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Mia madre si sbagliava. Quando da piccola diceva che ero soltanto brava a rovinare tutto, quando diceva che non avrei mai vinto, si sbagliava. Perché adesso, sul mio letto, mentre scarabocchio con il carbon gesso una bozza di un primo fumetto, mi sento finalmente potente. Mi sento a casa. Lei potrà anche avere ragione sul fatto della pittura, magari non sarò mai brava come lei, ma non conoscerà mai la mia dote nascosta. Io so disegnare. E sono bravissima.

E mi piace, mi piace da impazzire. Per questo non ho problemi a ricalcare il mio primo fumetto su dei fogli alla rinfusa, per questo non ho problemi a scannerizzare e a rilegare le pagine. Per questo, alle otto di sera, ho creato il mio primo fumetto. Il mio primo libro. Mi emoziono così tanto che mi tremano le mani. Lo sfoglio con calma, osservando ogni disegno come se non lo avessi ritratto io.

Il primo fumetto parla di una ragazza di nome Jaky. Jaky è un po' la rivisitazione di Wonder Woman: combatte il crimine con i suoi poteri. È forte, svelta, in gamba. Poi, però, nel suo cammino incrocia Brutus il bullo. Brutus è il suo più grande nemico, ha la forma di un troll ed è davvero cattivo. Vorrebbe vedere Jaky morta. Inutile dire che Brutus è la rivisitazione di Nicholas... Anche se il troll non lo rappresenta.

In ogni caso, Brutus lancia maledizioni a Jaky, la costringe a piegarsi alla sua volontà, e minaccia perfino di fare del male a tutto ciò che le è più caro. Jaky, però, si ribella. Segue uno scontro finale, esposto in ben due pagine, dai colori sfavillanti e tanto, tanto rosso. Il fumetto si conclude con l'esplosione del troll, la città in fiamme e Jaky che sorride trionfante ad un angolo della pagina.

"Uno è andato."

Affermo, passando il fumetto a Jenna. Tamara, dall'altra parte della stanza, se ne sta in piedi, a controllare l'orologio.

"Ma ce la fai?"

Chiede, mentre Jenna inizia a leggere. Le mie amiche ci tenevano particolarmente a sostenermi, così ci siamo riunite a casa mia. Mi hanno osservata lavorare in silenzio, con la mia coinquilina, Ava, che di tanto in tanto entrava per offrire snack. Cosa che fa anche ora, aprendo la porta e mostrando un vassoio.

"Tartine?"

"No, Ava, siamo a posto."

Borbotto, e lei alza le spalle. Poi osserva Jenna leggere.

"Come sta andando?"

"Bene. Ma sono un po' preoccupata per l'orario..."

"Tamara!"

"Che c'è? È la verità! Se intendi fare un altro fumetto devi sbrigarti!"

"SHHH! Zitte!"

Interviene Jenna, e noi altre ridacchiamo. Poi Ava, appoggiando il vassoio sul letto "nel caso in cui vi venisse fame", esce silenziosamente dalla stanza. Tamara torna alla sua postazione, riprendendo i suoi calcoli. Jenna legge attentamente, ed io attendo in preda all'ansia. Dopo un po', chiude con un tonfo il libro.

"Allora?!"

Chiediamo io e Tamara in coro, e lei ci guarda annoiata.

"Sì, è carino."

"Solo carino?"

"Potevi aggiungere qualcosa in più..."

"Oh, ma dà qua!"

Tamara prende il fumetto con rabbia, aprendo la prima pagina ed iniziando a leggere. Io, dal canto mio, fisso Jenna.

"Fa davvero così schifo?"

Lei mi guarda, indecifrabile. Poi scoppia a ridere.

"Cretina, ti stavo prendendo in giro! È molto bella, davvero. La storia è molto coinvolgente..."

My sweet nemesisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora