La Stanza Va e Vieni.

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"Auh" sospirò il ragazzo.
"O santo cielo scusami!" disse la ragazza imbarazzata, si alzò dal petto del ragazzo e si mise in ginocchio.
"Tranquilla non eri tu, solo che sono atterrato un sasso"
Hermione lo aiutò a rimettersi su con la schiena. Velocemente controllò la schiena del ragazzo: fortunatamente niente tagli, ma sicuramente quella caduta gli provocò molti lividi sulla schiena. Entrambi risero, ma poi la ragazza si ricordò di quella figura che aveva visto.
Hermione, molto spaventata ma illesa, aiutò il ragazzo ad alzarsi.
"Mi spieghi per quale diamine di motivo ci hai scaraventati giù dal Platano?" chiese Fred con voce roca.
"Ho visto qualcuno camminare, lì, tra gli alberi..." rispose lei, e indicò il punto in cui aveva visto la figura muoversi.
Entrambi si nascosero sotto un cespuglio ai piedi del Platano Picchiatore e osservarono.
"Io non vedo proprio niente" affermò Fred, "avrai visto qualche creatura"
"No, io ho visto un umano, e anche abbastanza familiare..."
Entrambi si guardarono: Fred era tranquillo e Hermione terrorizzata.
Prese la Mappa dalla sua borsa, pronunciò la famosa frase, e controllò: un nome, ben noto, era scritto in un punto molto vicino a quello in cui si trovavano Hermione e Fred. Barty Crouch era lì, a pochi passi dai due ragazzi basiti.
"Fred prendiamo il mantello e filiamo via!"
Hermione non fece in tempo a finire la frase che una voce giovanile urlò "stupeficium!".
Una luce rossa partì dalla foresta e per poco non prese in pieno Hermione.
"Spostati!" gridò Fred con una voce che Hermione non gli aveva mai sentito. Era arrabbiato, irato.
"Petrificus Totalus!" Urlò anche lui.
Un altro fiotto di luce bianca volò verso di loro, no, verso qualcosa vicino a loro, il Platano...
Hermione sapeva cosa stava per accadere. Era una formula molto semplice ma efficace, poteva eliminare tutti gli incantesimi, tranne l'anatema ovviamente...
"VIA!" prese il polso di Fred e fece per correre, finché qualcosa non gli afferrò la caviglia.
In un secondo Hermione fu catapultata in aria.
"HERMIONE! HERMIONE!" gridò Fred, spaventato per la prima volta.
Prima che Hermione potesse consigliargli di riusare l'incantesimo Immobilus anche lui fu catturato dai rami ingannatori del Platano.
Hermione si dimenava, urlava, cercava di afferrare la sua bacchetta nella tasca.
A un certo punto lei e Fred si trovarono vicini.
"Dammi la mano Hermione!"
Hermione cercò di avvicinarsi al ragazzo ma di nuovo i rami la trattennero. Uno di quei tanti rami le schiaffeggiò la faccia, formando una rossa linea verticale, all'inizio della guancia. Hermione sentì la pelle bruciare, e poi percepì il sangue denso e caldo scendere lungo il suo viso.
I rami continuavano a battere conto i due ragazzi. I loro vestiti si erano strappati in vari punti, e molti graffi dominavano le loro facce.
Hermione era sfinita, debole. Non c'era più niente da fare, dovevano solo aspettare che qualcuno li salvasse da quell'incubo.
Che cattiva idea salire su quell'albero, non doveva farsi trascinare...
Poi sentì la mano di Fred prendergli il braccio.
Il ragazzo agitò la bacchetta e fece una fattura che Hermione non conosceva molto bene, sapeva solo che era complicata da usare, ma un quello stesso istante entrambi furono mandati all'indietro e ancora una volta caddero vicini.
"Arresto momentum" fece Fred, e la loro caduta fu attenuata.
Ci fu una pausa.
Hermione era distesa a terra a pancia sotto, a pochi metri dall'albero. I capelli cespugliosi le coprivano parte del volto. Aveva la bocca semiaperta e respirava affannosamente. Gli occhi erano chiusi, troppo debole per aprirli, ma sentiva anche il respiro affannoso del povero Fred.
Aprì pochissimo gli occhi e vide Fred rialzarsi, appoggiandosi a un normale pino, il braccio insanguinato per i tagli...
Si avvicinò alla ragazza e le prese il viso tra le mani calde.
"Andiamocene Hermione" disse molto dolcemente.
"Torniamo al castello" continuò.
Hermione aprì gli occhi e si perse negli occhi scuri del ragazzo.
Le prese la mano e la aiutò a rialzarsi.
Lui le cinse la vita con il braccio, e lei si aggrappó a lui.
Si misero addosso il mantello e si avviarono verso il castello.
"Pensi che dovremmo andare in infermeria?" Chiese Fred.
"Oh no, la ci scoprirebbero, e non voglio sapere quale punizione ci assegnerebbero...ho letto sull'argomento e penso di poter riuscire a curare io stessa le ferite, ma penso che rimarranno delle cicatrici, comunque non ho idea di dove andare per curarci, non possiamo andare in Sala Comune, dobbiamo nasconderci"
"So io dove andare allora"
Hermione non si oppose, si lasciò trascinare sfinita dal rosso. Arrivarono fino al corridoio del quinto piano.
Fred lasciò la mandò di Hermione e si mise a camminare difronte a un arazzo.
Dopo tre camminate davanti all'arazzo apparve una maestosa porta. Hermione era meravigliata. Fred le riprese la mano e la spinse dentro.
Una stanza con un tavolo e vari medicinali si presentò davanti ai loro occhi.
"La stanza delle necessità, Hermione" disse Fred fiero.
"Che posto è questo?" rispose la ragazza stupita.
"È chiamata anche Stanza Va e Vieni, appare solo in caso di necessità e dentro trovi, beh tutto ciò che ti serve!"
Hermione e Fred si sedettero. Con lievi tocchi di bacchetta Hermione guarì le sue ferite e quelle del rosso, mentre parlavano di ciò che era successo poco prima che il Platano Picchiatore li avesse picchiati.
"Strano...Barty Crouch è scomparso, da molto tempo, poi la seconda prova è ancora lontana! Cosa ci faceva ad Hogwarts?"
Questi interrogativi viaggiavano e viaggiavano nella mente di Hermione senza trovare risposta.
Intanto Fred era diventato strano: guardava Hermione preoccuparsi del signor Crouch con impazienza, come se volesse dire qualcosa di importante.
A mezzanotte e mezza, i due ragazzi uscirono dalla stanza magnifica e si incamminarono per la Torre di Grifondoro.
Nessuno parlava. Hermione era stanca, e Fred ancora più bizzarro.
A volte mormorava il suo nome così silenziosamente che Hermione non lo sentiva.
Erano quasi arrivati quando sentirono delle voci, così si nascosero dietro due armature, il mantello dell'invisibilità li copriva a malapena.
"Che cosa c'è di così importante per svegliarmi nel cuore della notte, Karkaroff?" chiede una voce melliflua e grave, appartenente al professor Piton.
"È lui, Severus! Il marchio diventa sempre più nitido, non puoi continuare a ignorarlo." rispose una voce con accento bulgaro, appartenente al Preside Karkaroff.
Piton aprì la bocca per parlare, ma in quello stesso istante Fred e Hermione si spostarono, facendo crollare rumorosamente tutte e due le armature in ferro.
I due ragazzi terrorizzati corsero a perdifiato, cercano di tenere stretto a loro il mantello.
"È lui, Potter!" esclamò Piton "Col suo mantello dell'invisibilità, Potter fermati, ovunque tu sia"
Fred e Hermione si fermarono nascosti dietro a un arazzo, respiravano affannosamente.
"Dobbiamo fare qualcosa" disse Fred "non possiamo far accusare Harry, ha già troppi problemi a cui pensare" continuò.
"Va bene, ho un idea, ma quando ti dico 'adesso' devi esser pronto a correre" spiegò la ragazza.
"Sono nato pronto!" disse Fred spavaldo.
Hermione gli sorrise e si girò: puntò la bacchetta contro L'elmo dell'armatura e pronunciò una formula complessa di Trasfigurazione.
In quell'istante L'elmo prese la forma di un gatto color ferro, con le zampette bianche.
Piton si girò e vide il gatto.
"A quanto pare Piton, era solo questo micio" disse divertito Karkaroff.
"ADESSO!" Sussurò Hermione a Fred.
Si presero per mano per evitare di perdere il mantello dalla testa e corsero velocissimi verso la Sala Comune.
Arrivati la davanti Hermione cercava di svegliare la Signora Grassa, mentre Fred rideva.
"VUOI AIUTARMI?!" gli disse la ragazza arrabbiata.
"Hermione..."
"Signora, la preghiamo!"
"Hermione un attimo..."
In quel momento la Signora Grassa si svegliò.
"Voi due, a quest'ora di notte in giro?"
"Pelle di Girilacco, pelle di Girilacco!" disse Hermione continuando a pronunciare la parola d'ordine.
"Hermione stai un momento zitta!" continuava Fred, Hermione era stufa...
"Va bene, passate!" Fece la Signora Grassa infastidita.
Hermione si lanciò dentro ma Fred le prese un braccio e la ritirò fuori.
"Hermione..."
"Che cosa diavolo c'è?" disse la ragazza, infastidita per il comportamento del ragazzo, stanca e dolorante.
"Vorresti..."
Hermione mosse la testa impazientemente, voleva presto tornare nel dormitorio.
"Vorresti venire al Ballo con me?" chiese umile il ragazzo, le guance arrossite e le orecchie paonazze.
Il cuore di Hermione si scaldò, sentì il suo sguardo cambiare da arrabbiato a indolcito, sentì le sue pupille ampliarsi...
"Allora?" continuò il ragazzo imbarazzatissimo, rosso in volto quanto sui capelli.
"Io...certamente, Fred" rispose Hermione, con voce tenera.
"Va bene, allora, ecco, puoi andare" disse lui, con una risatina finale.
"Buonanotte, e grazie per la serata, è stato bello."
"Non sai quanto per me"
Presero direzioni diverse verso i rispettivi dormitori. Arrivata la, Hermione si infilò la camicia da notte e si sdraiò sul letto pianissimo.
Non fece in tempo a chiudere gli occhi che già dormiva, sognando una coppia, di un ragazzo rosso e una ragazza castana, ballare un lento a un Ballo.

Il ballo del ceppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora