Capitolo 5

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Il preside Cross riunì tutti gli studenti della Night Class.
- La faccenda è molto seria - iniziò - Mai dei livello E sono entrati nel collegio. In generale, nessun livello E era mai uscito così tanto allo scoperto.
- Se mi permette preside Cross, io avrei una teoria.
Kaname fece un passo avanti, attirando l'attenzione di tutti.
- Sentiamo.
- È una storia lunga ... credo che i livello E si stiano organizzando per vendicarsi degli Haibara.
- Intendi la famosa famiglia purosangue? E perché mai?
- Yuma Haibara, tempo fa, si alleò con gli hunters, scovando e uccidendo un'intera brigata di livello E che da tempo mieteva vittime su vittime. A quell'epoca si aspettò una possibile futura rivolta, perciò decise di salvaguardare almeno la minore delle sue figlie. La moglie si sacrificò per trasformare la neonata in umana e Yuma si risposò, cambiando nome per celare la sua identità e portando con sé la bambina. Evidentemente, ora i livello E hanno scoperto l'identità della ragazza e vogliono ucciderla.
- Ma perché venire qui al collegio? Non c'è nessun Haibara tra gli studenti - puntualizzò Kajen.
- No, a vostra conoscenza.
- Che intendi dire?
- La figlia di Yuma ... è Hiromi.
- Cosa?
La ragazza si sentì spiazzata. I livello E stavano dando la caccia ... a lei?
- Non può essere. Suo padre era Kido Kuroba, non Yuma Haibara.
- Questa notizia si è diffusa solo tra alcuni vampiri, per motivi di sicurezza. Non mi sorprende che non lo sappiate, ma se volete confermare potete contattare i fratelli maggiori di Hiromi.
Kajen poggiò i gomiti sulla scrivania, il mento appoggiato alle nocche delle mani.
- Mi fido di te, Kaname. Se dici che Hiromi è la figlia di Yuma, allora ti credo.
- Ha ragione - sospirò Hiromi, abbassando lo sguardo. Per tutta l'infanzia, il padre non aveva fatto altro che raccontarle la favola della principessa Haibara, e di come riacquistati i suoi poteri avrebbe sconfitto i malvagi che volevano ucciderla.
- Mio padre mi addormentava con questa storia. Allora credevo fosse una favola, ma ora ...
Un improvviso silenzio calò nella stanza, mentre tutti gli sguardi si concentravano su Hiromi.
- Io ... ho bisogno di stare da sola. Scusatemi.
Lasciò la stanza, correndo nel cortile. Si fermò accanto a un albero, riprendendo fiato.
- Va tutto bene?
Hiromi si girò: nonostante la sua richiesta di esser lasciata sola, Kaito l'aveva seguita. La ragazza distolse lo sguardo.
- Va tutto bene? Come puoi chiedermi una cosa del genere? La settimana scorsa non sapevo neanche dell'esistenza dei vampiri, e invece ora scopro di esserne uno, tra l'altro purosangue. Ogni singola certezza che avevo, anche minima, si è volatilizzata in un battito di ciglia.
Le lacrime cominciarono a salirle agli occhi.
- Mi sento persa, irrimediabilmente persa. È come se brancolassi nel buio alla ricerca di un appiglio, ma quest'appiglio non esis...
Improvvisamente, Kaito la attirò a sé, abbracciandola.
- Immagino come puoi sentirti e capisco che non è una bella sensazione. Ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sono, ti sosterrò sempre e comunque.
Rinforzò la stretta.
- Non dovrai temere niente finché sarai con me, ed io resterò per sempre al tuo fianco. Te lo prometto.
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio, guardando Hiromi negli occhi. La spinse delicatamente contro l'albero, chinandosi su di lei. Le loro labbra si incontrarono, un tenero e istantaneo bacio.
Kaito si rialzò, sorrise appena e si allontanò. Hiromi lo guardò andarsene, mentre un lieve sentimento di affetto le scaldava il cuore. Non aveva mai pensato di poter piacere ad un ragazzo, e il fatto che si fosse sbagliata la rendeva felice come non mai.
"Piacere a un ragazzo, eh?".
Ripensandoci, anche Aido le era rimasto accanto negli ultimi giorni. Eccettuate Mineko ed Emi, Hanabusa era l'unico con cui aveva davvero fatto amicizia e al quale si era più affezionata. Le tornò in mente la frase sul biglietto di benvenuto che il ragazzo le aveva lasciato sul letto qualche giorno prima: " Sei la persona più speciale che abbia mai conosciuto". Possibile che anche il vampiro provasse qualcosa per lei?
"Devo vederlo".
Puntò decisa al dormitorio Luna, percorrendo il cortile a grandi passi. Arrivata, salì le scale per il piano superiore di corsa, per poi arrestarsi proprio davanti alla camera di Hanabusa. Chiuse gli occhi, portandosi una mano davanti alla bocca: l'odore di sangue aleggiava ancora nell'aria, invitante.
Deglutì, cercando di ignorarlo, ed entrò.
Aido era sul letto, più pallido del solito, la spalla fasciata. Era sofferente, ma vivo. Hiromi si avvicinò.
- Ehi.
Il ragazzo socchiuse gli occhi, sorridendo al riconoscere la ragazza.
- Ehi.
- Come ti senti?
- Debole ... stanco ... più morto che vivo.
Hiromi distolse lo sguardo.
- Dovrei esserci io su quel letto, non tu.
Tornò a guardare il ragazzo.
- Ti ringrazio per avermi salvata, ma per favore non rifarlo. Ho già perso abbastanza, non voglio perdere altro.
- Non mi perderai, tranquilla. Cosa credi, che un misero livello E possa battere in un colpo uno come me? Sono invincibile, non mi si mette KO tanto facilmente.
Hiromi sorrise divertita.
- E il più morto che vivo di prima che fine ha fatto?
Hanabusa sgranò gli occhi, arrossendo e distogliendo lo sguardo.
- Ah, beh, ecco ...
Hiromi si alzò, ridendo.
- Abbassa la cresta e vedi di rimetterti. Ti lascio riposare ora.
Si avviò all'uscita, sorridendo al ragazzo prima di uscire. Rimasto solo, Hanabusa si lasciò sprofondare nel cuscino. "Ho già perso abbastanza, non voglio perdere altro" aveva detto Hiromi. Il ragazzo guardò fuori dalla finestra: possibile che per una volta i suoi sentimenti fossero ricambiati?
Anche Hiromi, dall'altra parte della porta, era preda del dubbio. Un lato del suo cuore le diceva di lasciar perdere Aido e correre da Kaito, l'altro l'esatto opposto. Che doveva fare?
* * * * * *
Mineko si affacciò nel cortile, scrutando nel giardino alla ricerca di Hiromi. La ragazza aveva chiesto di essere lasciata sola, ma lei proprio non ce la faceva ad obbedire: quella ragazza era piombata in un mondo totalmente differente da quello in cui era vissuta fino a una settimana prima, e secondo Mineko ne sarebbe uscita solo se qualcuno le fosse stato accanto e l'avesse sostenuta.
- Oltre che succhiare sangue, spiate anche?
La voce la fece sussultare: si voltò di scatto, trovandosi davanti Zero a braccia conserte.
- Zero ... mi hai spaventata ...
- Fai bene ad avere paura. Potrei decidere di ucciderti da un momento all'altro - ghignò il ragazzo.
- Non è divert...
Zero cadde improvvisamente sopra la ragazza, ansimando. Le sue braccia erano ai lati della testa di Mineko, impedendole qualsiasi via di fuga. La ragazza sospirò.
- Una nuova crisi, eh? Sono più frequenti, non è vero?
- Non ... sono ... cose ... che ... ti ... riguardano ... - ansimò Zero, scivolando verso il basso. Mineko lo sorresse, portandogli la faccia vicina al collo.
- Avanti, fallo. Dovrebbe stabilizzarti per un po'.
Il ragazzo affondò i canini nella pallida carne. Mineko gemette appena, ma lo lasciò fare. Voleva aiutarlo e, se questo era l'unico modo, allora lo avrebbe fatto.
Zero si staccò, pulendosi la bocca con il dorso della mano. Poi, senza preavviso, premette le labbra contro quelle della ragazza. Rimasero così qualche istante, poi Zero si allontanò da Mineko.
- È solo un ringraziamento. Non prenderlo come qualcosa di serio - commentò, sparendo nelle ombre del corridoio. La ragazza lo sentì appena, ormai irrimediabilmente persa dietro ai suoi sentimenti.
- Non dovresti permetterglielo.
Shiki uscì dal buio.
- Non dirmi cosa devo fare. So prendere da sola le mie decisioni - ribadì Mineko.
- Le tue decisioni dovrebbero rispecchiare i tuoi doveri, però.
La ragazza si morse il labbro, poi ribattè decisa.
- Mi sono opposta. Per me quel contratto non vale un accidente, quindi piantala di infastidirmi.
- Mineko.
Il ragazzo le si avvicinò, prendendola per le spalle.
- Io ci tengo a te. So che sai cavartela, ma voglio comunque restare al tuo fianco per proteggerti.
Mineko sentì ogni difesa crollare di fronte al tono del ragazzo. Distolse lo sguardo, frustata. Shiki le accarezzò i capelli teneramente. - So che non è giusto, ma non serve a niente ribellarsi. Sai quanto può essere crudele Rido.
- Ma sposarsi tra fratelli ... non ha nessuna logica. Avrei compreso se fossimo stati purosangue, ma tuo padre ha già rotto la successione con tua madre, perciò ...
- Non sto dicendo di essere d'accordo. Penso solo che, stando così le cose, potremmo iniziare ad abituarci. Pensaci.
Shiki baciò la sorella in fronte, poi si allontanò, lasciandola con un terribile tormento da risolvere: obbedire a Rido o al suo cuore?

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