Gennaio

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Gennaio era arrivato, dopo quel bacio rubato,non ci eravamo più parlati, eravamo rientrati in salotto senza quasi guardarci, increduli e imbarazzati allo stesso tempo...
Non sarebbe dovuto succedere, mi ripetevo ogni minuto, ma non ero riuscito a trattenermi, volevo solo farle gli auguri,ma una volta davanti a lei non ero riuscito a trattenermi.. era stato impossibile resistere a quegli occhi ,a quelle labbra.
Nei giorni successivi avevo cercato di nuovo di provare a rimanere solo con lei ,ma mi sfuggiva di continuo e Cristiano, probabilmente informato da lei, non la mollava mai.

Era un pomeriggio  quando, rientrando in casetta dopo una sessione di prove con Giovanni, vidi tutti i ragazzi intorno al divano.
Non capii subito cosa fosse successo,ma un singhiozzo,che ormai avevo imparato a riconoscere, mi fece letteralmente fermare il respiro. Corsi subito verso l'origine di quel pianto silenzioso per vedere la mia ballerina accasciata tra una nuvola di cuscini.
Accanto a lei  Cristiano e Mattia le accarezzavano i capelli mentre, tra le lacrime raccontava quello che era successo

"Mi fa male" diceva

" Facevo un passo particolarmente complesso e con la punta di gesso mi sono data una botta sul polpaccio... Non riesco a camminare, non ci riesco...Ho tanta paura"

La sua voce disperata mi arrivò dritto al cuore e mi riportò al racconto del suo infortunio al ginocchio, rividi i suoi occhi  mentre me lo raccontava, mi ricordai la sua angoscia,la sua paura nel non poter ballare e silenziosamente pregai che non fosse nulla di grave, pregai perché la lasciassero ancora lì con me ,che non mi togliessero il mio unico raggio di sole.
Luca la prese in braccio accarezzandole i capelli e la portò in camera, Serena le andò a preparare una tisana e Sissi rimase con lei tutta la sera , sdraiata sul letto abbracciata a lei che non si dava pace. Avrei voluto esserle di conforto in qualche modo, dirle che sarebbe andato tutto bene, rassicurarla e tranquillizzarla, prima sarebbe venuta da me, avrebbe chiesto a me di consolarla e il fatto che ora non l'avesse fatto mi feriva.
Sentii Maria che le parlava, il medico aveva parlato di una brutta contusione e sperava si risolvesse in poco tempo, altrimenti avrebbero,a malincuore, dovuto prendere altri provvedimenti.
Al solo pensiero che lei potesse uscire, mi sembrava di impazzire, non riuscivo nemmeno ad immaginare la casa senza di lei, senza le sue vocali aperte e la sua voce cristallina ,senza la sua ironia, senza il suo essere semplicemente Carola.
Era ormai passata la mezzanotte quando, finalmente,la lasciarono sola ,decisi quindi di andare da lei, non potevo non vederla, dovevo assolutamente sapere come stesse.
Aprii silenziosamente la porta e la trovai sdraiata su un fianco, era ancora sveglia,lo percepivo dal suo pianto silenzioso che mi faceva male , mi sedetti sul letto e le posai una mano sul fianco

"Gigi" disse senza voltarsi

finita, stavolta è finita, non ballerò mai più, ho paura Gigino ,ho tanta paura"

Era così fragile,così indifesa, la mia rosa rischiava di spezzarsi ,lei che era sempre stata così forte, aveva il viso devastato dal pianto, gli occhi gonfi e le labbra screpolate.
Mi abbassai e la trascinai verso il mio petto, cominciai ad accarezzarle la schiena,

"Tranquilla principessa, passerà anche questa, tu non puoi essere spezzata, il vento può schieffeggiarti,ma non può abbatterti. Ti rialzerai più forte di prima,io sono qui, anche quando non mi vedi, appoggiati a me sempre"

Sorrise tra le lacrime, mi strinse forte a sé, come se fossi l'unico appiglio su una parete di roccia liscia e ,in silenzio, mi ripromisi che ci sarei stato,che non l'avrei più lasciata da sola a combattere contro il mondo.
Avevo appena intrapreso il viaggio per tornare dalla mia rosa.

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