Era una brutta giornata per tutti quel mercoledì,un temporale improvviso distrusse tutto il lavoro fatto da Jackline nel giardino di Mark il giorno prima,ma questo da una parte la rincuoró perché così avrebbe sicuramente potuto ritornare a passare una giornata nel giardino del retro. Si svegliò frastornata dal tintinnio delle gocce che ricadevano su una pozzanghera al lato destro del suo letto,l'acqua era riuscita a penetrare i fragili muri del piccolo bunker sotteraneo dove lei ancora dormiva. Finalmente non le faceva più paura anche se la mancanza d'aria si faceva sempre sentire.
Si vestí frettolosamente scegliendo qualche abito tra i pochi vestiti che Mark le aveva procurato durante quegli anni. Salì subito dopo in casa pronta per aiutare l'uomo che la teneva prigioniera nelle sue faccende.Mark si avvicinò al viso di Jackline prendendola delicatamente da sotto il mento.
"Ragazzina,oggi niente green day,voglio portarti fuori di qua."La ragazza rimase a bocca aperta.
"Dobbiamo andare a fare delle compere,ormai sei cresciuta nessuno ti riconoscerà,ma in ogni caso non farmi pentire di essermi fidato di te!"
"Ss-si,ok."
"Allora andiamo forza."
L'uomo scrutò bene l'intero piazzale e le poche abitazioni che circondavano la sua piccola villa,ma senza farsi neanche troppi problemi ordinò a Jackline di seguirlo fino al portellone della macchina. Preferì non prendere il furgoncino bianco per precauzione.
Attraversarono il giardino e si sedettero in macchina.
L'odore del deodorante dell'auto era così dolce da essere nauseante,ma Mark ne sembrava essere abituato. Jackline non stava capendo piu niente,insomma troppe cose insieme,prima il giardino e ora addirittura stava uscendo fuori in città come se nulla fosse."Perché lo stai facendo?!"
Jackline si rivolse all'uomo timidamente."In che senso Jacky?"
Mark si stava abituando a chiamarla così perché il nome intero della ragazza iniziava ad annoiarlo."Sono passati più di 4 anni Mark,perché proprio ora?"
"Sei cresciuta al punto giusto da non essere riconosciuta,ora metti la cintura e non fare altre domande."
"Sei cresciuta al punto giusto"
Parla di me come fossi un ciambellone nel forno.I pensieri di Jackline si arrestarono appena la macchina di Mark si fermò davanti ad una pasticceria.
"Devo comprare dei dolci per la signora Katy del civico n°98,è una signora molto anziana e tutto il vicinato ha deciso di portarle un pensierino per i suoi 87 anni. Io non sarò da meno,non voglio sfigurare,tu resta in macchina,faccio presto."
L'uomo portò le chiavi dell'auto con se e chiuse a chiave Jackline.
La ragazza rimase in tutta quella frazione di tempo a bocca spalancata davanti l'immagine che le si posava davanti gli occhi dando poco conto alle parole di Mark.
L'immagine era quella di una panchina vuota,la panchina davanti la pasticceria,quella panchina che in tutti gli anni precedenti al rapimento le aveva fatto compagnia nei giorni del suo compleanno. La stessa panchina dove con un pasticcino in mano si cantava tanti auguri da sola. Guardò quell'immagine per altri 10 secondi senza battere ciglio e una lacrima scese dolcemente dalla sua guancia paonazza finendole sull'angolo della bocca. Si strofinó gli occhi con il palmo della mano asciugandosi il volto e subito dopo vide Mark uscire dalla pasticceria con un grande vassoio in mano pieno delle più costose delizie. Si diressero successivamente al supermercato.***
Amy era seduta sul divano di casa sua ad ascoltare la radio con la solita espressione di chi ha perso tutto. Il suono del campanello la fece sobbalzare. Si alzò in piedi abbassando il volume della radio e sbirció dall'occhiolino del portone di entrata della grande villa intravedendo un berretto blu scuro spuntare fuori. Era il postino,uno di quei postini privati che consegnavano le lettere solo in caso di ritardo o di emergenza."Apra signora sono il postino William,le ho da consegnare una lettera,è urgente."
Solitamente si preferiva non lasciare importanti lettere nella cassetta della posta all'esterno,quindi Amy intuì che si trattava di una cosa seria e aprì il portone."Venga,avanti!"
"Questa è per lei,arriva dalla questura."
Amy afferrò la lettera.
"Arrivederla signora."
"Arrivederla William."
Si sedette nuovamente al tavolo del salone centrale stavolta versandosi della vodka in un piccolo bicchiere di cristallo. Strappò la lettere e aprendola si portò il bicchiere alla bocca.
"Salve signora Amy,sono l'ispettore,volevo gentilmente avvisarla di recarsi il prima possibile in questura perché ho bisogno di parlarle urgentemente. Venga giovedì e faccia il mio nome all'entrata,la faranno passare senza problemi.
PS. So che è un brutto periodo e ciò che avrò da dirle non le farà piacere,ma le faccio presente che io ci sono per qualunque problema lei abbia."
Cordiali saluti,
Isp. Jason KilimanAmy ripiegò il foglio ponendolo nel cassetto del mobile in ciliegio accanto all'entrata e si lasciò cascare nell'ennesima depressione ingozzandosi di alcool. Stava degenerando.
***
Arrivarono al supermercato intorno alle 11:30 del mattino,Mark diede la lista delle cose da comprare a Jackline e le raccomandò di non dimenticarsi niente. L'uomo restò in macchina a leggere il giornale,aveva sempre odiato fare la spesa.
"Fai presto,e attenta a quello che fai."
Jackline aveva la reale possibilità di scappare ma Mark riusciva ad avere sempre tutto sotto controllo in ogni situazione.
Prese un cestino color magenta in plastica e si avventuró nel supermercato con la lista in mano.
Un luogo così semplice come quello non le era mai sembrato così strano prima. Cercava in tutti i modi di richiamare l'attenzione delle persone con gli occhi,sembrava urlare: "Hey,sono io Jackline,la ragazza che sparì 4 anni fa,sono io!!"
Ma nonostante tutti i telegiornali avessero parlato di lei nell'arcata del primo anno della sua scomparsa,lei era davvero troppo cresciuta e cambiata per essere riconosciuta.
I capelli che da bambina le scendevano lungo la schiena ora le arrivavano a malapena sopra le spalle e aveva perso parecchi chili.
La gente non si girava neanche minimamente a guardarla,così si rassegnò e iniziò a infilare a raffica le cose nel cestino per ritornare presto da Mark.
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Claustrophobia.
Gizem / GerilimEra il giorno del suo compleanno,ma lei era l'unica a saperlo. Detestava con tutta se stessa quel giorno,rimaneva sempre sola. In realtà lo era sempre,ed ora così da quando era nata. Claustrofobica e asociale. Jackline passerà le sue prossime ore i...