Ospedale

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"Avvolte per andare avanti bisogna guardare il mondo in maniera diversa"

"Tipo?"

"Tipo, io corro dietro ai sogni perché se li chiamo obbiettivi diventa più difficile."

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Pov Ciro

Oggi avrei voluto pensare solo e soltanto a Mercedes, al suo profumo che si trovava ancora sul mio cuscino e a tutte questa cose qua ma OVVIAMENTE doveva succedere qualcosa.
Avevo un colloquio urgente con mio padre, ed era per questo che Lino mi ha fatto uscire con i pantaloni della tuta e la maglia del pigiama.

Arrivammo in sala colloqui e vidi mio padre in piedi, notai subito il rigonfiamento in un lato del pantalone che stava ad indicare che aveva una pistola.

"Pá sto cá." Dissi io per farmi notare.

Uno sparo. Poi un pugno nel fianco. Caddi all'indietro e poi buio.

Pov Mercedes

Oggi avevo un permesso, iniziava tra pochi minuti e sarebbe finito tra sei giorni data la mia buona condotta, non sapevo dove sarei andata, forse a comprare qualcosa che mi serviva. Naditza mi aveva dato dei soldi perché le servivano delle gomme da masticare e mi aveva detto che se ne avevo bisogno potevo usare il resto.

"Mé vieni, vai a preparare lo zaino che tra poco esci!" Mi disse litz con gli occhi felici per me, era una donna così buona e gentile.

Andai in cella e presi il mio zaino, ci misi dentro un po' di vestiti, le cose necessarie per l'igiene e i trucchi e poi mi ricordai,mentre stavo uscendo, di un foglietto che mi aveva dato Ciro con su scritto un numero, probabilmente il suo. Lo avrei chiamato dopo aver fatto le cose che mi servivano, tipo stasera dopo il "ballo" di beneficenza organizzato dal carcere a cui dovevo per forza partecipare. Il lato positivo era che mi avevano dato dei soldi per comprarmi un vestito adatto.

"Mercedes! È tardi! Sei pronta?" Urlò litz

"Si! Sto vnenn." Dissi io, guardandomi in torno per vedere se avevo scordato qualcosa.

Quando finalmente fui fuori dall'IPm iniziai con le mie compere, andai dal tabaccaio a comprare gomme da masticare e sigarette, poi andai al mercatino per vedere se trovavo qualcosa di buono. Ci trovai un jeans nero e delle magliette carine. Mi fermai ad una bancarella e ci vidi una collanina dipinta in oro perfetta per Ciro, era sottile e non troppo vistosa proprio come piacciono a lui!

"Mi scusi, questa a quanto sta?"

"Per una ragazza bella come lei, gliela vendo a 5€!"

Esitai per un attimo, quei 5€ mi sarebbero serviti per comprare da mangiare, ma avrei solo cercato un abito meno costoso e avrei usato il resto dei soldi per il cibo. E quindi la comprai.

Poi iniziai la mia ricerca all'abito per il ballo, girai vari negozi, e poi vidi in una vetrina un abito azzurro, lungo e con dei ricami bianchi alla fine delle maniche e alla fine della gonna. Era bellissimo. Costava la metà di ciò che avevo e quindi lo presi, la commessa mi costrinse a comprare dei tacchi altissimi color bianco perla. Mi rimaneva ancora qualcosa è andai a mangiare.

Per cambiarmi e truccarmi usai un bagno di un bar, non ero ancora pronta a tornare a casa.
Si era fatta l'ora del ballo e quindi mi incamminai verso l'indirizzo che mi era stato dato.
Quando arrivai, iniziai subito a sentirmi a disagio, erano tutti  super-mega ricchi e io indossavo un vestito a bassissimo prezzo e si vedeva che ero una stracciona.

Intravidi tra la folla la direttrice e il comandante, poi mi ricordai che avrei dovuto chiamare Ciro.

Uscì fuori da quella villa enorme e mi misi su un altalena in giardino, stava iniziando a piovere ma poco mi importava. Presi il mio vecchio e caro telefono e chiamai al numero sul bigliettino.

Uno squillo, due squilli, tre squilli.

"Pronto?" Non era Ciro.

"Edoardo? Sono Mercedes, mi passi Ciro?"

"Mercedes, Ciro..." disse con un tono strano.

"Ciro cosa?!" Mi iniziai a preoccupare e mi alzai dal altalena

"È stato sparato, sta all'ospedale del mare, i medici dicono che sta bene ma non si è ancora sveglia-" non lo feci finire, attaccai il telefono.

Mi sentivo strana, preoccupata ma allo stesso tempo molto confusa.

"Se lo amassi davvero starei già correndo verso il suo ospedale" mi dissi ad alta voce, mentre mi sfilavo i tacchi e li lanciavo sull'erba umidiccia.
Non sarei riuscita a correre su quei trampoli.

L'amore|| Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora