Jackline si stropocció gli occhi e si vide davanti un furgoncino bianco,lo stesso bianco del suo ospedale. Si alzò in piedi per ritornare a casa,senza neanche fare caso a quel furgoncino. Era vuoto,ma faceva paura.
Arrivò a casa e come al solito Amy non c'era. Si stese sul letto ,aspettò la sera,e l'arrivo della zia.
Si affacció alla finestra per aspettarla,ma non arrivava,così decise di stendersi sul letto a dormire. Ma appena prima di staccare lo sguardo da fuori rivide quel furgoncino bianco frenare sul viale. Ma rimase indifferente,non aveva paura di nulla,Jackline era sempre stata una forte.
Il mattino seguente sarebbe dovuta andare a scuola. Uscì di casa di fretta mentre Amy dormiva ancora e si diresse verso la sua scuola.
Frequentava ancora la prima media ma era abbastanza grande per andare a scuola da sola. Doveva,come tutte le mattine,camminare per una decina di minuti per il viale che la portava al cancello della scuola,ma lì non ci arrivò mai.
Jackline era sparita. O meglio la sua non curanza e indifferenza nelle cose l'aveva tradita per questa volta.
Si sentì all'improvviso strattonare il braccio e nel giro di 5 secondi si ritrovò in quel furgoncino che fino a alla sera prima non le incuteva niente. Era stata presa,rapita. Aveva il cuore a mille. Non ci capiva più niente. Ma pianse.
Era buio. Sentì il furgoncino frenare e subito dopo lo sportellone di esso aprirsi. Si ritrovò davanti un uomo,non aveva una faccia cattiva,ma davanti al viso in fiumi di Jackline era restato ineluttabile.
Appena entrarono in casa Jackline rimase inpietrita,era una casa perfettamente in ordine,pulita al massimo,centimetro per centimetro.Mentre Jackline rimase a fissare lo sbrillio delle mensole in salone ,l'uomo spostò un mobiletto e li dietro vi era una porticina minuscola,tanto piccola da doversi accovacciare per oltrepassarla. L'uomo prese in braccio Jackline e oltrepassò la porticina,dietro quella porta si trovava una scaletta minuscola di cemento,Jackline per passarla doveva rannicchiarsi il piu possibile,e subito dopo un'altra porta e li dietro si trovava una stanza,praticamente sotterranea di un metro per un metro con un letto e una scrivania. Quella sarebbe stata l'abitazione di Jackline per un tempo indeterminato.
Jackline continuava a prendere a pugni la schiena di quell'uomo senza un nome,lui la poggió a terra e le tolse le scarpe,dicendole che tanto quelle non le sarebbero più servite.L'uomo se ne ando senza dire una parola,risalí a fatica le scale,si chiuse la porticina alle spalle e rimise apposto il mobile.
Jackline rimase lì,scalza,al freddo.
Non sapeva spiegarsi cosa le stava succedendo. Ma piangeva,sbatteva i pugni sulla porta ma l'uomo da la sopra non poteva di certo sentirla.
Non aveva mai pianto così tanto in vita sua. Aveva paura per la prima volta,e quel posto così piccolo la faceva stare male. Ma non poteva fare niente.
L'uomo mise un interruttore della luce,dove a un certo orario la luce si spegneva e Jackline sarebbe rimasta al buio. Ed era giunta proprio quell'ora. Le luci si spensero e con esse anche gli occhi di Jackline.
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Claustrophobia.
Mystery / ThrillerEra il giorno del suo compleanno,ma lei era l'unica a saperlo. Detestava con tutta se stessa quel giorno,rimaneva sempre sola. In realtà lo era sempre,ed ora così da quando era nata. Claustrofobica e asociale. Jackline passerà le sue prossime ore i...