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"Silvia non posso continuare a mentire per te, devi uscire da quel bagno." Erano ormai diversi minuti che Francesca aveva la fronte appoggiata alla porta del bagno della loro stanza ma la sua amica non voleva sentire ragioni.

Dopo la figuraccia del giorno prima, Fra non aveva neanche fatto in tempo a salutare nessuno che aveva iniziato a inseguire l'altra ragazza che sperava di riuscire a mettere più spazio possibile tra lei e quella barca. Forse credeva che così tutto quello che era successo non sarebbe poi stato tanto reale. Ma in fondo sapeva che non funzionavano così le cose.

In ogni caso, aveva deciso che chiudersi nel bagno della loro stanza nella zona dei bungalow dei dipendenti fosse l'unica soluzione accettabile. Così Francesca aveva dovuto riprendere il suo turno del pomeriggio senza dimenticarsi però, prima, di andare a comunicare la Silvia doveva aver mangiato qualcosa che le aveva fatto decisamente poco bene allo stomaco durante il pranzo e che quindi non avrebbe potuto occuparsi delle sue mansioni.

Non sarebbe stata però credibile se avesse usato quella stessa scusa anche il giorno dopo, prima o poi qualcuno avrebbe avuto dei dubbi e avrebbe trovato Silvia in uno stato decisamente peggiore di quello di qualcuno con un brutto mal di pancia. Era per questo che stava cercando di convincerla a tutti i costi ad uscire e a provare a fingere di stare bene e di essere passata oltre a quello che era successo il giorno prima.

"Sai che se non esci di lì tutti inizieranno a chiedersi del perché ti importi così tanto di quello che è successo e crederanno che fosse qualcosa molto più complicato di quanto è stato."

"Come pensi che possa peggiorare la situazione?" Silvia spalancò all'improvviso la porta del bagno, destabilizzando l'amica che non si aspettava quel gesto. Aveva un tono di voce decisamente più alto e acuto del solito. I suoi occhi erano arrossati, e pareva che dei corvi avessero fatto il loro nido nei suoi capelli raccolti alla rinfusa sopra alla testa. "Tutti i loro amici credono che io sia stata a letto con Max. E io non posso neanche negare con convinzione perché non ricordo assolutamente nulla di quello che è successo l'altra sera!"

Francesca si appiattì velocemente contro il muro quanto l'amica prese a dirigersi verso il letto con la stessa foga di un tornado. Sembrava aver ripreso improvvisamente tutte le forze che il giorno prima le mancavano.

"Se fosse successo realmente qualcosa, non credi che me ne sarei accorta? Dimentichi che condividiamo la stessa camera?" Francesca iniziò a gesticolare ancora più del solito. Silvia la stava facendo innervosire con quel suo atteggiamento, e sapeva di essere a un breve passo dal perdere del tutto la pazienza e risponderle eccessivamente male. Doveva uscire, prendere dell'aria fresca e magari rimuginare tra sé e sé per un po'.

Lasciò la stanza, facendosi sbattere la porta alle spalle. Fuori il tempo era meraviglioso come lo era stato nei giorni precedenti, e un po' aiutò il suo umore. Sapeva che se la stava prendendo tanto con l'altra ragazza, perché in realtà sfogava su di lei quello che si sarebbe voluta dire da sola allo specchio. Se solo avesse realmente avuto il coraggio di ammettere a se stessa i pensieri che le passano per la mente da alcuni giorni. Avrebbe avuto bisogno di staccare da quel posto. E pensare che si era trasferita lì per l'estate proprio per mettere la sua vita in prospettiva e risolvere tutto il caos che le frullava per la mente. Ma il caos che aveva dentro era chiaro che non potesse essere messo a tacere semplicemente cambiando città, o Stato. Se lo portava con sé ovunque andasse e l'unica cosa che avrebbe potuto fare a quel punto era fermarsi. Fermarsi per poter andare avanti senza fuggire costantemente.

Decise che non avrebbe fatto colazione. Non credeva di essere in grado effettivamente di mettere sotto i denti del cibo senza sentirsi male. Sì diresse quindi subito verso il suo solito bancone. Si sentiva più sicura e tranquilla in quel posto, riempiendo continuamente bicchieri di succhi e frullati detox. Aveva capito che fossero quelle le scelte preferite dagli ospiti del resort. E quelle piccoel certezze, così stupide e insignificanti, la aiutavano però a concentrarsi su altro e non stare troppo a rimuginare tra sé e sé.

The sweetest summer (Formula 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora