3.

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Leggete l'angolo traduttrice,
per favore. È importante!!

Taehyung avvertì due possenti mani sollevarlo, malgrado la consapevolezza di esser stato, oramai, catturato lo avesse colpito bruscamente.

Era ─ tuttavia ─ stordito, causa la figura dell'uomo che lo aveva soccorso.

«Comandante.» un coro diede lui il benvenuto.

«Era al terzo piano. Dev'essere una spia.» aggregò il soldato di prima classe.

«È una menzogna!» ripeté il giovane, la sua pazienza che aveva travalicato il limite ─ in precedenza ─ impostosi.

Questi tentò di sfuggire alla poderosa stretta, seppur invano.

«Perquisitelo.» esordì, d'un tratto, una voce profonda, la quale generò un mare di brividi in ciascun frammento di Taehyung.

Un silenzio opprimente s'impadronì di lui, non potendo credere di aver appena udito il Comandante Jeon.

Taehyung seguitò a dimenarsi, mentre veniva trascinato all'interno d'una sala d'indagini. In un battibaleno, si ritrovò al disopra d'una sedia in legno, con ambedue i polsi legati, sul retro.

«No, lasciatemi andare!» urlò a squarciagola, leggermente addolorato, in virtù di quel nodo angusto «Non sono un infiltrato, lo giuro. Potreste, perlomeno, ascoltarmi?»

Ma, nessuno prestò lui attenzione.

Era, difatti, sul punto di strillare una seconda volta, sino a che il Comandante Jeon non effettuò il suo ingresso. Taehyung individuò, tempestivamente, una rara percezione di timore logorarlo, in compagnia di altrettanto disorientamento, prendendo ad ipotizzare quello fosse un banale trucchetto della sua fantasia.

«Il tuo nome.» asserì, con tono irremovibile, parandosi dirimpetto a lui.

Taehyung non formulò replica, la gola che gli era divenuta arida.

«Per quale─ Per quale motivo dovrei svelare il mio nome?» farfugliò, spalancando la bocca nel medesimo attimo in cui il Comandante gli puntò un'arma addosso.

«Chi ti ha mandato qui? Chi è il tuo superiore?»

Perle d'acqua impregnarono le estremità dei suoi occhi, desiderando mostrarsi in tutta la loro maestosità.

«Non sono una spia! Per l'amor del cielo, ha osservato il mio viso? Le è mai capitato d'incrociare una spia così bella?» domandò, agitando le lunghe ciglia, con fare incantevole.

Jungkook pigiò il grilletto, un improvviso sparo che rimbombò in ogni dove. Determinata azione indusse Taehyung a sobbalzare, ora tremante di paura.

«Non ti verrà inflitto del male, solo se confesserai la verità.» mormorò, intascando il fucile, con rapidità «Lo ribadirò un'ultima volta. Chi sei?»

«È mio figlio

Le orbite di Taehyung si strabuzzarono.

Un uomo, maggiore d'età, s'introdusse, con espressione enormemente adirata.

L'intero gruppo si chinò, in segno di reverenza.

«Generale Kim, mi perdoni. Non ero a conoscenza si trattasse di suo figlio.» articolò Jungkook, avvilito.

«Liberatelo.» ordinò il Generale, gli altri che non sperperarono tempo, obbedendo alle sue direttive.

«Visto? Le avevo detto di non esser una spia.» Taehyung improvvisò una smorfia di scherno, Jungkook che rivolse lui un'occhiata truce, occhiata che lo azzittì, in un lampo.

Captain Jeon - Since 1894 [KookTae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora