Capitolo. 8

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Quel giorno di scuola entrai con la mia migliore amica che continuava a parlarmi della noia che ha provato nel weekend con i parenti. Ridacchiai divertita dalle sue reazioni e ricevetti un pugnetto sulla spalla.

"Hey, guarda che è grave, sarei potuta morire di noia la dentro!" disse lei cercando di restare seria. Ci scambiammo degli sguardi e scoppiammo a ridere entrambe come delle pazze, finché qualcuno non ci interruppe.

"Ti posso parlare?" chiese Andrew, spuntato dal nulla nel corridoio scolastico. Ava se me allontanò subito facendomi l'occhiolino e lasciandomi lì. Lo guardai negli occhi e aspettai qualche risposta.

"Vuoi venire alla festa con me?" mi chiese così d'un tratto. Lo guardai con disapprovazione ma lui mi fece la faccia da cucciolo e non potei che non cedere. Mi sorrise felice e poco dopo si fece serio e mi tirò per un braccio in un'angolo della giardino più desolato. Abbasso lo sguardo e si torturo le mani, poi però rialzò gli occhi su di me e fece un grande respiro.

Non disse nulla, semplicemente mi prese il viso nelle mani e fece scontrare le nostre labbra. Ero sotto shock per quell'improvviso gesto, ma ero anche contenta. Era quello che volevo da quando l'ho conosciuto. Misi una mano nei suoi folti capelli e l'altra la appoggiai al suo petto. Dopo un po' ci staccammo da quell'intenso bacio e mi guardò intensamente negli occhi.

"Non sai da quando volevo questo" poi mi prese una ciocca di capelli e la spostò dietro il mio orecchio. La campanella suonò, ponendo fine a tutte le smancerie, e facendoci prendere più lucidità. Mi diede un'altro bacio casto sulle labbra e poi sparì tra gli altri studenti.

A lezione, come si può immaginare, pensavo solo a quel bacio con Andrew, a quanto fossero dolci e morbide le sue labbra. Non ascoltai per niente la lezione, anzi quando la professoressa si girava, il mio sguardo era perso fuori dalla finestra. Mi toccai ancora le labbra sognante, ma qualcuno pose fine a tutto, lanciandomi dei pezzi di carta sul banco.

Mi girai e incontrai gli occhi enigmatici di Nicholas. Mi strizzò un occhio e confusa mi rigirai, stavolta trovando la professoressa di matematica che mi guardava furiosa.

"Visto che non siete interessati alla lezione, fuori!" urlò. Mi alzai piano e fulminai con lo sguardo Nicholas, che sembrava più tranquillo che mai. Quando uscimmo dalla porta ci mettemmo vicino agli armadietti.

"Perché mi hai distratta!" quasi gli urlai, e istintivamente serrai i pugni. Lui ridacchio e basta per poi sedersi a terra.

"Eri già distratta, a cosa pensavi piccola?" disse alzando un sopracciglio, invitandomi a sedere.

"Non ti interessa, e devi smetterla di chiamarmi piccola, non sono la tua piccola nè tantomeno una delle tue puttanelle " dissi incrociando le braccia al petto e spostando lo sguardo su un muro.

"Beh di quello non ne sarei molto sicuro" Sentii solo due braccia possenti prendermi per i fianchi e farmi sedere per terra. Quando alzai lo sguardo incrociai le sue pietre di giada. Lo visi leccarsi le labbra e sentii la sua mano calda attraversarmi la gamba. Il mio battito cardiaco accelerò e per poco credetti che lo potesse sentire anche lui.

"L-levati" cercai di dire ma questo non cambio niente, anzi si avvicinò ancora di più al mio viso e mise una sua mano sulla mia guancia.

"Il tuo corpo dice tutt'altro però piccola" quando ci stavamo per sfiorare le labbra però, la coscienza mi colpì e mi staccai subito. Mi alzai in piedi e presi le distanze dal diavolo in persona.

———

Fortunatamente l'ora di punizione era passata velocemente e Nick non mi aveva più dato così tanto fastidio. Adesso dovevo solo andare a casa a cambiarmi per la festa.
Mi truccai e feci un po' di boccoli per poi guardare nell'armadio. Mi ricordai di avere quel vestitino che avevo comprato rosso e me lo misi. Presi la borsetta e iniziai ad incamminarmi verso la fermata del bus.

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