Quattro.

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Presente.

Se ne stava accovacciato sul tetto di un alto palazzo. Era lì da ormai un'ora e guardava la retata della polizia in collaborazione con gli eroi.
Era arrivato in tempo, aveva fatto un giro dell'isolato per capire la situazione, ma quella era degenerata in fretta.

Izuku si tormentava il labbro inferiore con le dita mentre pensava.
Quando era arrivato la polizia era già sul luogo a causa di una soffiata da parte di qualcuno di esterno al locale, quindi Chisaki non avrebbe potuto dargli la colpa. Quindi non era colpa sua, ma lo era diventata nel momento in cui Izuku aveva deciso di restarsene fra le ombre. I poliziotti erano almeno trenta unità, mentre gli eroi erano una manciata: Mirko, Cellophan, Ingenium e, ovviamente, Dynamight.
Se Izuku si fosse fatto vedere con il suo costume da vigilante lo avrebbero arrestato seduta stante. Se fosse finito dietro le sbarre sarebbe stato al sicuro da Overhaul, ma non avrebbe potuto proteggere sua madre.
Anche se non aveva completato il suo addestramento da poliziotto sapeva che nessuno gli avrebbe creduto, nessuno avrebbe preso sul serio un omega, armato e addestrato a combattere, sul fatto che fosse un prigioniero e un ostaggio della yakuza.

Il vento gli sferzava il viso mentre osservava la retata sotto di lui: gli uomini del locale, in giacca e cravatta, venivano scortati fuori in manette dalla polizia mentre gli eroi avevano ingaggiato combattimenti sparsi contro alcuni elementi di spicco della yakuza, tutti volti conosciuti e noti per utilizzare il loro quirk per avvantaggiarsi nei combattimenti.
Gli occhi verde scuro del omega non lasciavano un attimo quella macchia nera e arancio, che si muoveva flessuosa e sicura contro due opponenti. Gli attacchi dei villain non andavano mai a segno, andando semplicemente a graffiare e strappare il costume di Bakugō che, in tutta risposta, rideva di gusto mentre poggiava il palmo della mano sui loro visi e li faceva esplodere. Nessun movimento inutile, nessun gesto senza senso e ogni colpo del biondo andava a segno.

Izuku schioccò irritato la lingua costretto ad ammettere l'abilità dell'eroe biondo che, con il suo gran vociare, rifiutava ogni tipo d'aiuto.

> Non mi serve l'aiuto di una scartina come te, Nastro Adesivo ambulante!
> Amabile come sempre amico.

Una forte esplosione colpì i due villain e, in parte, anche Sero Hanta che andò a legare i due sconfitti con la sua unicità. Izuku lo vide poi riunirsi con gli altri eroi e si misero a parlare fitto fra loro, Bakugō restò da parte ad osservare i dintorni, come se si aspettasse di vedere sbucare fuori qualcuno. E lì Izuku capì che il biondo lo stava aspettando, che stava aspettando l'uomo di Chisaki.

Midoriya indossò la maschera e balzò giù dal palazzo, passando da terrazzo in terrazzo fino ad arrivare sull'asfalto. Non aveva fatto alcun rumore, solo un leggero e morbido tap era stato fatto dalla suola delle sue scarpe quando era atterrato. Ma quello era stato abbastanza per far voltare gli occhi rossi dell'alpha nella sua direzione, Izuku restò accucciato a terra mentre Katsuki si avvicinava a lui, non sicuro di dove posare lo sguardo.
Izuku si alzò in piedi e posò gli occhi grandi sull'eroe che aveva preso ad avvicinarsi a lui, l'odore di caramello e bruciato era intenso nell'aria, ma il verde riuscì a non farsi trasportare e non un solo feromone uscì dalla sua ghiandola. Si mise diritto sulle gambe e portò il petto in fuori, come per farsi più grande e attese che fosse l'altro a parlare per primo.

> Ti manda lui?

Midoriya fece un cenno d'assenso.

> Allora andiamo idiota! Fingi di fuggire.

E Izuku non se lo fece ripetere. Si mise a correre dopo aver lanciato una bomba stordente, prontamente raccattata da una delle tasche della sua cintura e filò via lungo il marciapiede.
La voce del biondo gli giungeva attutita alle sue orecchie, mentre gridava ai colleghi che partiva all'inseguimento di un sospetto vigilante.

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