Oggi dopo una semplice giornata di scuola e dopo una piccola tappa in libreria a prendere qualche nuovo romanzo, mi preparai per andare al mio turno di lavoro.
I vestiti che dovevo indossare abitualmente era una camicia bianca semplice a bottoni e una gonna nera abbastanza corta a cui ci aggiunsi dei collant del medesimo colore. Per le scarpe invece c'era la scelta, se mettere dei tacchi oppure le normali scarpe da ginnastica. Mi pettinai e piastrai i lunghi capelli, per poi truccarmi con un po' di correttore sui brufoletti e del mascara.
Prima di uscire però, misi del cibo e cambia l'acqua della mia dolce gattina. Poi presi le chiavi e la borsetta dal comodino e andai alla fermata dell'autobus.
Quando entrai, visi già dietro il bancone con la cassa la mia collega, Samantha. Una ragazza dai capelli rossi, magrolina con occhi castani e piccole lentiggini sparse sul viso. Era stata la prima tra le altre colleghe a non guardarmi male e fare commenti poco carini il mio primo giorno. Lei mi aveva accolto e mi aveva assicurato di non badare a loro, nel mentre che mi faceva un giro del posto. Era una persona veramente gentile, altruista ed estroversa, mi ci sono trovata veramente bene.
"Come va a scuola?" mi chiese lei, pulendo dei tavoli vuoti. Verso quell'ora non c'erano ancora molti clienti, quindi potevamo scambiarci molte chiacchiere.
"Abbastanza bene, te?" lei aveva la mia stessa età, solo che veniva da una città diversa. Fece spallucce e si spostò a un'altro tavolo con disinfettante e uno straccio. Poi la porta del locale si aprì, rivelando un gruppo di ragazzi.
Quando si sedettero però, riconobbi tra loro un ragazzo che speravo di non vedere più, Christian. Si era seduto a gambe divaricate sulla sedia e stava parlando beatamente con i suoi amici.
Deglutii, quando capii di dover prendere i loro ordini. Mi feci coraggio, ma proprio non riuscivo a muovermi, il mio corpo si era irrigidito ed ero diventata come una roccia."Puoi andare perfavore tu da quel gruppo?" gli dissi indicando il tavolo. Passai a Samantha un block notes e lei andò da loro. Poi ritornò con i loro ordini.
"Li conosci?" mi chiese lei incuriosita.
"Ne conosco uno, era il mio ex" rivelai. Nel mentre i loro piatti erano arrivati ed entrò anche un'altra coppia di adulti che si sistemò a un tavolo li infondo proprio vicino a quello di Christian. Mi girai un'altra volta a chiedere un'ultimo favore a Sam, ma lei era sparita da un'altra parte del ristorante con un piatto fumante tra le mani. Mi feci coraggio e cercai di passare il più inosservata possibile. E proprio quando mi stavo incamminando verso il bancone, qualcuno mi toccò una natica facendomi sobbalzare.
"Credevi che non ti avrei riconosciuta?" mi guardò con un ghigno sulla faccia. Poi mi prese dai fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe. Cercai di dimenarmi con tutte le mie forze, non potevo farmi vedere così, poi sopratutto al lavoro, sarei risultata non professionale.
"Vorrei anche una cameriera da portar via, è possibile?" scherzò.
"Lasciami, perfavore" lo implorai. Ma lui rafforzo la presa, facendomi quasi male.
"Lasciala!" urlò la mia amica che nel mentre era venuta in mio soccorso. Lui la guardò divertito come per stuzzicarla e i suoi occhi scrutarono le gambe scoperte della ragazza.
"Se non la lasci, ho il dovere di farvi uscire dal locale" disse seria. Per un attimo credetti che si sarebbe spinto a tanto, da farsi cacciare ma poi finalmente mi buttò letteralmente a terra facendomi urtare un po' il ginocchio. Prese una patatina fritta dal piatto e poi se andò con il suo gruppo di amici. Nel mentre mi si era sbucciato il ginocchio e un po' di sangue sgorgava dalla piccola ferita.
"Stai bene? vieni, chiedo allo chef del ghiaccio" mi diede una mano per alzarmi, poi Samantha se ne andò in cucina a prendere la sacchetta e me la porse. Mi sedetti per un paio minuti, poi buttai finalmente il ghiaccio nel cestino e cercai la mia borsetta. Andai in bagno e tolsi i collant e mi misi un cerotto.
———
Finalmente dopo un paio di ore, il mio turno era ufficialmente finito e potevo andare a riposarmi a casa. Quando stavo per uscire però, visi il mio ragazzo corrermi incontro. Mi abbracciò forte e poi mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
"Volevo venire a vederti dopo lavoro" mi disse dolcemente sorridendomi. Poi il suo sorriso però calò quando vise il cerotto. Mi guardò subito preoccupato come se mi avessero mozzato una gamba, il che era molto carino. Lo rassicurai accarezzandogli il viso e poi poggiando di nuovo le mie labbra sulle sue.
"Ho avuto un piccolo incidente, niente di che" e mano nella mano ci incamminammo verso la sua macchina. Salii nel sedile anteriore e misi la cintura per poi dirigerci verso casa mia. Una volta arrivati al portone lo invitai un'attimo ad entrare, perché sapevo che mia mamma sarebbe stata entusiasta di rivederlo.
"Mamma sono a casa!" dissi alzando un po' la voce per farmi sentire, slegandomi i lacci delle scarpe e posando la borsa. Mia madre scese dopo poco le scale e vedendo il ragazzo vicino a me, spalancò la bocca. Aprii le braccia e andò dritta da Daniel è quasi lo soffocò tanto era forte l'abbraccio.
"Da quanto tempo! sei cresciuto, quanto sei diventato bello!" riempi di complimenti il mio ragazzo prendendogli le guance nelle mani. Aveva sempre stravisto per lui, da quando l'aveva adocchiato nel parcheggio di scuola quando ancora mi prendeva in macchina. Mi diceva sempre di quanto sembrava un bravo ragazzo e di quanto lo volesse conoscere.
"Vuoi entrare e bere magari un te?" propose mia madre. Lui accettò la proposta e ci sedemmo tutti al tavolo. Dopo un po' la camomilla era pronta, così ce la versammo nelle nostre tazzine.
"Allora, come mai da queste parti?" chiese incuriosita mia madre. Sicuramente adesso gli avrebbe fatto l'interrogatorio, come faceva prima. Decisi di stare in silenzio e ascoltare la sua risposta.
"I miei si sono trasferiti da queste parti" disse sorseggiando la bevanda calda.
"Ti stai trovando bene? come va a scuola?" continuò.
"Si, è una bella città mi ci trovo molto bene" e così continuò la conversazione tra lui e mia madre. Dopo un po' che si stava facendo tardi però, si alzò dalla sedia e prima di andarsene mi diede un bacio casto sulle labbra.
"Notte, sogni d'oro" disse uscendo dalla porta. Nel mentre mia mamma aveva assistito a tutto e aveva gli occhi a cuoricino.
"Cosa mi sono persa tra voi due?" chiese con un angolino della bocca alzato. Scoppiai a ridere e poi me ne andai al piano di sopra dove mi misi il mio caldo pigiama e sprofondai nel sonno.
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Marchi sul corpo
Romance"Volevo respingerlo, buttarlo fuori dalla porta della mia vita, ma era come se lui avesse sempre con se la chiave per aprire quella porta." cap. 15 Cosa succede se il bullo più figo della scuola e una pura e gentile ragazza iniziano ad affezionarsi...