Mamma

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Crollano i muri, costruiti con pietre e cemento.
Figuriamoci le certezze, costruite con cosa?
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Pov Ciro

"Esposito."

"Tu sei...." Provai a dire non riuscendo a pronunciare quel nome.

"la figlia di Luigi."

Mi girai di scatto verso di lei, e subito notai la somiglianza. Quel naso perfetto, gli occhi azzurri come il mare e la sua stessa impertinenza.

Quella di mia madre.

"Ma te lo giuro non gli appartengo più, da quando ha ucciso la mamma sono fuggita."

"Non chiamarla così" dissi guardandola negli occhi

"Era mia madre Ciro, che a te piaccia o no!"

"È MORTA PER COLPA TUA!" Non mi riuscì a controllare

"QUEL PROIETTILE DOVEVA COLPIRE TE!" continuai mentre la ragazza davanti a me sembrava voler sprofondare.

"Come puoi dire questo....." mi disse lei tra un singhiozzo e un altro.

Sentendo quella voce così simile alla sua il mio cuore si sciolse, aveva ragione non avrei dovuto dirle quelle cose.

"In tutti i miei sogni c'è la sua voce, in tutti i miei sogni c'è quella notte." Le credevo

"Ha ucciso più me che lei." Disse stringendo la collanina al suo collo.

Pov Mercedes

Mi girai di scatto, cercando di asciugarmi le lacrime, non volevo che mi vedesse debole di nuovo.

"Dove sei stata tutto questo tempo?" Disse lui ma io non lo ascoltavo più.

"Sta zitto per una buona volta Ciro." Sputai acida.

Appoggiai la testa sul cuscino e mi addormentai, ovviamente con le urla di mia madre in sottofondo come un CD rotto. Non ci volle molto prima che le immagini iniziassero a farsi sempre più nitide.

-sogno-

"Me rutt o cazz!" Disse mio padre

"Papà bevi troppo, papà ti stai facendo del male, papà smettila." Continuò imitando le mie frasi.

"Tu e mammt m stat stancan" urló prima di alzarsi dal letto e prendere una pistola

"Luigi posa quella pistola!" Urlò mia madre, ma la pistola era già puntata verso di me.

"Papà..." cercai di dire ma le urla di mia madre coprirono le mie parole.

"LUIGI NO!" Mi si parò davanti dando le spalle a quello che doveva essere mio padre e mi mimó con le labbra "scappa mé".

E poi uno sparo. E un altro ancora.

Le mie gambe correvano da sole ma la mia anima era lì.

-fine sogno-

Mi svegliai di soprassalto, ansimando come al solito.

Mi guardai in torno, era notte ma Ciro non dormiva, stava sul davanzale della finestra e si stava fumando una canna.

Mi alzai dal letto e mi ci avvicinai, devo ammettere che Ciro era un ragazzo bellissimo.

Aveva i capelli neri come la pece, proprio come i miei. Chissà come anche nella notte erano perfettamente in ordine.

Gli occhi, anch'essi neri, erano una calamita per i miei. Era alto e magro ma non troppo, era ben proporzionato,aveva muscoli nelle braccia e non un filo di grasso.

Si intuiva che l'immagine che voleva dare, quella del boss mafioso, era tutta una copertura utile solo a farsi rispettare.

"M staj sciupann pccré" la sua voce profonda mi risvegliò dai miei pensieri e mi accorsi che effettivamente non aveva tutti i tolti.

"Non ti stavo guardando." Mentí io cercando di distogliere lo sguardo da lui.

"Bugiarda." Mi accusò.

Mi sedetti sul davanzale vicino a lui stando attenta a non toccarlo, apri la tasca della mia felpa e ne tirai fuori una sigaretta con tanto di accendino.

"Tu fumi?"

"Qualche volta." Era vero. Fumavo solo dopo gli incubi o quando i ricordi mi facevano visita.

"Mercedes tu...." Provó a dire lui, con un tono strano, un tono di qualcuno che stava cercando di guardarti dentro.

"Sei uguale a lei."

L'amore|| Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora