confusione lo prese. Dopo aver lasciato la presa sul violino la violinista portò Isaak dove stava suonando precedentemente, tirandolo per il polso.
Isaak questa volta non ci mise molto a capire che il desiderio della ragazza era di sentirlo suonare.
Pensò velocemente a una melodia, posizionò il violino, impugnò l'archetto e iniziò.
Ciò che uscì fu alquanto sgradevole.
Le note che aveva prodotto non erano minimamente vicine alle note della canzone a cui aveva pensato, eppure non aveva sbagliato, non poteva aver sbagliato.
Mentre Isaak tentava di capire perchè non riuscisse a suonare quel violino le persone che prima ascoltavano la ragazza, capendo che il ragazzo non sarebbe stato in grado di suonare nulla, pian piano iniziarono ad andarsene, alcuni facendo dei commenti sgradevoli sulle sue doti altre addirittura ridendo di lui; finchè non rimase solo la ragazza, con un sorriso divertito sulle labbra.
"Cos'hai fatto a questo violino?" chiese Isaak stizzito porgendo il violino alla proprietaria.
"Nulla, è un violino normale, forse è lei che non lo sa suonare." disse mentre si apprestava a riprendere a suonare il violino.
Isaak osservò più attentamente la ragazza, finchè non si accorse di un particolare nel come la ragazza stava producendo le varie note.
"Hai invertito le corde."
"Prego?"
"Questo violino non è accordato correttamente."
"E così hai scoperto il trucco. Complimenti." dichiarò smettendo di suonare e incamminandosi verso la parte opposta da cui era arrivato Isaak.
"Perchè l'hai accordato in questo modo?"
"Perchè è tipico delle ragazze nobili saper suonare uno strumento, è una tattica che usano nella speranza di attirare i giovani fingendosi più intelligenti di costoro." rispose la violinista continuando a camminare tenendo il violino in mano.
Isaak si fermò. Non riuscì a muovere un muscolo mentre le parole che aveva appena sentito continuavano a ronzargli per la testa.
"Dato che è una dote così comune ho deciso di complicarla, tanto nessuno se ne è mai accorto e mai se ne accorgerà. Nemmeno lei, signor Schulte Isaak, se ne sarebbe accorto se non le avessi proposto di suonare il mio violino. È una cosa che si da per scontato, come quando una donna va a parlarle con un uomo e quello automaticamente pensa che lei o la figlia abbia qualunque interesse nei suoi confronti. Deduzione frettolosa, non trova?"
"Quindi è lei..."
"Per quanto adorerei passare il pomeriggio a discutere della sua superficialità, mi rammarica non poterla accontentare, spero che le sia piaciuta Salisburgo e che abbia preso un posto speciale nel suo cuore." e così riprese la sua strada, senza voltarsi indietro.
Una folata di vento scosse i rami dei faggi facendo cadere alcune foglie ormai ingiallite, che ostinatamente rimanevano attaccate, nello Salzach.
Isaak era seduto su una delle panchine che si affacciavano sulle rive dello Salzach, i suoi occhi guardavano lo scorrere dell'acqua, ma la sua mente era da tutt'altra parte.
Spazio autrice
Chandra_Moon del 16/9/2021: Ok, la scuola è iniziata, ma non è un problema. Ho già in mente la trama principale di questo libro, devo solo metterla giù.
Non ci vorrà troppo tempo.
E una volta finita questa storia potrò riprendere il progetto a cui sto lavorando, così da avere qualche possibilità di pubblicarlo in un si spera non troppo lontano futuro.
Posso farcela!I compiti per casa e i di test d'ingresso delle prime settimane, i professori che non mi vedono da due anni, il calendario delle mie verifiche e interrogazioni: Credici.
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I tre violini
LosoweLa storia d'amore di tre violini, i quali però non sapevano amare. "Cosa stai facendo col mio violino?" Per poco non mollo il violino, rischiando di farlo cadere a terra, quando sento una voce femminile provenire dalla porta d'ingresso. "Sai, mia ma...