Cinque.

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Diversi Anni Prima.

Era passato ormai un anno dalla fine delle medie. Un anno in cui Izuku aveva dato tutto se stesso per il futuro a cui aspirava.
Si era messo d'impegno e si era dedicato allo studio e all'esercizio fisico, solo per poter eccellere all'accademia di polizia e ottenere la borsa di studio. In meno di una settimana avrebbe ricevuto la risposta.

Sua madre era fiera, orgogliosa che suo figlio si impegnasse così tanto per poter fare ciò che desiderava. Si sentiva responsabile del fatto che il ragazzo non potesse fare l'eroe, si sentiva in colpa per non essergli stata di aiuto e supporto quando il medico baffuto gli aveva detto "Meglio che lasci perdere", o quando piangeva disperato perché non avrebbe potuto salvare le persone con un sorriso.

Ma ora Izuku stava bene, era riuscito ad entrare nel corpo reclute della polizia e si impegnava duramente.
Era così accecata dalla determinazione del figlio che non lo rimproverava nemmeno tanto quando, il ragazzo, decideva che il calore avrebbe potuto aspettare e si riempiva di soppressori.

> Mamma, solo questo mese. Ti giuro che il prossimo mi farò venire il calore. Ti prego! Devo allenarmi e studiare, non posso perdere una settimana intera!

E così Inko volgeva lo sguardo dall'altra parte, contenta per la felicità del figlio.

Izuku sapeva che i soppressori erano dannosi, sapeva che potevano causare dipendenza e sterilità, ma a lui non importava. Lui non voleva nemmeno pensare agli effetti collaterali che quelle pastiglie e la soppressione del calore potevano causare. Non ci pensava perché era concentrato sul futuro imminente, sui quei due anni e mezzo che mancavano prima di poter entrare in una centrale con pistola e distintivo alla cintura.
E poi... ogni volta che il calore arrivava... la sua mente si annebbiava e ricercava quell'odore insopportabile che lo aveva fatto soffrire per quasi tutta la sua vita.
Non aveva detto alla madre il nome dell'alpha che sapeva di caramello e mai lo avrebbe fatto, altrimenti la donna avrebbe fatto in modo che il biondino andasse a profumargli i vestiti e la stanza, in modo che il giovane omega non soffrisse per la lontananza. Izuku non avrebbe mai potuto permettere una cosa del genere, non avrebbe mai permesso che Katsuki scoprisse che il suo omega interiore lo bramava almeno una volta al mese e quindi, per sfuggire a una realtà troppo dolorosa, si imbottiva di pastiglie.

Midoriya stava sviluppando un corpo atletico e tonico. Era uno dei migliori del corso, che era composto per la maggior parte da beta. Gli alpha in accademia erano pochi, dato che quasi tutti si iscrivevano alle scuole per eroi. In corso con Izuku erano presenti solo due alpha: uno dai capelli viola e un forte odore di lavanda e una dai lunghi capelli biondo cenere e uno strano odore di colla colorata. A detta del verde avevano entrambi quirk potenti, ma il primo non aveva passato la selezione e l'altra non voleva fare tutta la fatica che facevano gli eroi.

Gli allenamenti erano duri, fatti per lo più a coppie. Quando l'opponente di Izuku era un beta, quello non si rendeva nemmeno conto di star lottando contro un omega. Izuku allora rilasciava tutti i feromoni che solitamente tratteneva e si sfogava, picchiava e menava le mani vincendo ogni incontro, potendo finalmente sentirsi allo stesso livello di chi aveva di fronte.
Ma quando l'opponente era l'alpha viola, qualcosa in Midoriya scattava. Era un misto di paura e rabbia, di fastidiosa invidia e meraviglia. Quell'alpha, anche se caratterialmente ai poli opposti del biondo, lo riportava indietro di un anno. Lo riportava a quando doveva accucciarsi a terra e non poteva far altro che incassare i colpi, quindi si bloccava e il suo odore diventava rancido e sgradevole.

> Ehi, Midoriya. Hai qualche problema con me? Sono troppo aggressivo o il mio odore è troppo forte?
> No, Shinso. Scusami... Ero solo... distratto.

Era sempre distratto quando si trattava di Shinso Hitoshi. Izuku lo evitava, come una malattia, per non sentire quel suo odore troppo calmante, o per evitare quegli occhi che sembravano scrutargli l'anima e avrebbero potuto far notare a tutti le sue debolezze, quegli occhi che lo invitavano a confidarsi e a rivelare i suoi segreti. Per fortuna doveva combattere con lui solo una volta alla settimana, per permettere a tutti di combattere contro tutti.
Quando toccava a Utsushimi Kemī, Midoriya si sentiva in imbarazzo per dover toccare la ragazza. Lei era un'alpha notevolmente attraente, che più di una volta gli si era avvicinata troppo solo per annusare l'odore fresco e pulito del gelsomino, scoppiando poi in risolini quando il verde si allontanava rosso in viso.

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