Io e lei

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Ti amo te l'ho detto troppe volte, sei il mio futuro anche se piangi certe volte.

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Pov Mercedes

Arrivai scalza e infreddolita all'ospedale ma non mi importava. Avevo il mascara colato per via della pioggia e forse anche delle mie lacrime. Ero completamente bagnata ma chiesi subito dove si trovava lui. Poi mi diressi di fretta verso la sua stanza. Avevo il mio zaino in spalla e lo feci cadere a terra appena lo vidi su quel letto con dei macchinari che lo tenevano in vita.

Inizia a singhiozzare mentre mi avvicinavo a quel corpo, mi sedetti sulla sedia vicino al letto e gli strinsi la mano.

"Ciro...Ciro ti prego svegliati" stavo piangendo come una bambina ma non mi importava, era l'unico che mi rimaneva.

"Ciro....ti prego, mi avevi promesso che non mi avresti lasciata sola!"Piangevo sempre di più.

Avevo un vuoto dentro come quando morì mia madre, ogni ferita sul mio cuore si aprì un po' di più. Sentivo la gola bruciare e poi appoggiai la testa sul letto e mi addormentai, forse per non provare più tutto quel dolore.

Pov Ciro

La mattina seguente

Mi svegliai e appena aprì gli occhi sentì un dolore lancinante alla gamba. Poi mi accorsi che non ero solo, mi girai è quello che vidi mi spezzò il cuore.

Era la mia Mercedes, indossava un vestito azzurro mezzo bagnato, le toccai i capelli ed erano anche loro bagnati. Aveva le guance segnate dal pianto e delle strisce nere che pensai fosse mascara colato.

"O mercé!" Dissi scuotendola un po'

Si svegliò quasi di soprassalto, non lasciò la mano che mi stava stringendo e si alzò stropicciandosi gli occhi.

"C-Ciro? CIRO!" Urlò iniziando a sorridere come una bambina.

"Pccré... fa fridd, vatt a cagná." Dissi

Lei annuì, prese lo zaino che stava buttato a terra ed entrò nel bagno della camera d'ospedale. In quel momento entrò un medico. Probabilmente aveva sentito l'urlo di Mercedes.

"Allora signor Ricci, lei è molto fortunato. Il proiettile alla gamba non è penetrato, ciò significa che quello che ha nella gamba è solo un buco leggermente profondo.Verrà dimesso domani mattina. Il carcere le ha dato una settimana per riprendersi."

Io annuì, non lo avevo nemmeno ascoltato, la mia Mercedes era ridotta in quel modo per me. Mai nessuno aveva mai fatto una cosa come questa per me..

Dopo pochi minuti lei uscì dal bagno, indossava dei leggings e una felpa grigia, aveva il naso rosso segno che si era raffreddata e anche tanto. Aveva i capelli ancora bagnati ma mi stava sorridendo. Lei si era ammalata, era ancora tutta bagnata ma mi stava sorridendo.

"Mercé stai tutta bagnata..."

Lei fece spallucce e si risedette sulla sedia. Ma io non potevo chiederle questo.

"Puortm o phon ja" dissi mettendomi con un po' di fatica seduto sul letto.

Lei annuì e me lo portò, io le feci un po' di spazio per farla sedere e poi iniziai ad asciugarle i capelli. Erano neri e mi ricordavano tanto quelli della mamma, erano molto morbidi ma si sentiva che non li curava molto.

"Ciro"

"Mmh"

Si girò e mi abbracciò, io sempre con il phon puntato sui suoi capelli la tenni stretta a me.

In quel momento, io quell'abbraccio, c'eravamo io e lei

L'amore|| Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora