13.

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«Buonasera, signore!» Jungkook improvvisò un inchino, Taehyung che tremolava di paura.

«Per quale ragione siete qui? Per di più, con mio figlio.» domandò il Generale con assoluta tranquillità, tranquillità che non aiutò affatto il giovane a rasserenarsi un minimo.

«Non vorrei risultare scortese, signore. Ma, vostro figlio mi pedina da ieri, ed inoltre salta l'addestramento.»

Taehyung imprecò sommessamente, il suo sguardo puntato sui piedi, ché non anelava osservare la reazione del padre.

«È la verità, figliolo?»

Silenzio.

«Beh... s-sì.» confessò, mordicchiandosi il labbro inferiore, un vigoroso sospiro dell'anziano che si librò tra loro.

«Quale sarebbe la giustificazione per cui non partecipi agli allenamenti? È peccato non adempiere ai propri doveri.» lo rimproverò «Come se non bastasse, pedini persino il nostro Comandante...»

Il ragazzo cominciò a giocherellare nervosamente con le sue dita, prediligendo non articolare replica.

«Non permetterò che questo accada di nuovo.» terminò l'uomo, Taehyung che assentì.

Una disagevole quiete intrise prontamente la sala, Jungkook che ─ nel frattempo ─ pareva una statua, mostrandosi tutto d'un pezzo.

«Comandante, la ringrazio per l'informazione.» finalmente, il Generale proferì parola, troncando la bizzarra atmosfera.

«Si figuri, signore.»

«Oh, un ultimo avviso.» aggregò, poi «Vorrei supervisionasse mio figlio.»

All'udire l'anteriore ordine, Taehyung drizzò lo sguardo con rapidità, mentre le iridi di Jungkook si tramutarono in fiamme.

«COME?!» strillarono entrambi, simultaneamente.

«Mi perdoni, m-ma... Per quale motivo?» il corvino recuperò la sua compostezza, seppur sbigottito.

Il Generale si sbilanciò sul suo scrittoio.

«Non ho la più pallida idea del perché mio figlio la stia seguendo, o delle sue prolungate assenze alla pratica militare. Però, confido in lei, e desidero che lo guidi e protegga costantemente. La prego di assicurarsi della presenza del mio Taehyung a ciascun corso di formazione e, se necessario, lo punisca adeguatamente.»

Lo punisca adeguatamente.

Determinati vocaboli rimbombarono nella mente di Taehyung, un mare di riflessioni che lo travalicò, in sincronia con il suo cuore, che ora palpitava in modo spropositato.

Cazzo.

«Signore... Credo non mi sarà possibile. Sono un Capitano, ed ho le mie responsabilità.»

«Non si preoccupi, ci lavorerò su. È l'unico favore che le chiedo... salvaguardare mio figlio. Non accetterò un no come risposta. Comincerà domani stesso.» avvertì, risoluto «E Taehyung... noi abbiamo una conversazione in sospeso.» questo fu il suo comando conclusivo, prima che i due abbandonassero lo studio, sbalorditi.

Raggiunto l'esterno, Taehyung non esitò ad assestare una poderosa botta al disopra del braccio di Jungkook, provocandosi un intenso dolore.

«Hai, per caso, una pietra lì?» si lagnò, apprestandosi a massaggiare le sue nocche alquanto rossastre.

«Come osi colpirmi così?» si scagliò il Comandante, l'altro che indirizzò lui un'occhiata assassina.

«Guarda cos'hai ottenuto... un ulteriore peso. Non avresti dovuto segnalarmi.»

Captain Jeon - Since 1894 [KookTae]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora