25 Novembre

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Era un periodo strano, nella quotidianità non sembrava essere cambiato nulla,ma vedevo la differenza, vedevo i suoi sguardi. Spesso erano intrisi di nostalgia,ma per la maggior parte del tempo, vi vedevo impresso rabbia e delusione e questo mi feriva più di ogni altra cosa.
Quello che avevo fatto doveva avere un altro risultato... Invece lei continuava a star male, lo vedevo in casetta,sentivo le discussioni in sala prove...si potrei essermi fermato fuori dalla porta ad origliare qualche volta, ma lei non mi parlava, non veniva più da me a sfogarsi.

Si chiudeva in camera col suo quadernino e la sentivo quasi scrivere in modo ossessivo, tutte le correzioni che si imponeva..
Ennesima gara d'improvvisazione, ennesimo ultimo posto... Ennesimo sguardo perso...

"Carola ci prepariamo ed andiamo a parlare con la maestra Celentano "

L' avevo vista alzarsi come se volesse fuggire lontano,sentivo il suo dolore come se fosse il mio, la osservavo mentre, parlando con Maria ,cercava di trattenere le lacrime e avrei voluto alzarmi, correre da lei ed abbracciarla forte, dirle che tutto sarebbe andato a posto, che poteva farcela.
Invece rimasi fermo mentre lei, con il singhiozzo che le stringeva la gola, correva in sala prove.

Mi ero seduto fuori insieme a Rea,  un modo come un altro per ingannare il tempo, mentre aspettavo con ansia che tornasse. Non passavano mai quei minuti,li contavo uno ad uno, come quando si contano le pecore per cercare di addormentarti, avevo un nodo in gola che non riuscivo a spiegarmi...
La sentii arrivare prima di vederla, avevo riconosciuto i suoi passi, piangeva, mi prese la mano

"Puoi venire con me?"

La sua voce era rotta dal pianto, mi alzai immediatamente seguendola nel retro della casetta, non riusciva a parlare, le lacrime uscivamo ormai a dirotto ed io ero devastato... Non ero pronto a vederla così, volevo solo vederla felice..
Avevo sbagliato? La mia decisione di lasciarla libera era sbagliata?
Pianse tutto il tempo, mi raccontò quello che la maestra le aveva detto, la sua paura di deluderla era più grande di quella che aveva di deludere sé stessa.
La abbracciai, lasciai che sfogasse il dolore, la frustrazione, la delusione sulla mia spalla , quando si fu calmata la accompagnai in camera ed io corsi fuori a sfogare il mio dolore accendendomi una sigaretta.

Come potevo aiutarla da lontano? Senza farla illudere, senza destabilizzarla ancora di più? Volevo solo che fosse bella e sorridente come era sempre stata, volevo vederla ridere e volare come la sognavo ogni notte, non mi interessava soffrire se lei fosse stata felice, privarmi di questo amore era stato come strapparmi il cuore con un cucchiaino, non mi importava nulla... L'unica cosa che volevo era saperla libera di crescere e di credere in sé stessa.
Ma ora? Sentivo ancora i suoi singhiozzi disperati tra le braccia di Sissi, allora presi la chitarra, mi avvicinai alla sua porta e mi ci appoggiai con la schiena..
Sentii Sissi sussurrare

"Vuoi che lo faccia entrare?"

Sapevo che non avrebbe voluto che la vedessi così, la immaginai scuotere la testa e sorrisi, cominciai ad intonare una mia canzone, suonai solo la melodia, l'avevo portata ai provini di Amici, l'avevo scritta molto tempo prima, per un amore folle e malato... Forse era arrivata l'ora di correggere qualche strofa e riaddattarla a questo nuovo sentimento, forte, pulito, vero e soprattutto unico ,che mi legava a lei

"E non ho nulla  se non ho te
Tutta la vita senza un perché
E non ho nulla e tu lo sai
Mi mancheresti anche
Se io non ti avessi vista mai"

Pensavo a queste parole mentre suonavo .
Ecco forse era davvero arrivato il momento di dare vita nuova a quella canzone....


Nota Autore

Scusate il ritardo nel pubblicare, chi ha letto le mie storie sa che preferisco parlare dei loro cuori come ho imparato a conoscerli ed amarli... È più un modo per dare voce a quello che abbiamo immaginato... spero che molti la pensino come me...
Un bacio Giusy 💛

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