Casa

271 6 1
                                    

È il modo in cui le cose devono andare, bene o male, vanno.
———————————————————————————

Pov Ciro

Non sapevo cosa stava succedendo dietro quella porta, sapevo solo che era successo un bel casino. Mi aveva visto baciare una ragazza nonostante io pochi giorni avessi baciato lei. Mentre pensavo a un modo per entrare in bagno mi accorsi di una cosa: non c'era nessun rumore, ne del pianto ne dei suoi singhiozzi. Nulla.

"M-Mercedes?" Nessuna risposta

"Mercedes!" Urlai battendo le mani sulla porta.

Poi decisi di buttarla giù, diedi un paio di spallate e poi quando vidi la maniglia rompersi mi fermai. Dietro la porta c'era lei è non potevo buttargliela addosso.

La aprì e Mercedes era lì, a terra. Stava aprendo leggermente gli occhi quando io mi buttai a terra in ginocchio, appoggiai la sua testa sulla mia spalla e cercai di alzarla un po'.

"Ammor mij m spiac, to giur nun succer maj chiú però mo scitt ja" dissi con un tono affannato.

"Cir.." non riuscí a finire la parola come se non avesse fiato.

"Shh nun t preoccupá c stong ij." La presi a principessa e la portai nella mia stanza. La appoggiai sul mio letto e mi sedetti sulla sedia. Iniziai ad accarezzarle i capelli.

"Pccré non devi piangere mai più per me."

"Ti voglio bene ciro.." era stato un sussurro, quasi impercettibile, ma io lo avevo sentito eccome. Per me lei lo aveva urlato. La strinsi a me ancora di più e poi, quando fui sicuro che stesse bene, mi ricordai della mia gamba. Non ci avevo nemmeno fatto caso al dolore, volevo solo la mia Mercedes vicino a me. È questo l'amore?

Pov Mercedes

La mattina seguente

Mi svegliai con la testa che mi pesava, in un attimo i ricordi della sera prima si fecero chiari. Mi girai nel letto e trovai di faccia a Ciro, stava ancora dormendo ed era bellissimo.
I capelli erano leggermente scombinati, il viso rilassato e la maglietta bianca stropicciata sul petto. Era così rilassato da non sembrarmi reale, di Ciro avevo quell'immagine da boss che crollava solo se di mezzo ci stavano le persone che amava, eppure quello che avevo davanti era un Ciro bambino,un normale 17enne.

Senza svegliarlo mi alzai e andai a prepararmi per la dimissione. Indossai una gonna pantaloncino nera, visto che non faceva molto freddo, e poi una maglietta nera con la scritta in bianco "blessed" al centro, la misi nella gonna e feci in modo di farla uscire un po'. Indossai i miei stivali, molto simili ai texani e passai ai capelli. Li pettinai e mi feci una treccina nel ciuffo davanti sinistro. Per il trucco misi solo mascara e lucido ed ero pronta.

"Mercè mi fai entrare in bagno?" Disse Ciro, che si era svegliato da poco.

"Si ho finito!" Dissi, per poi uscire mentre mi sistemavo la gonna.

"E comm sij bell" disse per poi stamparmi un bacio in fronte.

Io gli sorrisi e andai a mettere le sue cose nel suo borsone, per aiutarlo.

"Buongiorno! Oggi è il giorno della dimissione, mi servirebbe un numero di telefono da contattare per eventuali necessità, posso avere il suo signorina...?" disse il giovane dottore con un sorriso sospetto.

"Come? La segreteria mi ha detto che una volta dimesso dovremmo essere noi a chiamare in caso di necessità."

"Mmh.. c'è stato un cambio di programma, allora il numero?" Disse insistendo.

"Mi assicurerò di lasciarlo in segreteria prima di andarmene, arrivederci." Dissi girandomi verso il borsone e mettendoci dentro le ultime cose.

"Ciro! Dobbiamo andare!"

"So pront ciú ciú"

Mi girai e lo vidi in tutta la sua bellezza, maglietta bianca aderente e short di jeans nero con una catena che andava da un passante della cintura ad un altro formando una curva. I capelli neri rigorosamente gellati e lo sguardo sveglio e attento.

"Andiamo a casa."

L'amore|| Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora