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Quella mattina era riuscita finalmente a presentarsi ad alcuni dei ragazzi con i quali avrebbe lavorato nelle settimane a venire. Nonostante Claudine il giorno prima le avesse già indicato alcuni di loro e le avesse riferito i rispettivi nomi, pareva che Francesca non fosse stata in grado di ricordare nulla di tutto ciò. Non era mai stata una persona fisionomista e da anni aveva smesso di fare alcuno sforzo per provare ad esserlo. Ogni volta che provava a fare qualsiasi cosa con troppa convinzione finiva sempre per fare figuracce che avrebbe evitato volentieri. Ma dopotutto, era chiaro che le veniva davvero semplice cacciarsi in situazioni imbarazzanti e ridicole.

Quella mattina aveva avuto uno di quei risvegli che chiunque definirebbe traumatico. Sì era comunque subito ripresa dallo shock e la sua collega le aveva fatto immediatamente una buona impressione. Era un persona alla mano e non era stato difficile ridere delle sue battute sul fatto che si fosse addormentata troppo presto il giorno prima. Era stato anche grazie a Silvia se si era presentata a così tante persone. Da sola non ne avrebbe mai avuto il coraggio, ma con la collega al suo fianco tutto era sembrato un po' più facile. Silvia era quel genere di persona espansiva, che riusciva a coinvolgere sempre tutti, anche i più timidi come in quel caso Francesca.

Prima di andarsene dalla mensa, vero l'area ricreativa a cui era addetta aveva convinto la compagna di stanza che avrebbero festeggiato il suo arrivo al club quella sera. E non c'era modo in cui Francesca potesse scampare a quell'uragano di energie che era entrato nella sua vita. E chissà per quanto tempo ci sarebbe rimasto. Se pensava a cosa l'attendeva, sentiva lo stomaco stringersi e le sue viscere iniziare a ballare la samba. Era quasi una fortuna che, con l'inizio del suo primo giorno lavorativo, non avesse tanto tempo per pensare ai mille e passa modi in cui avrebbe potuto rendere palese la sua imbranataggine.

"Buongiorno Francesca, spero che tu abbia dormito bene." Christophe l'aveva salutata con uno di quei suoi sorrisi completamente genuini: "E che tu sia davvero riposata per questo tuo primo giorno di lavoro."

"Buongiorno a te, Christophe. Non vedo davvero l'ora di iniziare." Sì sentiva molto a più agio con quell'uomo ora che conosceva qualcosa in più su di lui. E trovava di capirlo anche piuttosto bene: "Più che nervosa, oggi mi sento... Emozionata. Sì, forse è questo l'aggettivo migliore." Aveva accompagnato quella sua affermazione con anche un gesto veloce e quasi impercettibile del capo, come a voler dare più forza alle supe parole ma senza che effettivamente qualcuno potesse accorgersene. "Claudine ieri è stata assolutamente meravigliosa nel mettermi a mio agio. Devo ammettere che non mi aspettavo affatto un lato del genere del suo carattere. So che bene che ieri mi avevi messa in guardia, ma è difficile pensare che una persona con così tante responsabilità sia insieme così tenuta e rispettata e allo stesso tempo amata. Non credo di aver mai conosciuto nella mia vita nessuno come lei."

"Sai, ho vissuto parecchi anni più di te." L'uomo si lasciò andare a una risata cristallina, giovanile. Non si sarebbe mai potuta decifrare la sua età da quel suono così limpido. "Ma anche io ho conosciuto davvero poche persone come mia moglie. Ed è per questo che non mi piace deluderla. Mi ha chiesto di raggiungerti qui per accompagnarti alla sede in cui passerai tutta la giornata." Si alzò dal tavolo a cui si era accomodato pochi istanti prima con un unico gesto fluido. E fece segno alla ragazza di seguirlo. Solo in quel momento Francesca notò che effettivamente il loro abbigliamento era piuttosto simile, se non identico. Indossavano entrambi una polo bianca con il loro del club ricamato in delicato filo azzurro polvere sul petto. Alla polo potevano essere abbinati sia dei pantaloni bianchi lunghi in lino, come dei pantaloncini più corti ma della medesima fattura. La ragazza poi aveva trovato nella sua stanza delle gonne che erano decisamente una soluzione alternativa della divisa. Non sapendo però chiaramente cosa l'attendeva per quel primo giorno, aveva deciso che in ogni caso i pantaloncini sarebbero stati più pratici e comodi.

The sweetest summer (Formula 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora