L'ultima penna nera

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Lei voleva davvero scrivere una bella storia: una storia intrigante, misteriosa, piena di avventure e amori impossibili. Ma non le riusciva.

Dalla sua penna uscivano dolore e sangue, grida umane, vittime agonizzanti. Nulla più.

Di notte si riempiva le palpebre chiuse di orrori e la mattina, come posseduta, li descriveva, piangendo lacrime scarlatte su quelle pagine bianche.

Non ne poteva più di quella paura: la sua pelle era cinerea, i suoi capelli spenti e sciupati, le sue unghie rosicchiate a sangue. L'angoscia le stava togliendo la vita, lentamente, trasformandola in un fantasma, un cadavere ambulante che si rifiutava di uscire di casa, inorridito dal proprio aspetto. Gli specchi erano tutti coperti da teli.

Eppure non riusciva a scrivere la parola fine alla terribile storia della propria vita, quel maledetto punto di sospensione restava in bilico sulla punta della penna, immobile, come a schernirla del suo poco coraggio.

L'inchiostro scorreva nelle sue vene come veleno, che sputava ormai quotidianamente nel fazzoletto un tempo bianco.



Un giorno decise di cambiare tutto ciò: prese un foglio, uno dei tanti, e si sedette alla scrivania, alla tremula luce di una candela, impugnando una penna d'oca nuova, lucida e nera come la morte.L'ultima. E cominciò.



Un inizio coinvolgente, un soldato ferito in guerra.

Le sue labbra si seccarono.

Una graziosa crocerossina gli cura una ferita: ha inizio così il loro amore.

La sua pelle divenne bianca ancor più di prima.

E' estate, la loro passione riempie le notti di sospiri.

Una goccia di sangue cadde sul foglio.

Vogliono sposarsi, ma i genitori di lui lo impediscono: si sposano in segreto, come ladri.

La sua mano tremava, il tratto divenne impreciso.

La vita è bella con lui, lo ama più di ogni altra cosa.

Una tosse convulsa la scosse seguita da altro sangue.

Ma lui deve andarsene, per andare al fronte e lei soffre, soffre.

Il suo corpo rattrappì come carta.

Un giorno decide di raggiungerlo: lì, sul campo assiste alla sua morte atroce.

I suoi organi cominciarono a marcire come vecchie mele.

Il dolore è forte, ma non abbastanza da darle coraggio a terminare la propria vita.

Il cuore batteva debolmente.

Si chiude in casa evitando i contatti umani, con la sola compagnia di carta e penna.

Le ossa uscivano dalla pelle spaccata.

Scrive una storia su se stessa.

Il dolore era terribile, stava per arrendersi, ma strinse i denti e continuò.

La termina.




Punto.




Il libro giaceva in fronte a lei, completo e bellissimo. Scritto in rosso. Sorrise.

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