Capitolo 16.

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Oggi è venerdì, la fine di una delle settimane più faticose che abbia mai passato. Abbiamo fatto quasi tutti i giorni interrogazioni e verifiche che mi hanno letteralmente distrutta. Fortunatamente non ci dovrebbe essere nessun test questo giorno, quindi mi preparo con calma e faccio colazione in cucina dove c'è anche mia madre che mi ha preparato già dei French toast.

Mi sedetti sulla sedia e ancora un po' addormentata mi stropicciai gli occhi e addentai questo dolce.

"Dormito bene tesoro?" mi chiese mia mamma sorridente come sempre, indaffarata a caricare la lavastoviglie. Annuii per poi avvicinare alla bocca la tazzina di caffè latte. Come sempre Neve, cerca le carezze che gli do sempre. Prima di andarmi a preparare bene però, la voce di mia madre mi bloccò sul posto.

"Senti, zia Rachel ci ha chiesto cortesemente di poter prenderci cura di Grace solo oggi fino a domani mattina. Ha una giornata molto dura e conta solo su di noi" mi disse mia mamma. Quando ha detto 'noi' intendeva dire io. Lei sarà sicuramente anche lei tutto il giorno a lavoro e alle solite cene lavorative e non avrà tempo di prendersi cura a tempo pieno di una bambina di 5 anni.

"E va bene" dissi rassegnata, visto che anche se avessi opposto resistenza sarebbe andato a finire nello stesso modo. Con un sorriso a 32 denti mi abbracciò forte e mi diede un bacio sulla guancia per poi sparire dalla porta principale.

Dopo un po' arrivai anche io a scuola e andai diretta da Ava, che era come sempre con il suo ragazzo Kevin che si sbaciucchiavano sui armadietti.

"Heyy!" disse tutta contenta lei tenendosi mano a mano con il ragazzo vicino a lei. Erano letteralmente inseparabili, si capivano sempre a vicenda ed erano entrambi onesti e leali l'uno con l'altra, al contrario di me e Daniel. Quella sera non avevamo litigato, ma dal quel giorno avevamo smesso di incontraci così spesso, tutti e due imbarazzati dall'avvenimento. Non ci eravamo lasciati, infatti ci sentiamo ogni giorno ma comunque siamo un po' più distaccati. Sono sicura che risolveremo tutto e ci lasceremo quella serata alle spalle.

"È suonata la campanella ci sentiamo poi a pranzo, ciao!" mi disse lei abbracciandomi e sparendo tra la folla di studenti. Raggiunsi poco dopo anche io la mia classe e mi sedetti a un banco appoggiando su questo tutte le mie cose.
Finimmo le prime ore e finalmente quando la professoressa di matematica finì di spiegare le ultime cose uscii come sempre quasi per ultima.

Sarei dovuta andare dalla mia migliore amica ma qualcuno mi spinse possessivamente nell'aula non usata della scuola che era proprio vicino alla nostra. Quando stavo per scacciare un urlo di paura però la persona davanti a me mi coprii la bocca con il palmo della mano.

Aprii gli occhi che avevo schiuso e visi davanti a me Nicholas, vestito con un maglione nero e dei jeans che gli fasciavano perfettamente le sue gambe abbastanza muscolose. Mi si gelò il sangue nelle vene, non doveva vederci nessuno per nessun motivo. Senza dire niente, cercai di aprire la porta della stanza ma era chiusa a chiave.

"Cerchi questa?" disse Nick facendo un ghigno divertito e sventolando le chiavi dell'apertura. Mi avvicinai arrabbiata e mi alzai sulle punte per riprendere queste, ma lui abbassò velocemente le braccia e le ancorò attorno alla mia vita.

"Lasciami, che vuoi" dissi io cercando inutilmente di togliermelo di dosso.

"Volevo solo vederti, visto che l'altra volta siamo stati interrotti" disse sussurrando nel mio orecchio. Deglutii e lo guardai negli occhi cercando di capire le sue intenzioni.

"Non è vero, non dobbiamo dirci niente, spostati" continuai io mettendo le mani sul suo petto e spingendomi indietro per potermene andare. Lui ridacchiò semplicemente e poi avvicinò le sue labbra caldi e carnose sul mio collo. Iniziò a baciarlo lentamente, a succhiarlo e non riuscivo più a ragionare. Tutte quelle sensazioni che non avevo provato con il mio ragazzo ma che sto provando con lui. È tutto un grande casino che sto solo ed esclusivamente creando io, ma che non riesco a risolvere.

Sto tradendo il mio ragazzo, che si fidava ciecamente di me, ma in qualche modo non mi sento in colpa. Sapevo quello che stavo facendo e non facevo niente per impedirlo. Non riuscivo ad reagire, ragionare ero come immobile come una pietra. Dire che non mi mancava questo affetto così intimo da parte sua, sarebbe come dire l'ennesima bugia. Perché avevo questa voglia così malsana di lui? perché stava succedendo tutto questo?

Un colpo di coscienza mi fece ragionare e mi allontanai subito da quel ragazzo. Presi le chiavi dalle mani e sbroccai la porta, sentendo già pizzicare un po' gli occhi. Prima che potessi però uscire completamente la sua voce spezzò il silenzio e ripiombò nella stanza.

"Lo sento che mi vuoi, stai solo scappando dalla pura e spaventosa realtà" furono le sue ultime parole, poi scappai in mensa.
Cercai di asciugarmi una lacrima con la manica della felpa e andai al tavolo di Ava.

"Successo qualcosa? perché non sei venuta prima?" mi riempi di domande lei.

"Contrattempo" dissi semplicemente scrollando le spalle e avvicinando la forchetta con il cibo alla mia bocca.

"Comunque ho comprato delle scarpe col tacco stupende poi a casa ti mando le foto" disse tutta contenta. Le sorrisi anche se dentro stavo più male che mai. Ero arrabbiata con me stessa, per essere ceduta a lui così facilmente e per aver tradito la fiducia di una persona. Infatti per me in una coppia sana, non ci devono essere segreti importanti come questi, solo pure e crude realtà. Però questo era solo un bacio sul collo no? era un'incidente, un piccolo sbaglio che commettono tutte le persone del mondo.

Andai alle ultime ore di lezione e cercai di rimanere il più concentrata possibile. Continuavo a pensare al significato di quel gesto, ma non mi veniva niente in mente. L'unica ipotesi che avevo, era che molto probabilmente in quel momento aveva voglia solo di divertirsi come se fossi la sua barbie personale. Ero già andata anche prima in bagno per assicurarmi di non avere segni violacei sul collo e dopo aver controllato e ricontrollato noi visi niente di sospetto. In un giorno mi sarei già dimenticata tutto, avrei proseguito la mia vita normalmente come se nulla fosse successo e avrei continuato a stare con Daniel.

A lui interessava veramente di me, non solo del mio corpo e questo me lo aveva fatto capire la scorsa volta a casa mia.

Con tutti questi pensieri negativi non mi accorsi neanche che l'ora era finita e che potevamo finalmente uscire da scuola.

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