Cap.4

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Respirava affannosamente,quella camera così piccola le causava il vomito. Non riusciva a sopportare di non vedere più il sole e di non toccare quel prato che la faceva addormentare come una bambina. Ora non riusciva piu a dormire,restava ore a guardare il soffitto al buio. Non piangeva neanche più.

Era riuscita ad abituarsi a quella vita,se così poteva chiamarsi,così squallida e immensamente vuota.

Jackline sentiva per la prima volta la mancanza di qualcosa,di qualcuno che non aveva. Aveva solo quell'uomo,ma lo odiava con tutta se stessa.

25 DICEMBRE 1992

Jackline sapeva bene che giorno era,e pur non avendo orologi e calendari a ogni spegnimento delle luci,incideva sul muro una 'X',questo per farle capire quanti giorni erano passati,quanto inferno aveva già superato e quanto ancora gliene aspettava.

Era Natale. Il suo giorno piu bello.

Quel Natale però non lo sarebbe stato,non avrebbe potuto sentire l'odore dei biscotti di marzapane di Amy,non avrebbe potuto sorridere davanti alle luci dell'albero,non avrebbe potuto scartare neanche quell'unico regalo che riceveva ogni anno solo dalla zia. Quest'anno non avrebbe avuto neanche quello. Ma soprattutto non avrebbe potuto aggiungere il biglietto di auguri nella sua collezione.

I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore straziante della porta di sopra. Ogni volta che sentiva quel rumore iniziava a tremare e ad avere freddo, perche sapeva che presto sarebbe arrivato l'uomo che tanto odiava.

La porta si spalancò e questa volta l'uomo non scaraventò a terra del cibo come faceva ogni giorno,aveva in mano una pallina di cristallo. Quelle palline che se le agiti si riempiono di neve. Jackline rimase sorpresa,accennò un sorriso timido ma presto sarebbe svanito.

L'uomo tirò fuori un fazzoletto di stoffa,e con fare minaccioso ordinò a Jackline di pulire la pallina di cristallo. Voleva solo vedere come se la cavava nelle pulizie domestiche,ma aveva solo 11 anni e non ne sapeva niente.

Da quel giorno l'uomo non faceva altro che portarle oggetti per farle imparare a pulire. Jackline non sapeva cosa stava pianificando,ma aveva intuito che l'uomo amava l'ordine e il pulito. Rimandando la mente al giorno in cui mise piede per la prima volta in casa sua,si ricordò bene la perfezione e il brillio delle mensole di uno scaffale,tanto che ne rimase incantata. L'unica cosa positiva era che ora avrebbe avuto qualcosa di "meglio" da fare che starsene buttata su quel letto freddo a piangere. Pulire l'avrebbe distratta.

In fondo tutto ciò che desiderava era solo una fetta di panettone o un cioccolatino,giusto per avere il sapore del Natale in bocca. Quello che lei non sapeva era che l'uomo che l'aveva rinchiusa odiava il Natale e qualsiasi altra festa esistesse al mondo. Era un uomo triste.

***

10 GENNAIO 1993

Jackline come al solito era lì sotto. Non era cambiato assolutamente nulla dal primo giorno che si trovava lì dentro.

Si era stancata di piangere e infatti aveva smesso di farlo,anche per il fatto che sarebbe stata già la sesta volta che l'uomo le schiacciava la faccia contro il lavandino del bagno per farla smettere. Decise di risparmiarsi il viaggio.

Mentre puliva per l'ennesima volta la pallina di cristallo,senti delle voci dal piano di sopra. Non erano dell'uomo,questo significava che qualcuno era venuto a fargli visita.

Lasciò la pallina e il fazzoletto di stoffa sul pavimento e si scaraventò alla porta sbattendo pugni e urlando con tutte le sue forze per farsi sentire. Faceva rumore con tutto ciò che aveva,ma niente. Cascò a terra distrutta e piangendo per l'ennesima volta. Si asciugò di fretta le lacrime e riprese le pulizie.

Stava accettando il fatto che forse mai nessuno l'avrebbe trovata.

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